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John Travolta alla Festa di Roma 2019: "Quella volta che spezzai il cuore a Terrence Malick"

Tra le stelle che hanno illuminato il red carpet della Festa del Cinema c'è sicuramente John Travolta, che ha parlato di come Richard Gere abbia accettato molti ruoli che lui ha rifiutato (American Gigolo, Ufficiale e gentiluomo, Chicago), ma anche di tantissimo altro: ecco le dichiarazioni salienti dell'attore nell'incontro ravvicinato col pubblico dell'Auditorium, che l'ha accolto con grandissimo (e ricambiato) entusiasmo. 

La famiglia 

Mia madre era una regista e un’attrice, mia sorella un’attrice, eravamo tutti ossessionati dal cinema in casa fin da quando ero molto piccolo. Guardavamo La strada di Fellini, Ieri, oggi e domani con Sofia Loren. Lo spirito di tanti film, ad esempio quelli di Jim Cagney, mi hanno spinto a volerli emulare. La mia famiglia non mi ha mai ostacolato, sollecitava il mio istinto artistico.

L'interpretazione di Bill Clinton ne I colori della vittoria

È stato gentile e carino nei miei confronti, quando lo incontrai. Il film non era tenero con lui, ma da buon politico ha saputo accettare un punto di vista diverso dal suo. Mike Nichols fu anch’egli un vero piacere, una volta venne nel mio camper e io l’accolsi come se fossi il Presidente, come se fossi Clinton! Fui molto professionale, come mi aveva consigliato da piccolo mia madre.

Terrence Malick 

In assoluto l’uomo più sensibile che abbia mai conosciuto. Purtroppo ero sotto contratto per un altro film e dovetti rinunciare a I giorni del cielo. A quanto pare quel personaggio, e il fatto che lo interpretassi io, era fondamentale per la sua visione e più tardi mi vennero a dire che Malick non lavorava più a Hollywood per questo. 17 anni senza fare più niente…Mi resi conto di aver spezzato il cuore a Terrence Malick. 

Il provino per Jesus Christ Superstar

A 17 anni feci un provino per Jesus Christ Superstar e il produttore scrisse su un pezzo di carta: “Questo ragazzo è troppo giovane per questo film, ma tenetelo d’occhio perché diventerà qualcosa di grande”. Diversi anni dopo me l’ha mostrato, dopo avermi offerto il ruolo da protagonista ne La febbre del sabato sera e in Grease. Questa storia insegna che, se pianti un semino, da qualcosa che va storto può sempre nascere qualcosa di più grande e importante.

Vincent Vega in Pulp Fiction

All’inizio Quentin non era d’accordo sul fatto che il personaggio avesse i capelli lunghi, ma abbiamo fatto una prova, mi sono messo un orecchino e continuavo a parlare davanti la macchina da presa agitando la testa e i capelli. Alla fine Tarantino ha trovato che funzionasse perfettamente e mi ha detto: “Va bene, fallo così!”. 

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