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Master MICA - Analisi di "The Lobster"

Gli studenti del Master in Management dell'Immagine, del Cinema e dell'Audiovisivo dell'Università Cattolica di Milano, hanno svolto delle interessanti analisi per il corso di Storia e scenari dell'immagine e dell'audiovisivo: le pubblichiamo con piacere sul nostro portale! Complimenti!

Aurora Chen Wan Lu - The Lobster (2015) di Yorgos Lanthimos

INTRODUZIONE
In questo elaborato verrà analizzato il titolo The Lobster, uscito nel 2015 e scritto e diretto da Yorgos Lanthimos, regista greco, che con questo film inaugura il suo ingresso nel cinema internazionale; questo è difatti il suo primo lungometraggio in lingua inglese.
L’analisi ha lo scopo di recuperare gli elementi appartenenti alla contemporaneità rappresentati dal film affrontandoli in cinque paragrafi: Compatibilità, Società, Aragosta, Slowmotion e Finale. Si toccheranno temi che riguardano il modo contemporaneo di rapportarsi alle persone, come viene percepita la ricerca dell’anima gemella e i simbolismi nascosti nel titolo.
Specialmente in questo caso, va segnalato il fatto che questo sia il lavoro di un regista che ha introdotto una nuova maniera di fare cinema in Grecia, facendo parlare di una nouvelle vague greca che verrà poi seguita da altri registi compaesani. Infatti, i film di Lanthimos creano una modalità di rappresentazione: sono freddi, cinici, crudeli e considerano in maniera negativa l’essere umano.
Come ultima nota, nell’analisi sono stati inseriti dei frame del film tratti dal DVD italiano, non avendo l’opzione dei sottotitoli originali questi ultimi sono in italiano, ma le citazioni a cui si farà riferimento saranno in lingua originale, in quanto ritenute più accurate.

COMPATIBILITÀ
Il primo tema che emerge visionando The Lobster è quello della compatibilità.
Il film debutta in un periodo storico in cui le relazioni sociali, soprattutto sentimentali, hanno assunto dei connotati profondamente diversi rispetto alle relazioni del secolo precedente, è infatti questo il tema principale che il regista ha deciso di affrontare rappresentandoci questa distopia, portando a galla i seri temi critici di oggi: l’individualizzazione e la superficializzazione.
Per affrontare questa questione, è importante partire da una premessa. Nel 2012 viene lanciato Tinder, una app mobile nata per gli incontri, in modo da facilitare la comunicazione e l’avvicinamento di persone single o in cerca di compagnia. Questa applicazione si basa sul matchare un altro individuo basandosi solamente su un paio di foto, una biografia breve e i social network collegati (Spotify, Instagram), in pratica basandosi su una rapida prima impressione e su elementi superficiali. In seguito al match, le due persone potranno comunicare in chat e, nel caso in cui dovesse nascere un interesse, vedersi di persona.
Questa tipologia di approccio ricorda molto il metodo che viene applicato nella società di The Lobster: le coppie si formano nel momento in cui entrambe le persone condividono una caratteristica in comune. Visto con questo punto di vista, l’inizio del film assume un significato differente: la registrazione in hotel diventa un’iscrizione ad un sito di incontri, in cui vengono chiesti dati di profilazione come l’orientamento sessuale; il fatto che non si possano tenere oggetti personali è un modo per porre tutti gli utenti allo stesso livello, per cui si può essere scelti parimerito; l’armadio standardizzato è specchio di un modello di uomo o donna ideale a cui si ispira: per gli uomini ci sono pantaloni grigi, camicie bianche e azzurre, un blazer, una cravatta e altro, mentre per le donne ci sono abiti a fiori.
Nel momento in cui ci si approccia ad uno sconosciuto, soprattutto su una app come Tinder, gli argomenti di discussione diventano quei pochi elementi che si inseriscono nel profilo e spesso le conversazioni parlano del niente e perdono di umanità; allo stesso modo in The Lobster i dialoghi sono fortemente alienanti, si parla di banalità e non si instaurano delle relazioni concrete.
In questo modo entra il tema dell’individualizzazione, poiché la nostra realtà sociale sta andando verso un mondo sempre più individuale, dove le persone tendono a isolarsi piuttosto che ad aggregarsi spontaneamente e dove i contatti con l’esterno sono sempre più radi e sempre più intermediati attraverso altri mezzi, come il telefono. Non si compra nei negozi ma si compra online, non si esce fuori a cena ma si ordina d’asporto direttamente a casa, non si conoscono persone dal vivo ma attraverso un’applicazione. Una filosofia come quella di Tinder ha fortemente cambiato il modo di relazionarsi con gli altri portando anche ad una superficializzazione delle relazioni, per cui diventa difficile andare oltre alla prima apparenza.
Sempre collegato a questo discorso, negli ultimi anni è nato il fenomeno sociale chiamato “incel” (involuntary celibate), il quale definisce una categoria di uomini fortemente misogini che nel corso della loro vita non hanno avuto relazioni sessuali col sesso opposto, sostenendo che ciò avvenga per colpa delle donne e per cui loro non siano altro che delle vittime.
Secondo loro l’ipergamia è ciò che ha rovinato la nostra attuale società, portando le donne a scegliere uomini “al di sopra” del loro standard lasciando quelli “al di sotto” senza partner.
Le caratteristiche fisiche come la conformazione del volto, la larghezza dei polsi e soprattutto l’altezza sono ciò che, secondo loro, in maniera imprescindibile, rendono un uomo attraente agli occhi di una donna e, se a un uomo mancano queste determinate caratteristiche egli è destinato ad una vita di solitudine.
Gli incel sono delle persone normali, insospettabili, che però formano su Internet diverse comunità tramite forum, thread, gruppi, in cui sfogano le loro frustrazioni, alimentando in maniera poco razionale i loro complessi e disturbi e portando, nei casi più gravi, a episodi di violenza o di stragi.
The Lobster in questo senso tratta le stesse tematiche: nella società distopica che viene rappresentata, una persona può vedersi accettata ed esistenzialmente realizzata solo nel momento in cui si trova in compagnia di un partner.

