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Joker: da Romero a Phoenix, 53 anni di trasposizioni del principe del crimine di Gotham

 

Joaquin Phoenix è solo l’ultimo attore ad aver vestito i panni del Joker, nemesi di Batman e Principe del crimine di Gotham City. Diversi gli interpreti per un ruolo inquietante e affascinante, ricco di sfaccettature e di possibili interpretazioni, al punto che nessuno di loro si somiglia, che sia per volere del regista o per scelta dell’attore. Spesso ci si è interrogati su quale sia il migliore, ma è difficile stilare una classifica, proprio in virtù di una differenza di presenza scenica e di contesto storico che non rendono possibile una scelta. 

Il primo ad indossare i panni di Joker è stato Cesar Romero, tra i villain dell’adattamento televisivo di Batman andato in onda in televisione tra il 1966 e il 1968, con Adam West nel ruolo di protagonista. Joker chiaramente compare anche nel film, spin-off della serie, realizzato nel 1966. Si tratta di una versone che assomiglia più a un sit-com, se paragonato ai toni cupi successivi, ma il Joker (chiamato “il Jolly” nel doppiaggio italiano) di Romero, con i baffetti visibili sotto il cerone, è entrato di diritto nell’immaginario comune.

Nel 1989 la Warner Bros. decide di affidare Batman a Tim Burton, che riversa tutta la sua arte visionaria nel progetto, scegliendo Joker come antagonista e Jack Nicholson come attore per interpretarlo. Iconico, l’attore regala un’interpretazione strepitosa sia come Jack Napier sia come Joker, riuscendo a mescolare sapientemente ironia e crudeltà, humor nero e violenza, ma sempre con fascino e senso dello spettacolo. Sopra le righe in tutto, nato dopo una caduta in una vasca piena di acido, l’artista dell’omicidio, avanguardista estetico (memorabile la sequenza nel museo di Gotham, dove si diverte a deturpare i quadri classici, lasciando intatto solo Figure with Meat di Francis Bacon). “Do I look like I’m jokin’?”

È il 1992 quando Bruce Timm (autore) e Paul Dini (sceneggiatore) danno vita alla prima, splendida, serie animata su Batman. Tra gli antagonisti principali non poteva esserci che Joker, che come nel film di Burton un tempo si chiamava Jack Napier e che, prima di essere un malavitoso, ha cercato successo come cabarettista: per far ridere, ora, usa un gas esilarante letale. Oltre che per la qualità dell’animazione, è rilevante che per doppiarlo sia stato scelto Mark Hamill, che ha prestato la sua voce anche nei film animati e per i videogiochi: Arkham Asylum, Arkham City e Arkham Knight. Nella serie animata è presente anche Harley Quinn, all’anagrafe Harlene Quinzel, colei che fu psichiatra di Joker ad Arkham fino ad esserne innamorata e totalmente succube. 

Presentato nel 2005 al termine di Batman Begins, quando Gordon (Gary Oldman) mostra a Batman (Christian Bale), una carta con il Jolly, è nel 2008 che Heath Ledger porta in scena una versione totalmente rivoluzionaria di Joker. Merito di Christopher Nolan, sicuramente, ma soprattutto dell’enorme talento dell’attore australiano, che ha ricevuto un oscar meritatissimo, purtroppo dopo la sua tragica morte avvenuta il 22 gennaio 2008. Il cavaliere oscuro porta lo spettatore in una Gotham City che tanto si avvicina a New York e che ha creato a tutti gli effetti un folle anarchico, sadico e portatore di caos, un’immagine differente dal fumettistico burtoniano che uccideva con gas esilarante. Niente volo nell’acido, niente origini per un personaggio inquietante e misterioso (lui stesso fornisce diverse versioni di come si sia fatto quelle cicatrici sul volto), di diritto entrato nel mito: complesso e disturbante per quanto sia credibile, per quanto sia lontano dal fumetto e così vicino alla follia reale. Why so serious?

Jared Leto veste i panni di Joker nel 2016, inserito nel progetto di Suicide Squad, dove a funzionare (anche se solo parzialmente), erano solamente lui e Harley Quinn, interpretata da Margot Robbie. L’accento viene posto sulla follia dominatrice del personaggio, pieno di tatuaggi, tra cui un sorriso inciso indelebilmente sulla pelle del dorso della mano. Non indimenticabile, ma neanche deprecabile, le uniche sequenze ben riuscite dell’opera sono infatti quella in cui si getta nell’acido assieme all’amata e quella in cui danza con lei, omaggio al comic Batman: Harley Quinn, del 1999. 

Infine, lo straordinario Joaquin Phoenix che dà al suo Arthur Fleck una mimica e una gestualità unica, che rimanda addirittura al Travis Bickle di Taxi Driver, film esplicitamente citato dalla pellicola di Todd Phillips. Basta la prima inquadratura per notare la potenza della prova di Phoenix, in una delle sue prove più importanti in carriera. Le prossime fermate dell'attore? Il Golden Globe e un Oscar che, se andasse in porto, sarebbe davvero un premio storico.

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