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Orson Welles e la New Hollywood: alla scoperta dei retroscena di The Other Side of the Wind.
Orson Welles e la New Hollywood è il titolo dell’interessante pubblicazione di Massimiliano Studer (professore in linguaggio del cinema presso l’ITSOS Albe Steiner di Milano, ha conseguito un dottorato in Studi sul Cinema presso l’Università degli Studi di Udine) che racchiude tutti i dettagli necessari per ripercorrere la faticosa e tribolata fase di realizzazione legata all’ultimo film che Orson Welles avrebbe voluto dirigere: The Other Side of the Wind. Grazie alla raccolta di un materiale ricco e denso l’autore riesce a trasmettere tante informazioni utili a comprendere il metodo di lavoro di uno dei registi più prolifici della storia del cinema.

È impressionante venire a conoscenza di quanto sia stato difficoltoso, anche per un colosso come Orson Welles, al tramonto di una carriera ricca di successi, riuscire a comporre e incastonare tutti i pezzi del puzzle che compongono un film: dai problemi finanziari a quelli organizzativi scoprirete tantissimi dietro le quinte di un ampio periodo che va dal 1970 al 1985.
The Other Side of the Wind è la storia di Jake Hannaford (John Huston), un regista eccentrico e scontroso che ritorna a Hollywood, dopo anni di esilio volontario in Europa, con l’idea di portare a termine un film rimasto incompiuto. È circondato da amici, produttori, studenti e colleghi, ma la realizzazione del lavoro presenterà più di qualche ostacolo.
La trama ha avuto modo di concretizzarsi grazie al sostanziale contributo di Netflix che, con i fondi necessari, è riuscito nel 2016 ad acquisire i diritti del materiale per completare il film, compreso un premontato originale di Orson Welles di 40 minuti. Il professor Studer cerca di ricostruire filologicamente il processo di pensiero e il percorso effettivo del progetto caratterizzato da una rete di rapporti e relazioni con produttori, montatori, attori, grazie alla consultazione di documenti e fonti inedite presso il Museo di Nazione di Torino, la University Of Mitchigan e cinémathèque française.
Una pubblicazione molto curata e precisa sui meccanismi legati alla produzione filmica a riprova dell’immenso lavoro effettuato dall’autore in collaborazione con Mimesis Edizioni. Orson Welles e la new Hollywood è ricco di aneddoti spassosi e curiosi rivolto a tutti gli studiosi di cinema, gli appassionati, utili a coloro che vogliono intraprendere una carriera nell’ambito cinematografico, sia prendendo come esempio la raffinata ricerca di Studer, e prendendo spunto dalle storie legate al tour de force di uno dei più grandi registi della storia del cinema: emblematico, per esempio, il racconto dell’incontro con lo scrittore Ernest Hemingway che non ha soltanto dato un contributo enorme alla Letteratura del Novecento ma ha anche dato un sostegno politico attraverso l’arte e i progetti umanitari; oppure l’episodio della lettera inviata a Gabrio Astori, montatore del suono che collaborò con Zeffirelli in Romeo e Giulietta (1968), in cui Orson Welles trasmette istruzioni con acuta meticolosità riguardo alla scena di sesso in macchina dove non ci sono né dialoghi né musica, bensì soltanto rumori derivati dal suono della pioggia, da una cerniera che si allenta e da una collana. Da questo ultimo episodio si percepisce quanto Orson Welles fosse a tutti gli effetti un autore che ha sempre cercato, durante la sua prolifica carriera, di far valere la sua responsabilità artistica e creativa.
Fin dal titolo del libro, è chiaro come il caso di The Other Side of the Wind è emblematico per comprendere come il regista statunitense intuì immediatamente il rivoluzionario avvento della New Hollywood: un movimento di giovani registi pronti a portare sul grande schermo nuovi parametri stilistici, sociali e culturali. Un’epoca florida per la storia del cinema che può vantare del capolavoro di Easy rider (1969) di Dennis Hopper, diventato il capostipite di questa nuova ondata.
Rimane il piacere amaro del dubbio: Netflix è veramente riuscito nell’intento di ricostruire filologicamente il film? È rimasto fedele e in linea con le intenzioni originali del suo autore? The Other Side of the Wind, dunque, può essere considerato un’opera da aggiungere alla filmografia di Orson Welles?
Probabilmente non lo sapremo mai con certezza (o forse si), non vi resta che leggere questo libro!

Matteo Malaisi

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