Shining (Kubrick ed Ėjzenštejn): la voce delle immagini
03/04/2023

Shining (Kubrick ed Ėjzenštejn) è il titolo dell’appassionante pubblicazione di Massimiliano Studer (professore in linguaggio del cinema presso l’ITSOS Albe Steiner di Milano, ha conseguito un dottorato in Studi sul Cinema presso l’Università degli Studi di Udine) in cui, attraverso un’analisi dell’estetica di The Shining (1980) di Stanley Kubrick, si dimostra teoricamente l’immensità del pensiero e l’esecuzione pratica celate dietro a uno degli horror più belli di tutti i tempi.




The Shining
è un emblematico esempio utilissimo per condensare tutta la poetica che ruota attorno a Kubrick: si dice che un grande regista, in fondo, realizzi un unico grande film. Per questo motivo, il professor Studer è abile a sintetizzare la maniacalità del suo operato, la vena intelletuale, le affinità e i debiti intellettuali che Kubrick riponeva nei confronti di Ėjzenštejn (considerato uno dei grandi padri del cinema). Inoltre, anche Freud diventa argomento di estremo interesse per le teorie legate al “perturbante” (tema che ha attratto moltissimi autori del cinema come ad esempio David Lynch) che si concretizzano nei rapporti all’interno del nucleo familiare di The Shining composto da Jack, Wendy a Danny, dopo i mesi trascorsi all’Overlook Hotel: tutto ciò che prima pareva familiare, accomodante e confortevole si trasforma improvvisamente in terrore, trauma e paura.

La natura contenutistica del film viene perfettamente supportata dal capitolo relativo all’analisi di una scena di The Shining concentrata sul rapporto tra Jack e Wendy: Jack non vuole essere più disturbato mentre “scrive” il suo romanzo. Studer sceglie un emblematico susseguirsi di inquadrature e movimenti di macchina che riassumono l’idilliaca coerenza tra stile e contenuto ciò che rende realmente grande un film. Non è mai banale ricordare, e questo volume riesce benissimo nell’intento, l’assoluta importanza di un autore come Stanley Kubrick che senza alcun dubbio ha elevato, come pochi sono stati in grado di farlo, la settima arte, contribuendo a esprimere tutta la potenza che un’immagine in movimento può sprigionare.

Il lavoro di Studer è adatto a tutti i grandi appassionati e studiosi dell’arte cinematografica che desiderano addentrarsi nella materia e nella metafisica della poetica kubrickiana. Questo significa andare a studiare colui che per il cinema è stato Van Gogh per la pittura, proprio perché il regista statunitense ha saputo cogliere più di chiunque altro ciò che Aristotele, come viene citato in Shining (Kubrick ed Ėjzenštejn), considerava riguardo alla Poesia: “Perciò la poesia è cosa di maggior fondamento teorico e più importante della storia, perché la poesia dice piuttosto gli universali, la storia i particolari”.
Il cinema è cultura a 360 gradi, soprattutto se maneggiata da un intellettuale, sapiente e consapevole delle potenzialità del mezzo cinematografico che, è sempre bene ricordare, il risultato dato dall’equilibrio necessario tra contenuto e forma.

Grazie a Shining (Kubrick ed Ėjzenštejn) e alla sensibilità del suo autore Massimiliano Studer è possibile cogliere tutte queste sfumature sensazionali che ci fanno apprezzare maggiormente la bellezza del cinema.

Matteo Malaisi

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