"Lezioni di piano" - Le vostre analisi!
24/11/2021
Durante il workshop dedicato all'analisi del grande film di Jane Campion abbiamo proposto ai partecipanti di scrivere una loro analisi collegata a "Lezioni di piano": ecco il lavoro che ha meritato la pubblicazione!

Lezioni di piano
: Harvey Keitel, 4 grandi interpretazioni in 3 anni
di Alessandro B.


Harvey Keitel è nato a New York nel 1939, in oltre 50 anni di carriera ha partecipato a decine di film, si tratta di una lunga lista, estremamente eterogenea per ruoli ricoperti, temi trattati, registi incontrati, esiti commerciali e di critica. La cosa singolare però è che quattro delle sue interpretazioni più importanti e sicuramente quelle per le quali è ricordato maggiormente dal grande pubblico siano state presentate nello spazio di pochi mesi, tra il 1992 ed il 1994.

Le iene (1992) e Pulp Fiction (1994) di Quentin Tarantino
Bisogna innanzitutto ricordare il suo ruolo di coproduttore che fu fondamentale per far partire il film e quindi l'intera carriera di Tarantino; Keitel legge la sceneggiatura, se ne appassiona e fa di tutto per realizzare la pellicola. La sua interpretazione di Mr. White può essere considerata un nuovo inizio professionale, da allora sarà molto più selettivo nella scelta dei ruoli proposti. In un film corale, il suo personaggio assume comunque un carattere centrale: nell'incipit dimostra grande confidenza con il boss, il suo nome è il primo ad apparire nei titoli di testa dopo quello del regista (ed anche in quelli di coda), quando inizia l'azione vera e propria lo troviamo in macchina con Orange, gravemente ferito: riesce a trascinarlo dentro il magazzino e cerca di confortarlo, si sente responsabile per lui, anche se non può portarlo in ospedale. Quando arriva Pink i due si confrontano duramente su quanto accaduto durante la rapina esprimendosi i propri dubbi. E' molto severo con Blonde, che avrebbe compromesso il colpo iniziando a sparare e uccidendo molti civili. Nei vari flashback che precedono la rapina abbiamo una conferma della grande familiarità con i due boss, tanto è vero che partecipa all' "audizione" di Tim Roth per il quale manifesta un certo affetto e confidenza che porteranno a difenderlo dall'accusa di essere l'infiltrato, nonostante i tanti indizi che si accumulano in quella direzione, fino al climax finale con il Mexican standoff. Al termine della sparatoria padre e figlio rimangono uccisi, mentre White, che adesso sappiamo chiamarsi Larry, moribondo si avvicina ad Orange che gli rivela di essere un poliziotto. Sul primo piano di White che urla di disperazione, sentiamo sia le voci dei poliziotti sia una serie di spari confusi: forse è proprio White che ha deciso di uccidere l'amico dal quale si sente tradito, ma l'inquadratura non mostra nulla, rimane sul volto di Keitel che cade di lato, uscendo di scena.
In Pulp Fiction Keitel compare solo per una decina di minuti, nel segmento "The Bonnie Situation", ma la sua interpretazione di Winston Wolf è rimasta memorabile e continua ad essere citata dalle persone più improbabili in qualsiasi contesto, anche politico, finanziario, sportivo, e d'altra parte chi non sente il bisogno di qualcuno che arrivi dicendo "I'm Mr. Wolf, I solve problems." e che poi lo faccia bene e velocemente. Arriva sgommando poco dopo avere ricevuto la chiamata di soccorso, comincia a dare istruzioni precise al limite del maniacale, ma anche qualche lezione di educazione ai due killer che considera come dei ragazzini a partire dall'abbigliamento con maglietta e bermuda, mentre tratta con educazione e comprensione il padrone di casa, interpretato dallo stesso Tarantino, prima di allontanarsi come un affascinante corteggiatore dopo avere completato la missione.

Il cattivo tenente (1992) di Abel Ferrara
Harvey Keitel presta il volto ed il corpo al personaggio di Abel Ferrara, solitario, contraddittorio, maledetto, destinato ad una spirale di autodistruzione tra peccato e redenzione. Il protagonista è un corrotto tenente della polizia di New York che non rinuncia ad alcun vizio: sesso, droga, alcol, scommesse, pur essendo cattolico e con una famiglia numerosa da mantenere. Mentre indaga su uno sconvolgente atto di violenza avvenuto ai danni di una suora all'interno di una chiesa è distratto dai suoi loschi affari e da una disastrosa serie di scommesse sulle Super Series di baseball tra New York Mets e Los Angeles Dodgers: il debito nei confronti della malavita raddoppia da un giorno all'altro e le mazzette che continua ad intascare non sono sufficienti a saldarlo. Nel finale un inatteso atto di riscatto non lo salverà da un tragico epilogo.

Lezioni di piano (1993) di Jane Campion
Come nel film precedente Keitel si affida completamente alla regista, mettendo a nudo sia il proprio fisico, muscoloso ma sgraziato, sia le fragilità del personaggio. La storia è quella di Ada, una musicista vedova che a metà dell'Ottocento viene inviata come sposa nella lontana Nuova Zelanda. La prima volta che vediamo George Baines sembra solo un collaboratore del marito di Ada incaricato di tenere i rapporti con gli indigeni, ma ben presto scopriamo che anche lui è un ricco possidente, anche se vive da solo in una baracca. Confessa di non sapere leggere e racconta che la moglie lo ha abbandonato per tornare in Inghilterra, è deriso da tutti e considerato come un selvaggio perché ha forti legami con i maori e ne ha seguito usi e tradizioni, come l'inquietante tatuaggio facciale. Malgrado il suo atteggiamento scontroso è a lui che Ada si rivolge per farsi accompagnare sulla spiaggia dove è rimasto il pianoforte; vedendola suonare completamente trasformata, felice e serena si innamora di questa originale figura mitologica: una donna che non può parlare e che si esprime attraverso il suo pianoforte a cui sembra indissolubilmente legata. Compra lo strumento in cambio di una enorme quantità di terreno ed inizia un imbarazzato ma intraprendente corteggiamento. Solo dopo aver riconquistato il suo amato piano Ada sorprendentemente cede ed inizia a ricambiarlo, in un crescendo di passione ed erotismo, suscitando una violenta reazione nello sbigottito e furioso marito. Il finale ci regala prima una poetica tragedia (mancata) e poi un confortante lieto fine dove la nuova coppia ha la possibilità di ricominciare serenamente.

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