Scott Pilgrim: storia di un antieroe nevrotico, nerd e postmoderno
27/07/2020
«Non molto tempo fa, nella misteriosa città di Toronto, in Canada, Scott Pilgrim si era messo con una liceale...»

Come trasformare una storia d’amore tardo-adolescenziale in un vero e proprio cult? Chiedere a Edgar Wright e, prima di lui, a Bryan Lee O’Malley, che di Scott Pilgrim vs The World sono rispettivamente il regista e l’autore dei fumetti da cui il film è tratto. Sono 6 i volumi (pubblicati in USA dal 2004 al 2010) che narrano le vicende di un ragazzo di 22 anni con la passione per la musica e che vive una storia d’amore con una liceale, Knives Chau, finché trova una ragazza che gli fa perdere la testa: Ramona Flowers. L’amore sembra essere corrisposto, ma per poter stare insieme lui dovrà sconfiggere i sette malvagi ex della giovane.
«Sei quello di Pac-Man?»
«No! No, ti sbagli quello era un imbranato! Io ero quello interessante!»
Una trama che ben presto si rivela per la sua reale identità: un escamotage per dar vita ad un gioco esplosivo di citazioni e omaggi all’universo nerd, nello specifico al mondo videoludico, che esplode nelle immagini del fumetto come sul grande schermo. Edgar Wright sceglie Michael Cera nel ruolo del protagonista ed è una decisione quantomai azzeccata considerando l’interpretazione goffa e nevrotica dell’attore, che già aveva ben impressionato con Juno. Inoltre è vincente la scelta di rimanere molto fedele al materiale di O’Malley (al punto che a tratti il fumetto sembra fungere da vero e proprio storyboard) e mantenere le descrizioni dei personaggi in sovraimpressione come fossero carte di un gioco in scatola in cui si riassumono le caratteristiche principali. Non è tutto, perché le intezioni del regista appaiono chiare sin dai titoli di testa, realizzati come fossero una schermata di Guitar Hero, se non fosse bastato il logo Universal realizzato in 8bit con tanto di accompagnamento sonoro in stile Game Boy: let’s play.
«Ramooooona... Ramoooonaaaa.... On My Mind!»
«Chissà come sarà quando sarà finita»
«Finita?!»
Ramona Flowers è il motore di tutta la vicenda, la scossa che porta Scott a risvegliarsi, ad essere elettrizzato da una ragazza, molto più di quanto non avvenga con Knives. Lei, corriere di amazon sui pattini a rotelle e con un passato burrascoso, narrato in animazione utilizzando lo stesso stile del fumetto. Ramona che periodicamente cambia colore dei capelli, che è capace di entrare nei sogni di Scott e ribaltargli l’esistenza: una ragazza apparentemente sicura di sé ma allo stesso tempo molto fragile e sensibile, che a conti fatti è la perfetta spalla di un protagonista talmente nevrotico che sembra provenire da un film di Woody Allen. Lei è capace di portare alla luce tutti i traumi del ragazzo (dal taglio di capelli al pane all’aglio che fa ingrassare) permettedogli, a conti fatti, di salire di livello, superandoli. Scott e Ramona: una coppia perfetta. O forse no?
«Lo sapevi che all'inizio Pac-Man si chiamava "Puck-Man"?»
Inquadrature che somigliano a tavole di fumetto, inserimento di voice over talvolta coadiuvata da immagini animate, ma anche dialoghi sull’origine di Pac-Man e di come il suo nome venga storpiato, il tutto condito da tante risate e conversazioni al limite del surreale, al giusto confine tra il comico e il demenziale. E il gioco non si ferma qui, perché se tra i malvagi ex di Ramona ci sono anche Chris Evans e Brandon Routh (celebri interpreti di Torcia Umana/Captain America e Superman) la postmodernità nerd raggiunge pienamente il suo scopo, che tocca l’apice con i “1 UP” accumulati da Scott lungo la sua quest, come se si trovasse in un RPG a tutti gli effetti.

