Edimburgo al cinema: sogni e fantasmi di una città crepuscolare
15/07/2020
“Se piove il giorno di St Swithin,
pioverà per quaranta giorni,
se è bello il giorno di St Swithin,
resterà bello per quaranta giorni.”

Così recita un vecchio detto inglese in riferimento al 15 luglio, giorno della memoria liturgica di Swithin, vescovo di Winchester. Il legame tra il santo e gli andamenti metereologici affonda le proprie radici in una leggenda: in seguito al trasferimento della sua salma, atto che andava contro alle sue ultime volontà, si scatenò un feroce temporale, simbolo (o presunto tale) del dissenso del santo. Questi riferimenti saranno certamente noti a chiunque abbia seguito la storia di Emma Morley (Anne Hathaway) e Dexter Mayhew (Jim Sturgess) nel romanzo di David Nicholls Un giorno, una storia di amore e amicizia che ha mosso i suoi primi passi sulle ripide e acciottolate strade di Edimburgo. È proprio questa crepuscolare e misteriosa città il fil rouge che lega questa selezione di pellicole in un percorso ideale volto a farvi respirare un angolo di Scozia, nella speranza di rievocare in voi gli echi di Scotland the Brave oppure, meglio ancora, il pungente sapore dell’haggis.

La ragazza con la pistola (1968) di Mario Monicelli. Commedia non certamente fra le più riuscite fra quelle del regista romano a cui però va dato merito di aver ancora una volta rilanciato la carriera di un'attrice, fino a quel momento apprezzata soltanto in ruoli drammatici, come Monica Vitti. Nonostante l’azione si sposti ben presto nella Swining London degli anni 60’, l’inizio del film è ambientato proprio a Edimburgo, città in cui il personaggio della Vitti andrà incontro a una serie di imbarazzanti gaffes. La facciata della Tolbooth Kirk ci proietta immediatamente in uno dei posti più noti della città: la Royal Mile.



Trainspotting (1996) di Danny Boyle. Scomodo, amorale e sporco, Trainspotting vuole essere emblematico di un certo tipo di sottocultura giovanile (in questo caso inglese e, per la precisione, scozzese), presentandosi come un'opera di crudo realismo con squarci di inquietante onirismo allucinato. Nonostante il film sia ambientato a Edimburgo solo la famosa scena iniziale è girata nella città: troviamo infatti Princes Street; le scalette accanto al Black Bull Pub; e, poco più avanti, l’incrocio in cui Ranton viene investito.



Ladri di cadaveri - Burke & Hare (2010) di John Landis. Film che tira a lustro il talento appannato di un regista dimenticato, complice una storia ispirata a fatti reali (“tranne quelli che non lo sono”, chiosano i titoli di apertura). La pellicola è un omaggio alla commedia nera britannica e restituisce a pieno l’animo maledetto di una città che si nutre delle sue stesse macabre leggende.



One Day (2011) di Lone Scherfig. Film che non brilla per intuizioni e soluzioni narrative particolarmente originali. Va però detto che Edimburgo sembra emergere da un sogno: il timido lucore dell’alba ci restituisce l’incerto affacciarsi alla vita dei nostri due protagonisti. Victoria Street e Calton Hill sono i posti dell’incanto notturno: luoghi in cui poter coltivare sogni e speranze della giovinezza. Con l’arrivo del nuovo giorno ad attendere Emma e Dexter c’è la realtà: per loro è tempo di crescere e affrontare quell’ardua scalata che è l’Arthur’s Seat.



Cloud Atlas (2012) di Tom Tykwer, Lana e Lilly Wachowski. Prodotto affascinante ma macchinoso e contorto, che finisce per rimanere in parte vittima delle proprie (eccessive) ambizioni. Da ricordare il silenzioso addio consumatosi fra Robert e Sixsmith fra le guglie dello Scott Monument.



Posto d’onore per un film di animazione che, grazie a uno stile visivo di rara delicatezza, è in grado di ricreare la magia di Edimburgo.

L’illusionista (2010) di Sylvain Chomet. Piccola grande opera di animazione (praticamente muta) che dà vita a un protagonista memorabile: un'illusionista ormai incapace di stupire un pubblico troppo disincantato per credere alle sue piccole magie.



Simone Manciulli

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