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Mostra del cinema di Venezia 2020: le trame dei film Fuori Concorso - Fiction
LACCI – FILM D’APERTURA
di DANIELE LUCHETTI, Italia / 100'
IBC Movie / Rai Cinema

con Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent'anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal libro di Domenico Starnone, per il NYT uno dei 100 migliori libri del 2017.

DANIELE LUCHETTI (Roma, 1960). La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes in Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.



LASCIAMI ANDARE – FILM DI CHIUSURA
di STEFANO MORDINI, Italia / 98'
Picomedia

con Stefano Accorsi, Valeria Golino, Maya Sansa, Serena Rossi, Antonia Truppo, Lino Musella

Girato a Venezia nell’autunno scorso durante le settimane di acqua alta, un thriller psicologico che non nasconde le ascendenze che si rifanno alle atmosfere di un cult movie come Dont’ Look Now di Nicolas Roeg. Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la precedente moglie Clara (Maya Sansa). Improvvisamente nella vita dei novelli coniugi però irrompe la nuova proprietaria della loro precedente casa, Perla (Valeria Golino), che li contatta per dare loro una spettrale e inquietante notizia: avverte nelle stanze una presenza e le capita spesso di sentire un bambino parlare.

STEFANO MORDINI (Marradi, Italia, 1968) è un regista, sceneggiatore e produttore italiano. Nel 2005 dirige il suo primo lungometraggio, Provincia meccanica, in concorso a Berlino e candidato ai David di Donatello e ai Nastri d'argento. Nel 2007 produce e dirige Il confine, documentario sulle comunità islamiche in Italia; nel 2009 Come mio padre, sulla paternità in Italia; nel 2010 Io che sarò Roberto Baggio, serie di documentari. Nel 2012 presenta a Venezia 69, alle Giornate degli Autori, Acciaio, tratto dal romanzo di Silvia Avallone. Nel 2016 presenta Pericle il nero a Cannes in Un Certain Regard. Nel 2018 esce Il testimone invisibile, remake del thriller di successo spagnolo Contrattempo, con Riccardo Scamarcio. L’ultimo suo film, Gli infedeli, è uscito quest’anno distribuito su Netflix. 



MANDIBULES
di QUENTIN DUPIEUX, Francia, Belgio / 77'
Chi-Fou-Mi Productions

Con David Marsais, Grégoire Ludig, Adèle Exarchopoulos, India Hair, Roméo Elvis, Coralie Russier 

Un altro capitolo dell’edificio cinematografico che Dupieux sta costruendo all’insegna del surreale, del grottesco e dell’implausibilità, con risultati spesso esilaranti. Due amici, Jean-Gab e Manu, scoprono una mosca gigante nel bagagliaio di un'auto e decidono di addomesticarla per guadagnare.

QUENTIN DUPIEUX (Parigi, Francia, 1974) è un regista, musicista e produttore discografico francese. Compare sulla scena musicale europea come Mr. Oizo con il brano electro Flat Beat che caratterizza una celebre campagna pubblicitaria della Levi's. Esordisce come regista nel 2002 con il mediometraggio Nonfilm mentre il suo primo lungo è la commedia assurda Steak (2007). Il successivo Rubber (2010) è una commedia fantastica e grottesca, considerato da molti un cult. Wrong viene presentato al Sundance nel 2012 e la commedia Réalité viene invece proiettata a Venezia nel 2014 in Orizzonti. Il suo ultimo film, Doppia pelle (2019), è una commedia horror con protagonista Jean Dujardin.



DI YI LU XIANG (LOVE AFTER LOVE)
di ANN HUI, Cina / 144'
Alibaba Pictures

con Sandra Ma, Faye Yu, Eddie Peng, Ming Chang, Wei Fan, Isabella Leong 

Tratto da un romanzo di Zhang Ailing ambientato negli ambienti dell’aristocrazia hongkonghese degli anni Venti, è un melodramma che si avvale della fotografia di Chris Doyle. La storia di una ragazza che viaggia da Shanghai a Hong Kong alla ricerca di un’istruzione, ma finisce per lavorare per sua zia, una seduttrice di uomini ricchi e potenti.