SOCIETÀ
The Lobster contrappone due modelli societari distinti e agli antipodi: una società dove si è accettati solo se si è in coppia e una società dove si è accettati solo se si è soli.
Il modello che viene socialmente riconosciuto come corretto è il primo, ovvero una società dove essere single è un crimine (ci sono membri della polizia che verificano i certificati di matrimonio nel momento in cui una persona sia in giro da sola), dove la vita sentimentale ha una scadenza (45 giorni), dove è tutto vincolato all’attrattività (non fumare per cacciare e baciare meglio, non perché fa male alla salute) e dove la vita di coppia è, in discorsi retorici e stereotipati, idealizzata come unico scopo di vita esistente (graficamente reso con la pomata per la schiena del protagonista, per cui è difficile spalmarla senza l’aiuto di qualcuno).
Nell’albergo in cui si colloca la prima parte del film vengono attuate diverse partiche per ribadire questo concetto: il primo giorno viene ammanettata una mano, non ci si può masturbare, vengono promossi eventi per socializzare, si lanciano slogan come “Life is better in two”.
È una società sterile dove i single vengono spogliati di tutte le loro caratteristiche, come a dire che da soli gli individui perdono il loro ruolo societario e dove non si hanno più le sfumature: gli abiti sono gli stessi, per le scarpe non ci sono le mezze misure, i colori sono desaturati e mancano di vivacità.
Incontriamo il secondo modello societario esattamente a metà film e il concetto del cambiamento viene messo in evidenza tramite una sovrimpressione dell’immagine della Transformation Room e della foresta, casa dei Solitari, e tramite il commento “This was the start of his new life”.
Subito ci si rende conto che questo nuovo modello ha le stesse costrizioni del primo, anche in questo caso ci sono delle punizioni che vengono inflitte, ma cambiano però le motivazioni, poiché vengono puniti i Solitari che vengono colti in situazioni romantiche.
Questi ribelli sono fermamente convinti del fatto che il modello socialmente riconosciuto sia profondamente sbagliato e lo dimostrano assaltando le coppie dell’albergo, mostrando come la loro relazione non sia altro che solo apparenza, per cui gli viene detto “You two are not suited” e per cui il marito di una coppia non pensa due volte prima di sparare – per finta – alla propria moglie.
Emerge come l’amore tanto idealizzato non sia altro che superficialità, egoismo e meschinità, ma in realtà questi due elementi non sono altro che il sottofondo di tutte le personalità che vengono rappresentate in The Lobster: quando Colin Farrell e Rachel Weisz si innamorano, Colin ricade nelle logiche della società da cui è scappato, in quanto prova interesse per la donna solo perché condividono lo stesso tratto distintivo, la miopia. 
Si comprende che sia un’attrazione solo apparente poiché, appena la donna viene resa cieca tramite l’operazione chirurgica, la sua prima reazione è dire “Why did you have to blind me? You could have blinded him!” e appena Colin Farrell scopre che lei ha perso totalmente la vista, il suo interesse per lei cala drasticamente.
Per esempio, vi è una scena in cui il protagonista canta la canzone che lui e la donna avevano sincronizzato con i loro lettori CD (“Where The Wild Roses Grow” di Nick Cave & The Bad Seeds) e gli passano attorno dei conigli, cibo preferito della donna, e lui li ignora, mentre per il resto del film portarle un coniglio era un tema ricorrente per approcciarla. Il fatto che sia stata inserita in quel contesto quella canzone legata ad un ricordo per lui positivo, potrebbe essere un vano tentativo dell’uomo di provare a far riemergere i suoi sentimenti e la sua attrazione nei confronti della donna.
Quest’ultimo elemento fa riflettere sul fatto che la superficialità legata agli elementi in comune dei personaggi non derivi altro che dal tempo limitato offerto dall’albergo, per cui le relazioni non si possono approfondire in maniera esauriente, facendo internalizzare questa superficialità che rende emotivamente disabili portando a credere che sia la base concreta di una relazione sana.
I Solitari vanno totalmente contro questo concetto, rifiutando l’idea di una relazione senza senso che si basi su queste fondamenta e che alla fine non fa altro che far emergere l’egoismo delle persone che preferiscono stare in una relazione sconveniente piuttosto che rimanere soli (Colin Farrell con la donna senza cuore, John con la donna che perde sangue dal naso), motivo per cui vogliono rompere la relazione tra Colin Farrell e Rachel Weisz, per far “aprire” loro gli occhi.
Colin Farrell ci ha dimostrato nel film di avere una mentalità ibrida sull’argomento, per cui rifiuta i meccanismi della società standard, ma ne rimane comunque soggiogato; questo ragionamento è talmente radicato in lui per cui, nel finale, non sappiamo se si accecherà per enfatizzare gli orrori a cui ha portato una società dove le relazioni si basano su caratteristiche così superficiali o se fuggirà da queste logiche allontanandosene definitivamente.
Collegato a quest’ultimo punto, c’è il tema del suicidio, visto come unico modo per uscire da una società in cui non ci si sente accettati e nella quale non si trova nessuno scopo: è la fine che fa la donna dei biscotti, la quale, non ricevendo le attenzioni di nessuno, decide di farla finita.

