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Servant di M. Night Shyamalan: le nostre impressioni sulla prima stagione e le aspettative per il futuro

Manca ormai meno di un mese all’uscita su Apple TV+ della seconda stagione di Servant, prevista per il 15 gennaio.

È di poche ore fa, tra l’altro, la notizia che la serie è già stata rinnovata per una terza stagione e va ricordato che M. Night Shyamalan (regista di diversi episodi e deus ex machina della serie insieme al creatore Tony Basgallop) avrebbe in mente ben 60 episodi per questa serie, che corrisponderebbero così a 10 stagioni.

Nonostante il nome di Shyamalan, la serie, almeno in Italia, non sembra aver avuto un’enorme popolarità, forse perché al momento della sua uscita in pochi avevano Apple TV+, ma la notizia dell’arrivo imminente delle nuove stagioni potrebbe far crescere la curiosità e vale la pena quindi tornare su ciò che è stato fatto nella season 1

(Attenzione: spoiler!)

La stagione 1

10 puntate di circa mezz’ora ciascuna, con Shyamalan che ne ha dirette due (la prima e la penultima) e diversi altri registi che comunque sono riusciti a dare all’intero prodotto uno stile coeso e coerente al punto giusto.

Il vero “Shyamalan twist” arriva subito, al termine della prima puntata, ed è proprio l’inizio l’aspetto più accattivante di una serie che parte col piede giusto, riuscendo a proporre validi colpi di scena e un’atmosfera sottilmente inquietante e profondamente “perturbante”, con tanti riferimenti al pensiero di Freud.

La serie regge bene per quasi tutta la sua durata, coinvolge e appassiona, nonostante giochi su tantissimi cliché del genere thriller-horror e sia vittima di alcuni passaggi narrativi decisamente scontati.
Qualche elemento ancora più scricchiolante, però, c’è in un finale che apre fin troppo alla seconda stagione, senza badare a chiudere al meglio questo primo ciclo di episodi.
Inoltre, la presenza di un numero elevato di personaggi toglie il giusto spessore a una serie che ha i suoi momenti migliori nei silenzi più che nel caos, nelle ombre più che nelle luci, nei misteri irrisolti più che nelle spiegazioni.

Al centro della serie, infatti, non c’è unicamente il tema della morte e dell’elaborazione del lutto, ma quello del corpo: il corpo martoriato di una donna che ha spesso rigettato i suoi possibili futuri figli; il corpo maciullato degli animali cucinati dal marito di lei; il corpo di un neonato che muta e si modifica, anche a seconda di quello che noi vogliamo vedere.

La stagione 2

Difficile immaginarsi qualcosa su una seconda stagione che punta molto sull’effetto sorpresa, anche se c’è qualche preoccupazione – visto l’andamento un po’ in calo della stagione 1 – che il meglio si sia già visto, ma con Shyamalan & co. non mancheranno le sorprese.

Nell’attesa vediamoci il trailer ufficiale di lancio della stagione:

Maximal Interjector
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