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Le migliori interpretazioni di Charlize Theron
La carriera di Charlize Theron, dopo esser stata modella, inizia nel 1996 con Music Graffiti, di Tom Hanks. La notorietà arriva con L'avvocato del diavolo, e da quel momento è in ascesa, muovendosi tra blockbuster e film d'autore e  arrivando a conquistare Orso d'argento, Golden Globe e Premio Oscar nel 2003 per Monster. Ecco la top 5 delle sue migliori interpretazioni:

5) Bombshell – La voce dello scandalo (Jay Roach, 2019)



Gli obiettivi del film, che nei momenti più ispirati sa essere anche serafico e paradossale, sono complessivamente tutti centrati, nonostante un andamento narrativo a tratti altalenante nella gestione dei diversi piani e un’osmosi tra il livello politico e quello mediatico non sempre ben oliata. Mentre è interessante notare come le figure femminili vengano duramente colpite e perfino logorate, anche nella fiction, dal macchiettismo gretto degli uomini che incontrano lungo il loro cammino. Charlize Theron, molti anni dopo Monster (2003) che le valse un Oscar come miglior attrice protagonista, ribadisce il suo talento a recitare con un trucco molto marcato senza lasciarsi travalicare dalla mimesi.

4) Tully (Jason Reitman, 2018)



Grandissima Charlize Theron, che aggiunge un ruolo importante alla sua carriera, quello di una madre sfatta e disfatta nel corpo e nello spirito, ingrassata e segnata, alla quale l’attrice regala notevoli sfumature, incidendo in una rappresentazione della femminilità assai onorevole per tridimensionalità, coscienza delle cose del mondo e senso, pragmatico, ma non per questo non speranzoso, della realtà. Soprattutto in relazione alle nuove generazioni, al netto, comunque, di qualche scaltrezza di troppo in sede di scrittura. L'attrice 42enne ha dovuto prendere più di 20 kg per incarnare questa madre sovrappeso e depressa e, stando a quanto dichiarato dall’attrice, questo regime alimentare l’ha portata a sperimentare la depressione in prima persona.

3) Mad Max: Fury Road (George Miller, 2015)



Una celebrazione frenetica dell'immaginario post-apocalittico, che collassa per ripartire da zero e regalare un impianto visivo tra i più parossistici del cinema americano del nuovo millennio: tra ininterrotti inseguimenti, esplosioni fragorose e lotte furibonde, la narrazione si stabilizza (volutamente) a livello elementare, esaltando la pura fascinazione estetica e articolando un tratteggio sulle derive ecologiche, nonché sul concetto stesso di contaminazione. Forma e deformazione (la disturbante progenie di freaks che Immortan Joe cerca di scongiurare tramite l'accoppiamento con avvenenti riproduttrici), organico e inorganico (la carne si fa cromata, i corpi diventano simili a macchine), speranza e redenzione (l'oscuro passato di Max e di Furiosa).

2) Young Adult (Jason Reitman, 2011)



Senza mai scadere nella retorica, Young Adult è un prodotto in buon equilibrio tra dramma e commedia, che racconta quello che può capitare quando la propria vita non assomiglia al romanzo che abbiamo sempre sognato. Non sempre la pellicola tratta questa complessa tematica con l'adeguato spessore, ma gli spunti (narrativi e registici) ci sono e tanto basta per renderlo un film credibile, profondo e gradevole. Ottima prova di una Charlize Theron in gran forma.

1) Monster (Patty Jenkins, 2003)



Patty Jenkins ha puntato quasi tutto sulla performance di un'ottima Charlize Theron (per entrare nella parte è ingrassata di oltre dieci chili e si è sottoposta a lunghe sessioni di trucco) che si è guadagnata il premio Oscar che l'Academy le ha attribuito come miglior attrice protagonista. Oltre a lei, però, c'è un film interessante che parte da un assunto presente fin nel titolo: chi è il vero mostro? Solo una donna assassina (che verrà giustiziata per i suoi reati accertati) o anche la società bigotta che la condanna, ancor prima dei tribunali?
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