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Strappare lungo i bordi: Zerocalcare alla Festa del Cinema di Roma per presentare la sua nuova serie animata
L'Auditorium Parco della Musica è stato improvvisamente preso d'assalto nel corso della quinta giornata della Festa del Cinema di Roma da centinaia di fan del più noto fumettista italiano, Michele Rech, in arte Zerocalcare. Davanti a una sala gremita di persone di ogni età, l'artista ha presentato in anteprima la sua nuova serie animata targata Netflix, Strappare lungo i bordi. Prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, debutterà sulla piattaforma streaming il prossimo 17 novembre, per un totale di sei episodi da 15 minuti circa ciascuno. Le musiche sono curate dall'ormai fido collaboratore Giancane, già autore della sigla di Rebibbia Quarantine, mentre l'iconico personaggio dell'armadillo è doppiato da Valerio Mastandrea. Tanti ragazzi, gadget in omaggio e proiezione dei primi due episodi hanno causato più di cinquanta minuti di risate ininterrotte.

La serie scritta, diretta e interpretata dallo stesso Zerocalcare non è solo un'espansione del suo ormai celebre universo condito di romanità, strambi personaggi e riflessioni sulla sua età e sul nostro paese: è un vero e proprio vortice di paranoie e ansie nei confronti della vita, di sequenze spassosissime (su tutte, la differenza fra i bagni dei maschi e quelli delle femmine) e di flussi di coscienza agrodolci a metà fra profondità e spensieratezza. È come se l'intera bibliografia di graphic novel del fumettista si animasse davanti ai nostri occhi. E l'unico problema è che non se ne ha mai abbastanza.




Al termine della proiezione, Zerocalcare, introdotto da Andrea Delogu, ha accettato di rispondere ad alcune domande dei presenti in sala. Una ragazza, avendo notato un approccio sentimentale apparentemente atipico per lo scrittore, gli ha domandato se questa volta metterà veramente in gioco i sentimenti.
«Ci tengo molto alla mia privacy. Di tutto il resto parlo senza problemi, ma quelle questioni, le più personali, preferisco tenerle per me. Comunque, per quanto riguarda la serie, non voglio fare spoiler ma capirai meglio dopo. La trama si sviluppa orizzontalmente e più in là ci sono risvolti interessanti».

Le domande complicate si sono susseguite in coro, quasi a voler accontentare la curiosità dell'intera sala. Un'altra ragazza gli ha chiesto se si sente addosso il peso della responsabilità dei suoi contenuti spesso impegnati, soprattutto politicamente, da quando è diventato famosissimo.
«Penso che di base le persone si possano solo peggiorare. È molto più facile dare adito alle ideologie cosiddette sbagliate che a quelle positive. La gente va spesso dietro ai commenti negativi, all'odio e al rancore. Il mio obiettivo, quando scrivo qualcosa, è semplicemente di far uscire le persone che leggono o vedono i miei prodotti, migliorate. Non posso pretendere altro, così come non posso pensare di cambiare l'idea di qualcuno. Cerco solo di trasmettere una sensazione positiva».

Tra i contenuti affrontati dal primo episodio, mirato a riassumere l'adolescenza e la crescita formativa di Michele, c'è anche il celeberrimo G8 di Genova del luglio 2001, al quale lui stesso si recò, come ha testimoniato molte volte.
«È un evento che è rimasto fondamentale nella mia crescita. Allora ero molto giovane, ma avevo sentito da subito l'esigenza di andarci. Non ho fatto niente di che, volevo solo esserci. Per alcune persone che conosco è andata molto peggio. Alla fine, io ci ho preso solo due pizze e per di più dalla guardia forestale. Sono tornato a casa segnato da quell'esperienza, ma quando ho realizzato quello che era veramente successo, ho pensato che mi era andata fin troppo bene e anche che ne avrei dovuto parlare il più possibile».

Riguardo alle domande più tecniche, una fan francese trapiantata in Italia da vent'anni gli ha chiesto se la serie sarà doppiata anche in francese e in altre lingue e se sarà proprio lui a doppiarla.
«Sicuramente non la doppierò io (ride, ndr). Sono madrelingua francese, sì, ma tutto quello che so sulla lingua me l'ha insegnato mia madre che ha più di 60 anni, perciò il mio francese è parecchio antico e troppo formale per i giovani di oggi. Ho ricevuto proprio stamattina un messaggio su Twitter del doppiatore francese che presta la voce ai miei personaggi. Mi ha detto "Complimenti, ho riso tantissimo, ma morta**i tua, è stato il lavoro più difficile che ho fatto. Duecento personaggi e tu parli velocissimo". Penso che mi abbia odiato, nonostante i complimenti».



Proprio sulla velocità della sua parlantina si è soffermato un ragazzo, domandandogli se sia stata una sua scelta la decisione di parlare così veloce e di rendere il montaggio così frenetico. 
«In realtà, a me tuttora sembra troppo lento. Ma a Netflix si sono impuntati e mi hanno detto che è meglio così, altrimenti non si capirebbe nulla. Sicuramente ho dovuto parlare molto più velocemente del solito perché le scene sono tante e rientrare in un lasso di tempo così concentrato non sarebbe stato fattibile parlando piano. Riguardo al fatto che doppio tutti i personaggi tranne l'armadillo, pensavo che fosse giusto così perché solo io sapevo che intonazione dare a ognuno di loro e ad ogni situazione. Le voci macchiettistiche che uso sono una conseguenza del tono ironico con cui racconto le storie. L'unico che non potevo doppiare era l'armadillo, dal momento che è la voce della mia coscienza. Valerio Mastandrea? È bravissimo. Se siamo amici? Sì (tentenna, ndr), direi di sì, ma siamo parecchio diversi».

Alla fine, i complimenti arrivano proprio da tutti, anche da una signora canadese che ammette di aver capito la metà delle cose, ma quelle di cui ha afferrato il senso l'hanno fatta morire dalle risate. In particolare, ha gradito molto la metafora del "filo d'erba in mezzo a tanti altri" che il protagonista descrive nel corso della seconda puntata.
«Ammazza, grazie di cuore. Sono contento che ti sia piaciuta», ha risposto umilmente l'artista.

Sul finire, un bambino si sbraccia dalla balconata della galleria per ottenere il permesso di fare una domanda. Zerocalcare lo indica e gli fa ottenere un microfono: «Ciao, sono Francesco e mio papà è un tuo grande fan. Mi ha chiesto se mi fai un autografo sul fumetto».
«Tuo papà però è il re degli infami, poteva chiedermelo lui». A quel punto, la madre del giovane fan prende in mano la situazione: «Il papà è militare e sta di base a Venezia, però ci teneva tanto...». «Allora tua madre è la regina degli infami. Certo che te lo faccio l'autografo». Purtroppo non c'era tempo e spazio per autografi e foto dopo l'incontro, perciò il fumettista si è fatto portare la graphic novel e, mentre rispondeva alle ultime domande, ha fatto una dedica con tanto di armadillo al bambino.

Nicolò Palmieri
Maximal Interjector
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