ARAGOSTA
L’aragosta, The Lobster, è il titolo del film, per quale motivo? Analizzando questo concetto si può arrivare al cuore dell’opera.
Come detto nel paragrafo precedente, ci troviamo in una realtà distopica dove essere single è una condanna, ma questo essere single si collega alla paura di essere trasformati in un animale.
Emergono nel film due visioni sul tema: chi non ha paura di essere trasformato (migliore amica della donna che perde sangue dal naso) e chi è convinto che essere trasformati sia il fallimento della propria esistenza (John).
Alla prima sono scaduti i giorni di permanenza nell’albergo e decide dignitosamente di essere trasformata in un pony; esprime con forza il suo ideale attraverso il gesto dello schiaffo alla migliore amica, la quale le augurava una relazione come la sua (aveva iniziato da poco una relazione con John).
John esterna con aggressività il suo pensiero, definendo l’uomo che diventa un animale un uomo patetico, sottolineando quanto sia miserabile essere da soli e prendendosela con Robert, il terzo elemento del gruppo di amici, il quale risponde in modo violento alla sua provocazione. In questa scena viene inoltre sottolineato quanto non sia un caso che i bersagli rappresentino persone singole e non coppie, per ricordare che si ottiene una notte in più catturando un Solitario, ma soprattutto per richiamare che l’essere single è un nemico da sconfiggere.
Di fronte a queste due posizioni, il protagonista prende chiaramente una parte: quando David, Robert e John sono a bere, i primi due hanno lo stesso drink mentre John ne ha uno diverso, questo per mostrare come il protagonista simpatizzi più per la filosofia di Robert.
Quando John mostra a David come si faccia venire il sangue dal naso, tra i due vi è un confronto e David, per mostrare un distacco dalla sua filosofia, non lo abbraccia.
Nonostante ciò, David successivamente si tradirà, decidendo di fingersi una persona che non è stando con la donna senza cuore, ma nel finale ha una seconda possibilità per dimostrare se rimanere in linea o meno con la sua etica.
Ma perché il protagonista sceglie proprio un’aragosta?
Ci viene data una risposta direttamente nel film: Direttrice: “Why a Lobster?”
David: “Because lobsters live for over one hundred years, are blue blooded, like aristocrats, and stay fertile all their lives – I also like the sea very much, I water ski very well since I was a teenager.”
Però le aragoste hanno anche un’altra caratteristica, ovvero il fatto di non riuscire a vedere le immagini e di essere probabilmente cieche in ambienti luminosi, esattamente come il protagonista del film che ha problemi di vista.
Inoltre, nella simbologia medievale, l’aragosta rappresenta la Resurrezione, e poiché questo animale cambia continuamente la sua corazza, rappresentando un continuo circolo di crescita e trasformazione, possiamo vedere il percorso di David allo stesso modo, il quale ha abbandonato il suo vecchio guscio, lasciando una visione del mondo, per accoglierne una nuova.

