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Oscar 2021: i 9 record infranti dall'Academy con le nomination di quest'anno
L'Academy, l'associazione che ogni anno assegna gli ambiti premi Oscar, è stata aspramente criticata per l'ingombrante dominio di personaggi bianchi e maschili, sia davanti che dietro la macchina da presa. La polemica #OscarSoWhite, in fondo, non è poi così lontana nel tempo e risale giusto a pochi anni fa.

Le nomination di quest'anno, sul fronte della valorizzazione dell'inclusività, sono apparse però particolarmente significative rispetto al passato. Le donne, ad esempio, sono state nominate più in qualunque altra edizione passata. Gli Academy Awards 2021 hanno infatti battuto il record per il maggior numero di candidature femminili in tutte le categorie, con 70 figure femminili che hanno ricevuto 76 nomination totali agli Oscar. Il salto nei numeri rispetto agli anni passati riflette in particolare una maggiore attenzione alle donne dietro la macchina da presa: nei ruoli di regia e produzione, appartenenti storicamente ai candidati uomini, troviamo una forte presenza femminile.

I risultati più significativi, per l'appunto, si registrano nelle categorie del miglior regista e del miglior film, con sette produttrici nominate per quest'ultima: Nomadland e Una donna promettente ambiscono a numerosi premi principali, guidati dalla leadership creativa di Chloé Zhao ed Emerald Fennell. Due donne sono candidate a miglior regista per la prima volta, dopo un anno in cui il 27% dei film considerati eleggibili per la categoria miglior film sono stati diretti da donne

Per la regista cinese, però, i record non si fermano qui: la cineasta, infatti, riesce anche nell'intento di conquistare quattro candidature totali (miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio), il massimo mai raggiunto da una donna in un solo anno. Se Nomadland riuscirà a replicare il successo ottenuto ai Golden Globes, Zhao potrebbe definitivamente entrare nella storia.

Uscendo dai generi, la lista delle candidature ha fatto scalpore anche per quanto riguarda la "diversità".
Dopo un anno denso di proteste da parte del movimento sociale Black Lives Matter, (in particolare per l'omicidio di George Floyd), l'Academy segna un altro importante traguardo, sancendo il record di attori non bianchi candidati all'Oscar. Mai come quest'anno, infatti, ci saranno così tanti interpreti di origine non caucasica gareggeranno per la statuetta. 

Tra questi, una menzione d'onore la merita Viola Davis, che con la sua storica quarta nomination diventa l'attrice nera più candidata agli Oscar, nonché l'unica ad essere stata nominata due volte come miglior attrice protagonista.
La Davis ha ricevuto due candidature come miglior attrice non protagonista: una nel 2009 per Il dubbio e una nel 2017 per Barriere (Fences), quest'ultima coronata in vittoria. L'altra nomination come miglior attrice protagonista era arrivata nel 2012 per The Help. Quest'anno ci riproverà, per fare la storia, con Ma Rainey's Black Bottom.

Oltre a Viola Davis, un numero record di attori di colore è presente fra le candidature. Tra gli altri, il compianto Chadwick Boseman sembra il favorito per ottenere la vittoria postuma come miglior attore protagonista. A contendergliela se la vedranno, oltre a Anthony Hopkins (The Father) e Gary Oldman (Mank), anche Riz Ahmed per Sound of Metal e Steven Yeun per Minari. Questi ultimi sono i responsabili di altri due record del 2021: Ahmed e Yeun, infatti, diventano rispettivamente il primo candidato musulmano ed il primo candidato asioamericano della categoria. Steven Yeun non è, comunque, l'unica star di Minari che rompe gli schemi: Youn Yuh-Jung diventa infatti la prima attrice coreana ad essere nominata agli Oscar, dopo anni di celebre militanza nel cinema e nella televisione del suo Paese.

L'ultimo dei nove record degli Oscar 2021 appartiene a qualcuno che, a differenza dei protagonisti degli altri record, è abituato a entrare negli annali da qualche anno a questa parte: Netflix diventa infatti la piattaforma streaming con più candidature in assoluto. Per il secondo anno di fila, il colosso statunitense vanta il maggior numero di nomination tra gli studi: ben 35. Quest'ultimo record potrà non scuotere gli animi come quelli precedenti, ma è senz'altro significativo del più ampio spostamento dell'industria cinematografica della storia: dalle sale direttamente allo streaming. Si tratta di un fenomeno che ha ovviamente risentito dell'effetto pandemia, ma è molto difficile credere che l'attuale tendenza allo streaming si attenuerà in futuro.

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