Like You Know It All
Jal al-ji-do mot-ha-myeon-seo
2009
Paese
Corea del Sud
Genere
Drammatico
Durata
126 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Hong Sang-soo
Attori
Kim Tae-woo
Uhm Ji-won
Goo Kyeong-nam (Kim Tae-woo) è un regista piuttosto noto che arriva al festival di Jecheon come presidente della giuria. In realtà lui e gli altri giurati passano le serate a mangiare e ubriacarsi e poi dormono durante le proiezioni. Anche l'incontro con un vecchio amico, terminato con un violento e incomprensibile litigio, lo distrae dai suoi compiti. Va via prima della fine del festival polemizzando con tutti. Dopo pochi giorni si reca nell'isola di Jeju per una lezione in una scuola di cinema e qui scopre che un suo vecchio professore che non vedeva da molti anni ha sposato una sua ex fidanzata e le situazioni tendono a ripetersi tra bevute, momenti imbarazzanti, litigi e tradimenti.

In questo nono lungometraggio Hong Sang-soo affronta molti dei temi caratteristici di tutta la sua ampia filmografia: è evidente un discorso metacinematografico, anche se nella prima parte, quando si dovrebbero vedere e commentare film, si fa tutt'altro e nella seconda la lezione di cinema è solo un pretesto per introdurre una lunga serie di chiacchierate su vari argomenti. Questa è la situazione più emblematica di tutta la sua opera: intellettuali seduti davanti a cibo e alcol che parlano tra loro di vita, arte, relazioni, mascherando invidie, ipocrisie, rancori fino a quando la discussione degenera per interventi imbarazzanti ed inopportuni. E non sorprende che malgrado tutte queste interminabili discussioni prevalga una totale mancanza di comunicazione. Tra le due parti del film la narrazione è chiaramente raddoppiata, riflessa, amplificata su più livelli con tante ripetizioni di situazioni, scene, personaggi, singole inquadrature o battute ed altrettante piccole variazioni in un gioco che non stupisce, non delude ma neanche riesce a dare vita alle emozioni che vorrebbe. Il personaggio principale è qui più che altrove un naturale alter ego dell'autore e porta avanti con i tanti interlocutori che gli ruotano attorno le riflessioni che Hong Sang-soo fa sul cinema in generale e sul suo in particolare: ironico, scostante, a tratti fastidioso e sgradevole. In alcuni passaggi la sua voce interiore contrasta con le situazioni ricche di ipocrisia che si vengono a creare, prendendone chiaramente le distanze. Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del festival di Cannes 2009.
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