SLOWMOTION
The Lobster è un film che non ha tecniche cinematografiche particolari, eppure questa, la tecnica dello slowmotion, è ricorrente. In particolare, è presente in quattro scene: la danza, la caccia ai Solitari, la prima volta in città, la leader dei Solitari nella fossa.
Ogni volta che appare vi è l’accompagnamento della musica classica e, l’accostamento di un elemento classico (musica classica) con un elemento moderno (slowmotion), è una caratteristica del cinema contemporaneo.
Inoltre, è importante questa osservazione fatta sull’utilizzo della musica, in quanto comprende anche una componente emotiva e diventa elemento narrativo: Lanthimos per ogni azione in scena attribuisce un suono che identifica il personaggio e quello che sta per fare, questo riprende un ulteriore elemento che risale ad una dimensione ancora più antica, quella del teatro greco. La tragedia greca infatti prevedeva l’uso di una musica già nota all’ascoltatore, elemento che viene adottato in The Lobster in quanto non vengono utilizzate colonne sonore originali ma composizioni già conosciute. In questo contesto, lo slowmotion e l’uso della musica classica si collegano allo stato d’animo del protagonista, poiché le scene in cui viene utilizzata questa combinazione sono quelle in cui decide di agire in modo attivo; in questo senso si può affermare che questo tipo di forma crea contenuti.
Oltre alla musica, anche la danza ha un ruolo rilevante, in quanto è il mezzo che viene utilizzato per mostrare in maniera grafica la rappresentazione delle coppie (ballo da sala, ballad) e dei Solitari (ballo da soli, elettronica). Ritornando al discorso delle radici e della tradizione, bisogna anche ricordare che gli antichi greci davano alla danza un connotato fondamentale e indispensabile, poiché era un modo per comunicare e per esprimersi, e il linguaggio che viene creato da Colin Farrell e da Rachel Weisz usando gestualità corporali ci ricorda una danza.
In opposizione a questi elementi che ci coinvolgono, è interessante notare anche l’assenza di soggettive: la sensazione è che siamo degli osservatori e non dei partecipanti, e l’utilizzo della luce naturale e di un palette cromatica così desaturata e fredda ci distacca dalla scena e ce la fa percepire come una realtà estranea da noi.
Altri aspetti che allontanano lo spettatore sono: il fatto che la storia venga raccontata da un narratore che non è il protagonista,  infatti è il diario di Rachel Weisz; che venga utilizzato sempre un  tono piatto, indifferente, senza intonazione e non enfatizzato, per parlare di qualsiasi tipo di argomento; la mancanza di nomi e di cognomi e che gli unici presenti siano nomi anonimi (David, Robert, John); l’utilizzo di un’ironia molto pungente e grottesca che aliena lo spettatore in quanto si ritrova a ridere in modo amaro di situazioni truci.