ANN HUI (Anshan, Cina, 1947) entra nella scena cinematografica di Hong Kong come assistente alla regia del maestro del cinema di arti marziali King Hu. Nel 1979 fa il suo esordio alla regia con il thriller The Secret, e da subito viene riconosciuta come una delle figure cardine della cosiddetta Hong Kong New Wave, il movimento di cui fanno parte tra gli altri anche John Woo, Tsui Hark e Patrick Tam. Dal suo esordio, Ann Hui ha diretto 26 film, due documentari, vari cortometraggi ed ha contribuito in qualità di produttore esecutivo ai film di Yim Ho e Xie Jin. I suoi film sono stati selezionati dai più importanti festival internazionali sin dagli inizi della carriera con la presentazione a Cannes di Boat People (1982) e Song of the Exile (1990), interpretato da Maggie Cheung.  Summer Snow (1995) e Ordinary Heroes (1999) sono stati presentati in concorso a Berlino e, successivamente, A Simple Life (2011) e The Golden Era (2014) a Venezia. Ann Hui è l’unica regista ad aver ottenuto tutti i principali premi agli Hong Kong Film Awards per ben due volte. I riconoscimenti alle attrici protagoniste dei suoi film – tra cui Maggie Cheung, Deanie Ip (Coppa Volpi a Venezia per A Simple Life) e Tang Wei tra le altre – hanno confermato l’abilità di Ann Hui di dirigere grandi star. La sua intera carriera la conferma come una delle maggiori registe del cinema contemporaneo. Quest’anno a Venezia sarà insignita del Leone d’oro alla carriera. 



ONE NIGHT IN MIAMI
di REGINA KING, USA / 110'
Snoot Entertainment

con Kingsley Ben-Adir, Eli Goree, Aldis Hodge, Leslie Odom Jr.

Ambientato durante la notte del 25 febbraio 1964, One Night in Miami racconta la storia del giovane Cassius Clay, in seguito noto col nome di Muhammad Ali, nel momento in cui diventa il nuovo campione dei pesi massimi al Miami Beach Convention Center. Contro ogni aspettativa, Clay sconfigge Sonny Liston con la sorpresa di tutto il mondo sportivo. Mentre una grande folla si raduna a Miami Beach per festeggiare la vittoria, Clay, che non può restare sull’isola a causa delle leggi di Jim Crow sulla segregazione razziale, trascorre la nottata all’Hampton House Motel in uno storico quartiere nero di Miami. Qui Clay celebra la vittoria assieme a tre dei suoi amici più stretti: l’attivista Malcom X, il cantante Sam Cooke e la star del football americano Jim Brown. La mattina seguente, i quattro sono determinati come non mai a costruire un mondo nuovo per se stessi e per la loro comunità. In One Night in Miami, lo sceneggiatore Kemp Powers esplora cosa è accaduto quella notte, soffermandosi sul rapporto tra i quattro, sulla loro amicizia e sulle battaglie che li accomunavano, aspetti che li avrebbero portati a diventare quelle icone dei diritti civili che sono oggi.

REGINA KING (Los Angeles, USA, 1971) è un’attrice, regista e produttrice americana. Debutta come attrice nel 1985 nella serie televisiva 227, nella quale recita per oltre 100 episodi fino al 1990. Il primo ruolo nel cinema lo ottiene nell’ormai classico Boyz n the Hood - Strade violente (1991) di John Singleton. Negli anni recita in pellicole di successo, come Nemico pubblico (1998) con Will Smith, in commedie, come L'asilo dei papà (2003) con Eddie Murphy ma anche in film acclamati dalla critica, come Ray (2004). Nel 2018 poi corona la sua carriera vincendo l’Oscar alla migliore attrice non protagonista in Se la strada potesse parlare. Dal 2013 lavora anche come regista avendo diretto  diversi episodi di serie TV, un documentario e un film per la televisione.



ASSANDIRA
di SALVATORE MEREU, Italia / 126'
Viacolvento

con Gavino Ledda, Anna Koenig, Marco Zucca, Corrado Giannetti 

Film tratto dal romanzo omonimo di Guido Angioni, ambientato in una Sardegna in bilico fra il vecchio e il nuovo, fra il rigore fuori del tempo delle antiche tradizioni e la volgarità dei giorni nostri. Una vicenda drammatica che rovescia i ruoli di Padre padrone dei Taviani e affida il ruolo del protagonista proprio a Gavino Ledda. Il vecchio pastore sardo Costantino Saru si fa convincere dal figlio e dalla nuora danese a impiantare un agriturismo, detto Assandira, nel suo vecchio ovile abbandonato. La caratteristica dell'impresa vuol essere quella di offrire, a ospiti soprattutto nordeuropei, una breve esperienza di vita nel mondo pastorale sardo tradizionale. Il vecchio Costantino se ne dovrebbe fare garante con la sua esperienza.