Funziona tutto in un film dove anche i personaggi secondari sono impeccabili: dal coinquilino omosessuale di Scott (interpretato da Kieran Culkin, noto ai più per essere il cugino di Kevin in Mamma ho perso l’aereo) alla sorella impicciona del protagonista (Anna Kendrick, in pausa Twilight e dopo l’ottima interpretazione in Tra le nuvole, di Jason Reitman), fino ad arrivare a Jason Schwartzman, convincente nel ruolo di Gideon. Certo, tutto funziona solo se si accettano tutte le regole, come ogni buon gioco che si rispetti.
After Credits:
Natalie, la ex di Scott, è interpretata da Brie Larson: poteva non entrare un giorno anche lei nel Marvel Cinematic Universe?
Lorenzo Bianchi

Come trasformare una storia d’amore tardo-adolescenziale in un vero e proprio cult? Chiedere a Edgar Wright e, prima di lui, a Bryan Lee O’Malley, che di Scott Pilgrim vs The World sono rispettivamente il regista e l’autore dei fumetti da cui il film è tratto. Sono 6 i volumi (pubblicati in USA dal 2004 al 2010) che narrano le vicende di un ragazzo di 22 anni con la passione per la musica e che vive una storia d’amore con una liceale, Knives Chau, finché trova una ragazza che gli fa perdere la testa: Ramona Flowers. L’amore sembra essere corrisposto, ma per poter stare insieme lui dovrà sconfiggere i sette malvagi ex della giovane.
«Sei quello di Pac-Man?»
«No! No, ti sbagli quello era un imbranato! Io ero quello interessante!»
Una trama che ben presto si rivela per la sua reale identità: un escamotage per dar vita ad un gioco esplosivo di citazioni e omaggi all’universo nerd, nello specifico al mondo videoludico, che esplode nelle immagini del fumetto come sul grande schermo. Edgar Wright sceglie Michael Cera nel ruolo del protagonista ed è una decisione quantomai azzeccata considerando l’interpretazione goffa e nevrotica dell’attore, che già aveva ben impressionato con Juno. Inoltre è vincente la scelta di rimanere molto fedele al materiale di O’Malley (al punto che a tratti il fumetto sembra fungere da vero e proprio storyboard) e mantenere le descrizioni dei personaggi in sovraimpressione come fossero carte di un gioco in scatola in cui si riassumono le caratteristiche principali. Non è tutto, perché le intezioni del regista appaiono chiare sin dai titoli di testa, realizzati come fossero una schermata di Guitar Hero, se non fosse bastato il logo Universal realizzato in 8bit con tanto di accompagnamento sonoro in stile Game Boy: let’s play.
«Ramooooona... Ramoooonaaaa.... On My Mind!»
«Chissà come sarà quando sarà finita»
«Finita?!»
Ramona Flowers è il motore di tutta la vicenda, la scossa che porta Scott a risvegliarsi, ad essere elettrizzato da una ragazza, molto più di quanto non avvenga con Knives. Lei, corriere di amazon sui pattini a rotelle e con un passato burrascoso, narrato in animazione utilizzando lo stesso stile del fumetto. Ramona che periodicamente cambia colore dei capelli, che è capace di entrare nei sogni di Scott e ribaltargli l’esistenza: una ragazza apparentemente sicura di sé ma allo stesso tempo molto fragile e sensibile, che a conti fatti è la perfetta spalla di un protagonista talmente nevrotico che sembra provenire da un film di Woody Allen. Lei è capace di portare alla luce tutti i traumi del ragazzo (dal taglio di capelli al pane all’aglio che fa ingrassare) permettedogli, a conti fatti, di salire di livello, superandoli. Scott e Ramona: una coppia perfetta. O forse no?
«Lo sapevi che all'inizio Pac-Man si chiamava "Puck-Man"?»
Inquadrature che somigliano a tavole di fumetto, inserimento di voice over talvolta coadiuvata da immagini animate, ma anche dialoghi sull’origine di Pac-Man e di come il suo nome venga storpiato, il tutto condito da tante risate e conversazioni al limite del surreale, al giusto confine tra il comico e il demenziale. E il gioco non si ferma qui, perché se tra i malvagi ex di Ramona ci sono anche Chris Evans e Brandon Routh (celebri interpreti di Torcia Umana/Captain America e Superman) la postmodernità nerd raggiunge pienamente il suo scopo, che tocca l’apice con i “1 UP” accumulati da Scott lungo la sua quest, come se si trovasse in un RPG a tutti gli effetti.

Funziona tutto in un film dove anche i personaggi secondari sono impeccabili: dal coinquilino omosessuale di Scott (interpretato da Kieran Culkin, noto ai più per essere il cugino di Kevin in Mamma ho perso l’aereo) alla sorella impicciona del protagonista (Anna Kendrick, in pausa Twilight e dopo l’ottima interpretazione in Tra le nuvole, di Jason Reitman), fino ad arrivare a Jason Schwartzman, convincente nel ruolo di Gideon. Certo, tutto funziona solo se si accettano tutte le regole, come ogni buon gioco che si rispetti.
After Credits:
Natalie, la ex di Scott, è interpretata da Brie Larson: poteva non entrare un giorno anche lei nel Marvel Cinematic Universe?
Lorenzo Bianchi