FINALE
La particolarità di questo film è il finale aperto: lo spettatore si chiede fino alla fine se il protagonista deciderà di accecarsi oppure no.
Nonostante ciò, il regista colloca cinque indizi che fanno capire che vi è uno scenario più probabile rispetto all’altro.

1.      Canzone
The Lobster si conclude con Rachel Weisz che aspetta nel diner impaziente e visibilmente agitata.
La scena successiva sono i titoli di coda, che hanno come sottofondo la canzone “Ti Ein Afto Pou To Lene Agapi”, cantata da Sophia Loren nel film Boy On a Dolphin (Jean Negulesco, 1957), un film drammatico- romantico ambientato in Grecia.
La traduzione del titolo è “Che cos’è questo che chiamano amore?” e il testo è un continuo domandarsi su cosa significhi amare.

2.      Post titoli di coda
Conclusa la canzone, si sente il rumore del mare e questo potrebbe essere interpretato come un chiaro riferimento a quello che dice David all’inizio del film, quando gli viene chiesto perché abbia scelto l’aragosta come animale in cui essere trasformato.
Il mare è la dimensione dell’aragosta e sentirne i suoni potrebbe significare che il protagonista ha deciso di rinunciare alla sua relazione con Rachel, andando a costituirsi e facendosi trasformare in aragosta come punizione.

3.      Intro
Continuando il discorso in questa logica, David confesserebbe ciò che ha fatto alla donna senza cuore, e la donna che a inizio film spara all’asino non sarebbe altro che una figura collegata alla donna che decide di “salvarla” dalla condizione da animale, uccidendola.
Si può notare una somiglianza tra i due personaggi, per cui potrebbe essere una sua familiare.
Il corpo è da sempre stato un forte medium capace di trasmettere messaggi ed emozioni, e la copertina di The Lobster rappresenta i due personaggi che abbracciano figure vuote: è il messaggio che l’amore di questa società utopica non è altro che una ricerca di un vuoto, di una non-presenza?
In particolare, gli sguardi dei due personaggi sono molto diversi: Rachel ha uno sguardo addolorato, da persona che non vuole separarsi; Colin guarda dritto di fronte a sé, sembra determinato e in qualche modo rassegnato.

4.      Citazione
Questo ultimo elemento si collega all’ultimo punto.
Nella prima parte del film Colin Farrell fa un commento importante, probabilmente quello che dà significato a tutto il film: “One day, as he was playing golf, he thought that it is more difficult to pretend you do have feelings when you don’t than to pretend you don’t have feelings when you do”.
Per questo motivo, poiché il protagonista ha perso totalmente l’interesse per Rachel e per cui sarebbe difficile per lui fingere un sentimento che non prova, è realistico sostenere che abbia deciso di andarsene.

CONCLUSIONE
In seguito a tutti gli elementi che sono stati analizzati, si può affermare quanto sia contemporaneo un titolo come The Lobster, non solo dal punto di vista tecnico, tramite l’ibridazione di arti antiche con tecniche di post-produzione moderne, ma anche dal punto di vista tematico, facendo emergere in maniera critica ed estremizzata i difetti della società attuale.
Il regista fa leva su una società che vede nella solitudine solo un fallimento e la trasformazione in animale come una retrocessione ad una dimensione insensibile al progresso: da uomini capaci di leggere, cantare o guardare un film, si ritorna ad uno stato in cui le uniche facoltà sono quelle sopravvivenziali; viene rappresentato un universo statico, con regole rigide che costringono l’individuo all’interno di esso e da cui uscire è difficile.
I temi che emergono sono la solitudine, l’isolazionismo, la paranoia, la vendetta, l’incomunicabilità: le persone non stanno insieme per amore, ma per paura di rimanere soli e, anche in situazioni in cui si sta con l’altro, è come se si stesse comunque solo con sé stessi.


“I can’t understand why you did it. You know as well as anyone that relationships cannot be built on a lie”
Maximal Interjector
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