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Amici immaginari: sedotti e abbandonati

Quei personaggi frutto della dirompente fantasia dell’infanzia hanno rappresentato per molti bambini un porto sicuro in cui rifugiarsi, una finestra per evadere da una realtà che ancora faticano a comprendere a pieno.
Compagni di giochi, premurosi guardiani e complici di marachelle, tutti inevitabilmente destinati a diventare sbiaditi ricordi, finendo per essere riposti in un polveroso baule nell’andito più nebuloso della memoria. Dimenticati.

Nel recente Jojo Rabbit il frutto dell’immaginazione del giovane protagonista è forse il più impensabile dei personaggi storici: Adolf Hitler.
Diretto, sceneggiato e interpretato da Taika Waititi, il film affronta un tema delicato come quello dell’antisemitismo nazista filtrandolo attraverso lo sguardo dell’infanzia. Il Führer rappresenta per Jojo un modello da seguire, un amico e un confidente: scelta che mette in luce la melliflua influenza con la quale i nazisti cercavano di inculcare il proprio credo nei bambini appartenenti alla Gioventù hitleriana.
Soltanto quando l’edulcorato sguardo dell’infanzia inizia a incrinarsi, palesando agli occhi di Jojo la cruda realtà, la sua personale visione di Hitler inizia a svelare la sua vera natura, diventando quel mostro che ha incarnato una delle pagine più tristi dell’umanità.

Di tutt’altro stampo è invece l’amico immaginario (o forse no?) di James Stewart in Harvey: un gigantesco coniglio bianco. Attorno a questa strampalata amicizia si muove una frizzante e irriverente commedia dell’equivoco, sostenuta dall’enorme talento recitativo del suo protagonista.

Sempre un coniglio, molto più inquietante e portatore di un’apocalittica profezia, è il compagno immaginario di Jake Gyllenhaal in Donnie Darko: Frank. La perturbante presenza accompagna il nostro protagonista in un viaggio scandito da un countdown che evidenzia quanto le nostre vite siano in realtà in balìa delle correnti del fato.

Indimenticabile il mentore e consigliere di Allen in Provaci ancora Sam: esilarante commedia nella quale il solito impacciato Woody è assistito da un immaginario Humphrey Bogart che lo consiglia su come conquistare le donne.

Ultima menzione, ma non per importanza, per Bing Bong in Inside Out. La straziante scena in cui questo strampalato personaggio, simile sia a un elefante sia a un gatto (di zucchero filato alla fragola), si sacrifica per il bene della piccola Riley è la perfetta rappresentazione del crudele destino a cui sono condannati questi nostri amici immaginari: mentori e custodi che ci accompagnano per un piccolo tratto delle nostre vite, fino a quando non siamo abbastanza da grandi da poter camminare da soli.

Simone Manciulli
 

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