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Venezia 76: Soderbergh e i Panama Papers, una commedia nera sulle frodi finanziarie

Steven Soderbergh è tornato al Lido per presentare il suo film sullo scandalo dei Panama Papers, The Laundromat, che cerca di rendere comprensibile e divertente per il grande pubblico una vicenda complessa e articolata. 

Aiutato da Meryl Streep, Gary Oldman e Antonio Banderas, il regista mescola toni comici a informazioni di ambito finanziario, nel secondo titolo di Netflix presente in concorso al Festival.

Ecco cosa hanno raccontato durante la conferenza stampa!

SODERBERGH E LE DIFFICOLTÀ DI FARE UN FILM SUI PANAMA PAPERS

Piuttosto che scegliere una struttura tipicamente investigativa, io e lo sceneggiatore, Scott Burns, abbiamo cercato di trovare un modo per presentare questo argomento, così difficile e dettagliato, in maniera memorabile, affinché rimanesse nella mente del pubblico. 

E il tono che abbiamo poi scelto, quello della commedia nera, ci dava anche la possibilità di usare queste complesse attività finanziarie come se fossero delle battute, delle barzellette. Ci sono ovviamente altri esempi di film che hanno usato lo stesso metodo, per esempio Il dottor Stranamore è il primo che mi viene in mente, che prendono argomenti molto seri e li trasformano in commedia. 

Volevamo far divertire il pubblico, non farlo sentire come se gli stessimo dando una lezione. 

Agli inizi della lavorazione, quando ci siamo resi conto che avremmo utilizzato un approccio più o meno antologico rispetto al materiale, pensavamo che le diverse sezioni sarebbero state collegate dalle slide di passaggio e dalla colonna sonora. Ma il film si è evoluto molto, sia durante le riprese sia durante la post-produzione. Credo ci siano più di 35 minuti di girato che abbiamo tagliato. 

Io mi sono molto divertito, anche per la possibilità di fare le due sequenze speculari, quella di apertura e quella di chiusura, che sono pensate per essere un po' come l'introduzione e la conclusione di un libro.

Credo che l'evoluzione della tecnologia mi abbia permesso di velocizzare il mio processo di lavoro, cosa che prima non potevo fare. Ho scoperto, attraverso alcune esperienze fallimentari, che io lavoro meglio quando posso farlo in fretta. Mi piace la spontaneità e la possibilità di girare nel momento preciso in cui vuoi, con una luce che puoi controllare in modo abbastanza preciso e montare subito mi dà l'idea di avere la situazione sotto controllo.

Nonostante l'argomento è stato un progetto molto libero, pieno di appoggio. Anche da parte di John, lo scrittore, c'è stata grande curiosità e collaborazione. Lui aveva usato la storia dei Panama Papers per parlare di un sistema finanziario esistente nel nostro mondo, mentre nel film abbiamo usato Jürgen Mossack e Ramón Fonseca come fossero personificazioni, divertenti e affascinanti, di quell'universo.

Siamo in un momento complesso, in cui il sistema dovrebbe cambiare ma non riesce a liberarsi dai meccanismi che lo tengono in piedi. Credo comunque che un'opera d'arte o di intrattenimento possa essere un buon modo per cominciare una conversazione e chiedersi cosa si sta facendo nella propria vita, giorno per giorno. 

MERYL STREEP 

Era da molto tempo che volevo lavorare con Steven, sono una grande ammiratrice del suo lavoro. E, in più, mi interessava l'idea di intrattenere il pubblico con un argomento così complicato, reale e cupo e sapevo che lui sarebbe riuscito a renderla sua. Oltre a lui, ci sarebbe forse riuscito Bertold Brecht.

Il mio personaggio è motivato dal dolore. I genitori delle vittime dei vari attentati negli Stati Uniti non smettono mai di cercare di cambiare il mondo. Quando si tratta di qualcosa di personale è difficile fermarsi. E questa vicenda ha causato alcune vittime, quindi è importante parlarne, anche con una cornice divertente come questa. 

GARY OLDMAN

Una delle cose più eccitanti, di sicuro del suo lavoro, è scrivere e ri-editare la sceneggiatura, sia su carta, sia in sede di montaggio. 

Proprio come Meryl era da tempo che volevo lavorare con Steven perché lui opera anche la camera e mette le luci, fa il direttore della fotografia. Ci muovevamo molto velocemente e questo per un attore è ottimo, perché così non deve stare seduto ad aspettare. 

Poi, quando uno ha una sceneggiatura che usa mucche e banane per parlare di alta finanza, non devi nemmeno impegnarti molto per renderla divertente. Ho cercato di rimanere molto fedele alla sceneggiatura, era già tutto lì, come nella mappa di un mondo.

In più, l'idea non era che io interpretassi Mossack in modo realistico ma più come fosse la rappresentazione di un intera categoria di persone.

Netflix è una piattaforma globale che ha il potere di raggiungere un pubblico ampio. Io sono un appassionato binge-watcher e delle narrazioni lunghe. Quando si ha un prodotto serio come questo che vuoi far arrivare a più persone possibile, Netflix è il mezzo giusto per farlo. Ai miei tempi, quando ho cominciato a fare questo lavoro, la difficoltà stava proprio nel portare il pubblico a vedere film o spettacoli teatrali che volevano creare dibattiti e cambiamenti.

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