Dal 15 giugno i cinema potranno finalmente riaprire, ma con quale modalità e quali misure di sicurezza?
L'ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici) ha rilasciato un nota in cui commenta le ultime disposizioni del governo, sostenendo che rendano quasi impossibile la riapertura delle sale e che compromettano l'esperienza degli spettatori.
Tra le accortezze da prendere ci sarà ovviamente il distanziamento all'interno delle sale (che quindi ne ridurrà la capacità), la necessità di postazioni per permettere al pubblico di igenizzare le mani, una maggiore pulizia dei locali e orari scaglionati per evitare che si creino code alle casse. La disposizione più "criticata", però, è quella dell'obbligo di indossare la mascherina.
L'ANEC è intervenuta proprio per quest'ultimo punto:
"Sicuramente sono stati fatti passi avanti con la deroga al distanziamento interpersonale per la visione con i propri familiari, ma il permanere dell’obbligo dell’uso della mascherina anche dopo aver preso posto in sala rimane incomprensibile. Le misure per le sale cinematografiche impongono il distanziamento di almeno un metro e, così come previsto in altre attività commerciali, si ritiene che al momento della occupazione del posto in sala il cliente possa rimuovere la protezione delle vie aeree, al pari di quanto definito per il settore della ristorazione".
La nota paragona la visione di un film con la permanenza in un ristorante o in un bar, momenti in cui è permesso abbassare la mascherina. Queste restrizioni comprometteranno la ripartenza del settore? Porteranno alcuni esercenti a scegliere di rimanere chiusi per paura di non avere pubblico? Secondo l'ANEC sarebbe proprio così.