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The Blues Brothers: Dan Aykroyd e John Landis ricordano i momenti sul set

Quarant'anni di The Blues Brothers, quarant'anni di mito assoluto. A distanza di decenni, il cult di John Landis non ha perso un grammo della sua carica eversiva e anarchica ed è entrato di diritto nella storia del cinema. In un'intervista a The Guardian, Landis e Dan Aykroyd hanno ricordato i momenti passati sul set, svelando retroscena più o meno noti.


 

Dan Aykroyd: "Il mio script originale era intitolato Il ritorno dei Blues Brothers, erano due film in uno. Landis trasformò il tutto in uno script di 150 pagine e scrisse la scena dei quattro polli fritti e una Coca dopo aver visto John Belushi mangiare, appunto, quattro polli fritti. I miei toast lisci venivano dai ricordi dell'infanzia a Ottawa. Una notte perdemmo John, non perché fosse ubriaco ma perché aveva fame e non gli piaceva quello che c'era da mangiare sul set. Non riuscivo a trovarlo da nessuna parte. Alla fine lo vidi attraversare un parcheggio e raggiungere un quartiere vicino, così lo seguii. Il quartiere era buio, tranne per una casa. Busso alla porta e dico 'Mi scusi, stiamo girando un film, ci manca uno degli attori'. Risposta: 'Belushi? È arrivato circa un’ora fa, ha svuotato il mio frigo ed è crollato sul mio divano'. A quel tempo la cocaina era dappertutto, per molti membri della troupe che lavoravano durante la notte era come il caffè. Non mi è mai piaciuta ma non giudicavo il comportamento degli altri. Landis stava impazzendo, a volte non sapeva se ci saremmo presentati al lavoro dopo i party. Belushi, comunque, era un professionista. Finito di girare, i cinema del sud non volevano proiettare il film a causa degli artisti afroamericani, ma quando divenne un successo si arresero e la gente riuscì a vederlo".


 

John Landis: "Mia moglie (la costumista Deborah Nadoolman) disegnò il look di Jake ed Elwood. Nel Saturday Night Live avevano sempre indossato vecchi cappelli e occhiali da sole, ma lei disse che servivano i Ray-Ban. Ma avevano smesso di farli, quindi trovarli era dura. Mentre giravamo, John Belushi divenne dipendente dalla cocaina. La cocaina ti fa bere, e bere ti fa sniffare più cocaina. La gente lo vedeva e gli dava la droga, era difficile tenerli lontani. Rischiò di morire. Per me la tragedia più grande è che in Animal House era al 100%, in The Blues Brothers quando andava bene era al 75. Ma era grande, quindi non lo si notava. Il film è un testamento alla passione di John e Dan per il blues. Hanno usato la loro fama per esaltare la musica soul. Sono fiero di questo, penso che sia stato un film totalmente folle". 

Fonte: The Guardian

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