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10 film per spalancare le vostre case al gelido inverno
In queste giornate in cui le rigide temperature invernali ci accompagnano come uno scomoda e insistente presenza, abbiamo pensato di proporvi una lista mirata di consigli di “film a 0 gradi”. Avvolgetevi bene nelle vostre coperte e trapunte, perché i vostri schermi si trasformeranno in una vera e propria finestra sul gelido inverno.

La febbre dell’oro (1925) diretto da Charlie Chaplin. Impressionante sequenza di apertura, una vera e propria scena di massa, dove le colonne di cercatori d'oro s'incamminano nell'innevato e desolato paesaggio del Klondike. Come è solito fare, Chaplin gioca con fantasia e realtà, mescolando sogni e allucinazioni e impiegando la comicità assoluta e fisica del Vagabondo per far ridere spettatori di ogni epoca.



La carica dei 101 (1961) diretto da Clyde Geronimi, Hamilton Luske e Wolfgang Reitherman. Film che rappresenta uno dei risultati più scoppiettanti e godibili dell'intera produzione della casa di Topolino. Un'opera di riuscito candore che schiera tutti gli elementi possibili per ottenere un esito vincente: una struttura narrativa classica ma coinvolgente, un assetto grafico che alterna spigoli e morbidezze, quattro protagonisti credibili e moderni, una galleria azzeccatissima e bene assortita di personaggi secondari, l'adorabile presenza dei cuccioli del titolo e, soprattutto, uno dei “cattivi” più riusciti di sempre. Impossibile dimenticare i brividi (letteralmente parlando) nella scena in cui il piccolo Lucky sembra venir sopraffatto dal gelo: “sono stanco e ho fame, ho la coda gelata e il naso gelato, le orecchie gelate e i piedi gelati”. Disponibile su Disney+.



Il grande silenzio (1968) diretto da Sergio Corbucci. Cittadina di Snow Hill, ai confini tra Usa e Messico, fine Ottocento. Un nevoso inverno sorprende un gruppo di fuorilegge, costretti a scendere dalle montagne. Il West di Corbucci non è fatto di ampi spazi polverosi e battuti dal sole, ma si concentra sul gelo che cristallizza una piccola comunità di confine, sferzata da tormente di neve e dall'illegalità.



Ladyhawke (1985) diretto da Richard Donner. Delicato e poetico fantasy immerso in una nebulosa atmosfera medievale, Ladyhawke rappresenta una delle storie d'amore più romantiche e originali degli anni '80. L'impossibilità dei due amanti di incontrarsi e il loro doversi accontentare di vedere l'altro sotto le spoglie dell'animale in cui viene tramutato commuove sempre, anche a distanza di anni. Impossibile dimenticare la scena dell’alba in cui i due amanti, circondati da un niveo paesaggio, riescono “quasi a toccarsi… ma neanche”.



Balto (1995) diretto da Simon Wells. Alaska: nella città di Nome scoppia una violenta epidemia di difterite. Una tormenta di neve, però, le blocca ogni contatto con gli altri avamposti che le dovrebbero fornire le medicine per curare la malattia. Balto, mezzo husky e mezzo lupo in piena crisi di identità, salva alcuni bambini dall'epidemia portando con sé i farmaci, per tantissimi chilometri. Disponibile su Netflix.



La cosa (1982) diretto da John Carpenter. Un gruppo di ricercatori americani, capitanati da R.J. MacReady (Kurt Russell), fa riemergere dai ghiacci dell'Antartide una forma di vita aliena parassitaria, in grado di impossessarsi di qualsiasi creatura vivente e di imitarne le sembianze. La struttura drammaturgica è costruita attorno alle paure ancestrali che affiorano nell'uomo di fronte a una minaccia incombente dai tratti indefiniti: impossibile non cogliere più di un rimando sociologico alle aberrazioni contemporanee, elemento cardine di un'opera che supera i confini di genere.



Fargo (1996) diretto dai fratelli Coen. Avvolto dalle nevi e dai venti gelidi che soffiano costantemente sui caratteri e le idiosincrasie dei suoi personaggi, Fargo è un film allo stesso tempo caustico e rassicurante, disincantato e terribile. La provincia americana così fredda e asettica è specchio di una società che ha accettato passivamente la violenza e l'amoralità come elementi di normalità, emblema di un mondo tanto feroce quanto grossolano e perciò assai più pericoloso. Disponibile su Nowtv.



Un gelido inverno (2010) diretto da Debra Granik. Immersa nelle montagne innevate del Missouri, si dipana la vicenda della diciassettenne Ree Dolly (Jennifer Lawrence), che dovrà rinunciare alla sua giovinezza per assumersi le responsabilità provenienti dalla cura dei fratelli più piccoli. Debra Granik firma un'opera di tutto rispetto, niente di troppo nuovo, anzi, ma è un film degno di nota e dotato di spunti tutt'altro che banali: funziona, ad esempio, l'analogia tra la fredda natura rappresentata e certi comportamenti umani.



The Hateful Eight (2015) diretto da Quentin Tarantino. Una diligenza percorre le distese del Wyoming innevato di fine Ottocento: il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la sua prigioniera, Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh), sono in viaggio verso la città di Red Rock. L'ambientazione quasi esclusivamente in interni (all'apparenza più confortevoli dei minacciosi esterni dagli spazi sconfinati e flagellati da una tempesta di neve) e la spiccata dimensione teatrale del racconto favoriscono una tensione di carattere psicologico attraverso cui si svelano gradualmente i vari contrasti tra i personaggi.



I segreti di Wind River (2017) diretto da Taylor Sheridan. In una riserva indiana del Wyoming, Cory Lambert (Jeremy Renner) si dedica al suo mestiere: il cacciatore di lupi. Un giorno mentre è intento, come di consueto, alla salvaguardia del bestiame, trova una ragazza morta, dispersa tra i ghiacci ostili di un vero e proprio deserto sterminato. Affrontando di petto temi razziali e riflettendo con amara durezza sull’oblio e sulle ferite dei nativi americani, Sheridan lavora visivamente sul gelo e sulla distanza (naturalmente anche e soprattutto etnica) e quando c’è da alzare il tiro (le sequenze delle sparatorie, piuttosto efficaci) non delude e dimostra di essere puntualmente in palla.



Simone Manciulli
Maximal Interjector
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