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Meno comedy e più dark: le nostre impressioni su "Dead to me", disponibile su Netflix

Non sapevo di stare così bene quando ero "normalmente" infelice.


Questa, attualissima, citazione viene pronunciata da Jen, una delle protagoniste della seconda stagione di Amiche per la morte - Dead to me.
Scritta dalla prolifica penna della commediografa Liz Feldman (2 Broke Girls), Dead to me è una dark comedy con accenni thriller targata Netflix in cui si snoda, tra problemi di vita quotidiana e insospettabili drammi, l’amicizia dell’agente immobiliare Jen (Christina Applegate) e dell’insegnante di una casa di riposo Judy (Linda Cardellini), sbocciata in un gruppo di sostegno.
Jen, infatti, è rimasta vedova a seguito di un incidente stradale che ha causato la morte del marito Ted, per omissione di soccorso, mentre Judy ha perso il compagno Steve (James Marsden) a causa di un infarto. L’amicizia tra le due donne è del tutto particolare e spiccano sin da subito le loro differenti personalità: Jen è ricca e madre di due ragazzi, ha un carattere scontroso, difficile, al limite della sopportazione per chi le sta attorno; Judy, invece, è povera e sola, ha un’indole mite, affettuosa, è “un angelo innocente sceso dal cielo”, come la definisce la stessa amica Jen.


Le due donne diventano da subito amiche, confidandosi le loro ferite a colpi di telefonate notturne o bevendo un bicchiere di vino a bordo piscina, fino a quando si scoprirà che, a uccidere involontariamente il marito di Jen, è stato proprio il compagno di Judy, Steve, che nel frattempo è vivo e vegeto, anche se per poco: il ricco e cinico Steve morirà in una notte fatale, colpito da Jen in preda all’ira causata dalle parole molto offensive sulla loro relazione che l'uomo le ha urlato contro.
(Quando Jen è in preda a uno dei suoi tipici e soventi atti di isterismo anche le impeccabili troupe dei set americani di Netflix possono sbagliare: durante il secondo episodio, al minuto 4:40, in alto a destra vedrete spuntare un microfono).


In questa seconda stagione ritroviamo le due amiche che cercano di sbarazzarsi del cadavere nascosto in garage dentro un freezer, ma soprattutto troviamo due persone che devono fare i conti con se stesse e con il mondo che le circonda. Infatti, a turbare ulteriormente il loro provato equilibrio, sarà Ben, gemello di Steve, (sempre impersonato da James Marsden) in cerca del fratello scomparso.


“Credo che alcune volte si abbia più bisogno di un amico, che della verità” dice una sera Jen alla compagna di giochi del figlio piccolo.
Dead to me, infatti, è uno show che punta a mostrarci l’importanza del sentimento più raro che esista tra due persone, quello dell’amicizia.


La complessità del personaggio di Jen, che deve affrontare il lutto del marito, una carriera, due figli, una suocera invasiva che detesta e, adesso, anche il suo essere un’assassina, messa in relazione alla placida e dolce Judy, alla quale interessa solo scoprire il lato buono delle persone, è il fulcro della storia: Jen è totalmente irascibile, sempre arrabbiata, in questa seconda stagione, addirittura il figlio adolescente la prega di avere un minimo di serenità nella vita di tutti i giorni; Judy dall’altro lato è positiva e sempre in cerca di una soluzione per ogni problema.


Per questa seconda stagione, lo spirito comedy è davvero ridotto al minimo, al contrario del lato dark e thriller. Prendono il sopravvento le angosce di Jen sul suo futuro, Ben che insieme alla polizia cerca disperatamente il fratello e, dulcis in fundo, l’amore che nasce tra lui e l’assassina del gemello. Insomma, speravamo di trovarci in una stagione più “leggera”.


Dead to me è un prodotto che nasce dalle migliori intenzioni, e ben confezionato, che tuttavia non riesce a collocarsi veramente da nessuna parte, a scovare la sua vera identità, a trovarsi.
Una commedia dark? Un soft thriller? Una lettura dal taglio particolare sul tema dell’amicizia? Non è molto chiaro.


Quando le due donne nascondono il cadavere e decidono di costituirsi, con sorprendenti risvolti a loro favore, e quando tutto sembra tornare a una parvenza di normalità, ci troviamo di fronte a un colpo di scena totalmente inaspettato. Sicuramente una terza stagione ci svelerà le conseguenze di questo finale-non finale.


Caterina De Sanctis

Maximal Interjector
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