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Batman 80: Ecco i migliori Bruce Wayne su grande (e piccolo) schermo

Portare Batman sul grande schermo, per un attore, non è mai semplice: troppi gli occhi puntati addosso, troppo alte le aspettative dei fan. Non è più facile interpretare in maniera convincente la parte “meno dark”, ossia il miliardario Bruce Wayne, traumatizzato da bambino dalla morte dei suoi genitori, diventato giustiziere della notte da adulto. 

Ecco la classifica delle migliori interpretazioni:

6) Val Kilmer

In Batman Forever sono diverse le cose che non funzionano e tra queste, senza dubbio, l’interpretazione di Val Kilmer. L’attore, poco convincente come Batman, lo è ancora meno come Bruce Wayne. Un personaggio poco approfondito, in cui il tormento per la morte dei genitori è solo accennato, come del resto rimane molto superficiale la gestione della relazione don la dottoressa Meridian (Nicole Kidman). Affiancato poi da Robin (Chris O’Donnell), non torna a vestire i panni del Cavaliere Oscuro nel capitolo successivo,  firmato ancora una volta da Joel Schumacher.

5) George Clooney

Quasi totalmente fuori ruolo come Batman, George Clooney, protagonista di Batman & Robin, è un Bruce Wayne abbastanza convincente. L’attore possiede infatti il fascino per interpretare lo scapolo d’oro di Gotham, capace di far trasparire il suo legame affettivo con il maggiordomo Alfred (Michael Gough, per l’ultima volta nel ruolo) e un sentimento quasi paterno nei confronti di Dick/Robin. Nulla di straordinario, ma le sequenze in cui non entra in azione sono sicuramente le migliori, benché il personaggio (come avvenuto per Val Kilmer) sia tutt’altro che approfondito.

4) Ben Affleck

La vera e propria sorpresa. Playboy, stratega, geniale: tutte le caratteristiche che appartengono a Bruce Wayne sono rintracciabili nell’interpretazione di Ben Affleck, che si lascia alle spalle le critiche ricevute per Daredevil, prendendosi una grande rivincita sui suoi detrattori. Wayne e Batman procedono in maniera coerente in questa interpretazione aggressiva, carica di rabbia, in cui il personaggio è tanto misurato quando incontra i suoi avversari di giorno, tanto dimostra (quasi sempre) poca pietà negli scontri notturni. La nota più lieta di Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League è sicuramente lui.

3) Michael Keaton

Complesso il discorso su Michael Keaton, un Bruce Wayne/Batman che bisogna valutare in base a chi lo ha diretto, prima di tutto: Tim Burton. Keaton non rientra nei canoni di fascino classici, anzi, la sua è una ppersonalità più dimessa, cupa, introversa, anche nella quotidianità senza maschera. Sempre che ormai non sia Wayne la maschera, come esplicitato nella strepitosa sequenza del ballo in Batman – Il ritorno, mentre danza con Selina Kyle/Catwoman (Michelle Pfeiffer). In Keaton si legge tutto il senso di solitudine di Wayne, la sua lotta interiore, il dualismo tra luce ed ombra: poetica burtoniana applicata alla perfezione dall’attore, che regala una nuova e credibile immagine al miliardario di Gotham.

2) Adam West

Come Batman, anche Bruce Wayne di Adam West è totalmente figlio del period storico in cui è stato creato: gli anni ’60. Che in America, per cinema e televisione, sono gli anni del Codice Hays: West è quasi sempre in giacca e cravatta, misurato nel linguaggio, molto ironico e poco cupo, come del resto richiesto dal tono generale della serie e del film che ne è derivato. Le tinte dark non si vedono, ma probabilmente è per questa diversità – oltre al fatto di essere stato il primo sul piccolo (e grande) schermo – che Adam West è entrato nell’immaginario comune come uno dei migliori Wayne/Batman. Non ha paragoni con gli altri perché è totalmente altro: dai suoi dialoghi trasuda tutto l’intento edificante e quasi educativo nei confronti degli spettatori pù giovani.

1) Christian Bale

Il miglior Batman è anche il miglior Bruce Wayne, senza ombra di dubbio. Nelle diverse apparizioni della trilogia firmata  Christopher Nolan, Christian Bale riesce a regalare ogni sfaccettatura del carattere di Wayne. In Batman Begins (2005) viene mostrata la sua fragilità, che si legge nella paura, nel desiderio di vendetta e nella sua rabbia, riversata senza remore su chi si trova sulla sua strada: solo per un fortuito caso non sarà lui ad uccidere l’uomo che gli ha portato via i genitori da bambino. Il giovane e superficiale Bruce pian piano cresce, acquista consapevolezza, partecipa più attivamente agli affari della Wayne Enterprises e mostra tutte le sue doti di ingegno e organizzazione, culminando questo processo nel secondo film (2008). Decadente, disilluso e carico di rancore, il terzo Bruce Wayne di Christian Bale (2012) è quanto più vicino a Frank Miller: è l’uomo ad essere messo a nudo nelle sue fragilità, scontrandosi contro sé stesso per salvare Gotham, ancora una volta.

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