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Corti Pixar: la storia, da "The Adventures of André and Wally B." ai nuovi arrivi su Disney+
Disney+ è arrivato, e saranno disponibili moltissimi contenuti originali inediti, tra cui spiccano alcuni cortometraggi animati Pixar. Tra questi, la serie Pixar Sparkshorts – che comprende Float, Purl, Kitbull, Smash and Grab, Wind e Loop –  e gli spin off dal mondo di Toy Story: I perché di Forky e Vita da lampada, con protagonista Be Poop. Ma quando sono nati i corti Pixar? 

Prima di Toy Story, fu The Adventures of André and Wally B., prima di John Lasseter (comunque ideatore, ma non regista) fu Alvy Ray Smith. Era il 1984, la Pixar come la conosciamo oggi non esisteva ancora, solo l’idea di poter pensare un intero film in computer grafica era considerata follia: uno dei punti in cui Walt Disney e Lasseter si somigliano, perché tanto Toy Story quanto Biancaneve sono frutto di anime visionarie e lungimiranti, che hanno avuto il coraggio di sognare. Tenendo sempre a mente le parole dello stesso Lasseter: «Che il suo lavoro sia generato a mano o con il computer, il primo obiettivo dell’animatore è quello di divertire e intrattenere. L’animatore deve avere chiare due cose: il concetto di cosa esattamente intratterrà la sua audience e, poi, gli strumenti e le competenze con cui implementerà quel concetto. Ma gli strumenti, nel senso di hardware e software, non sono sufficienti».

The Adventures of André and Wally B. è, come diversi corti seguenti, una prova generale per realizzare il Sogno, testando quindi le capacità di computer grafica: ecco quindi una trama semplice, un ragazzo che scappa da un calabrone che vuole pungerlo, ma totalmente rivoluzionaria dal punto di vista tecnico. Il limite di poter realizzare solo solidi geometrici come cilindri o sfere viene aggirato creando personaggi combinando insieme le figure e, di fatto, aprendo la strada all’animazione contemporanea: dopotutto, anche Mickey Mouse, vera fonte di ispirazione, è una combinazione di forme geometriche.



Il 1986 è l’anno della svolta. Steve Jobs acquista la divisione della computer grafica della LucasFilm e assieme a John Lasseter fonda la Pixar. Una società d’animazione, tuttavia, ha bisogno di un simbolo, ed è il cortometraggio Luxo Jr. a donarglielo: lo spunto è la sua lampada da scrivania, la Luxo ideata da Jacob Jacobsen. Primo film animato in 3D a ricevere una nomination agli Oscar e vero e proprio inizio della rivoluzione Pixar.


 
Il sogno di Red (1987) parla di un monociclo che sogna di esibirsi al circo. L’innovazione è da ricercarsi nel volto del clown presente nel cortometraggio, il primo volto umano modellato in 3D dalla casa di produzione.

 
Tin Toy (1988) è probabilmente quello che più si avvicina alla realizzazione del grande sogno di Lasseter, unendo una trama più complessa ad elementi tecnici notevoli per l’epoca. La storia, narrata dal punto di vista di un giocattolo (ricorda nulla?), parla di un pupazzo che viene spaventato e bistrattato dal neonato di casa, che agli occhi del protagonista diventa quindi un mostro, a tutti gli effetti. Il nuovo software Menv permise di affinare ulteriormente la tecnica, spianando la strada al primo Oscar di John Lasseter e della Pixar. 



Knick Knack (1989): storia di un pupazzo di neve innamorato che cerca in tutti i modi di uscire dalla snowball in cui è contenuto per raggiungere la ragazza dei suoi sogni. Un susseguirsi di azioni in stile slapstick che tanto ricordano lo stile di Chuck Jones, cui gli animatori si sono dichiaratamente ispirati. 
 


Da questo momento le energie sono tutte concentrate su Toy Story, vero trionfo animato e inizio di una nuova era del cinema d’animazione (3D e non solo), e che omaggia Luxo Jr. nei titoli di testa e gli altri corti delle origini nella sequenza in cui Woody parla al microfono con gli altri giocattoli: sono i titoli dei libri alle sue spalle, con autore Lasseter. I corti riprendono dal 1997, alternandosi tra corti promozionali per l’uscita di nuovi film e, invece, corti più significativi e profondi, che in pochi minuti riescono a condensare tematiche importanti. Si pensi ad esempio a Piper e al suo invito a superare le proprie paure, a Bao sul tema della maternità e del rapporto con i propri figli, o  Presto, che dietro alle risate nasconde una forte critica allo sfruttamento degli animali nei circhi. Opere più complesse che affiancano alla sperimentazione tecnica la possibilità di una comunicazione più rapida ed efficace di contenuti anche forti, non banali. Emozionando, spesso. 

 
Ecco l’elenco completo dei corti usciti dal 1997 ad oggi accompagnando l’uscita nelle sale dei film Pixar:

Il gioco di Geri (1997)
Pennuti spennati (2000)
L’agnello rimbalzello (2003)
One Man Band (2005)
Stu – Anche un alieno può sbagliare (2006)
Presto (2008)
Parzialmente nuvoloso (2009)
Quando il giorno incontra la notte (2010)
La luna (2011) di Enrico Casarosa
L’ombrello blu (2013)
Lava (2014)
Il super team di Sanjay (2015)
Piper (2016)
Lou (2017)
Bao (2018)

Altri cortometraggi, legati strettamente alle opere Pixar, disponibili solo in versione home video sono:

La nuova macchina di Mike (2002) di Pete Docter e Roger Gould
Jack-Jack Attack (2005)
di Brad Bird
Carl Attrezzi e la luce fantasma (2006) di John Lasseter
Il tuo amico topo (2007)
BURN•E (2008)
La missione speciale di Dug (2009)
George e A.J. (2009)
La leggenda di Mor’du (2012)
Centro feste (2014)
Il primo appuntamento di Riley (2015)
Interviste al Parco Oceanografico (2016)
Scuooola per piloti di Miss Fritter (2017)
Zietta Edna (2018)
Maximal Interjector
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