SALVATORE MEREU (Dorgali, Sardegna, 1965) è un regista, sceneggiatore e produttore italiano. Il suo primo lungometraggio, Ballo a tre passi (2003), viene presentato a Venezia dove vince il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” e gli vale il David di Donatello come miglior regista esordiente. Il successivo Sonetàula (2008) gli fa ottenere la nomination come miglior produttore ai David di Donatello. Torna a Venezia altre 4 volte: con Tajabone (2010) nella sezione Controcampo Italiano, con Bellas mariposas (2012) in Orizzonti, con il cortometraggio Transumanza all’interno del progetto collettivo Venice 70: Future Reloaded (2013) e con il cortometraggio Futuro prossimo (2017) presentato fuori concorso in Orizzonti. 



THE DUKE
di ROGER MICHELL, UK / 96'
Neon Films

con Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode, Anna Maxwell Martin 

Incursione nei territori tradizionali della commedia sociale, interpretata da Jim Broadbent e Helen Mirren. La storia, vera, è quella di un autista di taxi che negli anni Sessanta ruba un ritratto di Goya dalla National Gallery per motivi bizzarri, che scoprirete vedendo il film. Nel 1961, Kempton Bunton, un tassista di 60 anni ruba alla National Gallery di Londra il ritratto di Goya del Duca di Wellington. In seguito invia una richiesta di riscatto dicendo che restituirà  il quadro a condizione che il governo britannico accetti di fornire tv gratuita agli anziani.

ROGER MICHELL (Pretoria, Sudafrica, 1957) è un regista e produttore sudafricano. È l’autore di una delle più celebri e citate commedie degli anni ‘90, Notting Hill (1999), con Julia Roberts e Hugh Grant. Vince due BAFTA TV Award per le due serie televisive Persuasion nel 1996 e per The Lost Honour of Christopher Jefferies nel 2015. Tra gli altri film ha girato il thriller Ipotesi di reato (2002), con Ben Affleck e  Samuel L. Jackson, la commedia Venus (2006) con  Peter O'Toole, la commedia romantica Il buongiorno del mattino (2010) con Harrison Ford, Diane Keaton e Rachel McAdams e il dramma Blackbird (2019), con Kate Winslet, Susan Sarandon e Sam Neill. 



NAK-WON-EUI-BAM (NIGHT IN PARADISE)
di PARK HOON-JUNG¸ Corea del Sud / 131'
Goldmoon Film

con Tae-goo Eon, Yeo-been Jeon, Seoung-won Cha, Ki-Young Lee, Ho-san Park

Un giovane gangster sta finalmente per compiere la scalata al potere, ma l’amore per una ragazza gli complica la scelta. Si ritroverà braccato da due gang rivali. 

HOON-JUNG PARK (Corea del Sud, 1975) è un regista e sceneggiatore coreano. Esordisce come sceneggiatore nel 2010 scrivendo I Saw the Devil insieme al regista Jee-woon Kim, thriller che ottiene un buon successo di critica e pubblico. L’anno successivo dirige il suo primo film, Hyultu, action storico di cappa e spada. Tra le sue opere successive, Daeho (2015), film storico sulla Corea degli anni ‘20 occupata dai giapponesi, che vede nel cast il protagonista di Oldboy Min-sik Choi, l’action thriller V.I.P. (2017) e Manyeo (2018). 



MOSQUITO STATE
di FILIP JAN RYMSZA, USA, Polonia / 100'
WFDiF / Royal Road Entertainment

con Beau Knapp, Charlotte Vega, Jack Kesy, Olivier Martinez 

Un film che mescola elementi di generi diversi come la fantascienza e l’horror e, in sottotesto, una riflessione su temi contemporanei quali l’isolamento urbano, la malattia e il marciume dell’universo economico-finanziario, curiosamente interconnessi. 

FILIP JAN RYMSZA (Olecko, Polonia, 1977) è un regista, sceneggiatore e produttore polacco, qui al suo terzo film di finzione. Esordisce scrivendo, dirigendo e producendo i suoi due primi film, Sandcastles (2004) e Dustclouds (2007). Da allora si dedica principalmente all’attività di produttore, producendo per Netflix Mi ameranno quando sarò morto, e The Other Side of the Wind, il film incompiuto di Orson Welles, presentato fuori concorso a Venezia nel 2018. Quest’anno alla Mostra presenta anche come produttore il documentario Hopper/Welles.

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