Partiamo dai numeri: 19 titoli in programma, tra cui 6 film recentissimi inediti in Italia, usciti in patria tra il 2020 e il 2021. 8 lungometraggi realizzati nel decennio 2008-2018, tra cui Until the Break of Dawn, film del 2012 che regala al pubblico un’altra straordinaria interpretazione dell’attrice Kiki Kirin (scomparsa nel 2018), questa volta nel ruolo di una nonna dotata del potere di ricongiungere i vivi con i morti. 2 documentari che puntano l’attenzione su uno sport e su un cibo che immediatamente richiamano il Giappone al solo nominarli: parliamo del il sumo, svelato negli aspetti più intimi e nascosti nel film documentario Sumo-do - The Successors of Samurai - (2020) e il ramen, tipica zuppa a base di spaghetti di frumento che rappresenta forse il cibo più amato e consumato dai giapponesi di ieri e di oggi nell’intero arcipelago, reso leggendario dal protagonista di The God of Ramen (2013); due lavori esclusivi, appassionati e, come sempre, rispettosi delle vite dei protagonisti cui si chiede di raccontare e raccontarsi davanti alle telecamere. 2 anche i film di animazione, The Time of Eve The Film (2010) e Patema Inverted (2013) diretti dal regista Yoshiura Yasuhiro, fine osservatore dell’animo umano, che analizza con tocco delicato e razionale le dinamiche interpersonali e le difficoltà di comunicare, immagina possibili interazioni tra umani e androidi e ipotizza mondi rovesciati che spiazzano lo spettatore, facendolo vacillare di fronte a punti di osservazione della realtà del tutto inconsueti.

Importante messaggio dei film animati di Yoshiura è che il “diverso” non deve diventare un “mostro” e che va accettato per quello che è senza presumere di comprenderlo con le nostre logiche o trascinarlo dalla nostra parte per integrarlo o assimilarlo a noi. (A breve disponibile sul sito del Festival un'intervista a Yoshiura Yasuhiro). A rappresentare la sezione classici un solo titolo, che però vale oro... nel vero senso della parola: RASHOMON (1950) di Kurosawa Akira, il film che ha svelato il cinema giapponese all’Occidente conquistando un meritatissimo Leone d’Oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 1951, e che troneggia da oltre 70 anni in cima all’Olimpo del cinema di tutti i tempi. La storia si svolge in Giappone circa mille anni fa. In una località di montagna viene ritrovato il corpo senza vita di un samurai. Sua moglie, un abitante del villaggio, un bandito della zona e altri che hanno assistito alla morte dell'uomo, testimoniano tutti davanti agli ufficiali. Tuttavia, ognuno fornisce una diversa versione dei fatti. Uno dei film più celebri della storia giapponese che si interroga se può mai esistere la verità in questo mondo. Nel ruolo del bandito Tajomaru il leggendario attore Mifune Toshiro.

Veniamo ai titoli e ai contenuti degli altri film. Molti i film di formazione e i lavori che indagano i legami familiari, interpersonali e l’autodeterminazione, riportando l’attenzione sull’importanza di condividere con gli altri le proprie insicurezze, emozioni e difficoltà sia nella fase dell’adolescenza che in quella adulta e senile. Un invito ad affrontare la vita con dinamiche opposte a quelle messe tristemente in atto dagli ‘hikikomori’, che praticano il ritiro dalla società e l’autoreclusione in una stanza, lasciando fuori il resto del mondo o sfiorandolo solo virtualmente attraverso lo schermo del PC. Tra i titoli usciti in Giappone nel 2021 figurano It’s a Summer Film! esordio al lungometraggio di Matsumoto Soushi, Aristocrats di Sode Yukiko e Ito di Yokohama Satoko.

Per scoprire il programma completo, visita il link: https://jff.jpf.go.jp/watch/jffonline2022/italy/ 

Si ringrazia Isabella Lapalorcia dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma.