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WandaVision: aria fresca nel Marvel Cinematic Universe
Aria fresca. Questa è la prima sensazione che si prova durante gli episodi di WandaVision, serie Marvel che ha debuttato su Disney+ lo scorso 15 gennaio e incentrata sulle vicende riguardanti Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen) e Visione (Paul Bettany) dopo gli eventi di Avengers: Endgame. La serie è infatti un tramite tra la fase 3 e la fase 4 del Marvel Cinematic Universe, che non poteva dare inizio migliore all’era post-Thanos, vista la qualità mostrata nei 9 episodi della prima (e ultima? Non si sa) stagione. Aria fresca, perché WandaVision è davvero qualcosa di completamente diverso da quanto visto fin’ora.



Gli appassionati ricorderanno quanto accaduto nello scontro con Thanos: per recuperare la gemma della mente, Visione viene brutalmente assassinato di fronte agli occhi impotenti di Wanda. Nel primo episodio, la coppia è felice a Westview, in un mondo in bianco e nero stile Pleasantville, in una sit-com, in cui marito e moglie sono protagonisti e dove, apparentemente, non ci sono problemi.



Straniamento, almeno prima di comprendere il gioco: i primi episodi della serie sono infatti girati come fossero delle sit-com (anche in termini di durata, che si aggira sempre intorno ai 30 minuti), facendo salti temporali di 10 anni in termini di riferimenti: dagli anni ’50, ogni episodio si sposta ricreando atmosfera e stile del decennio in cui è collocato, compreso il passaggio dal bianco e nero al colore. Ma non solo, variano anche i titoli di testa e lo stile narrativo, che spazia da The Dick Van Dyke Show (successivamente anche esplicitato) a Vita da strega, passando per Genitori in blue jeans e Malcolm, arrivando a Modern Family e The Office: ogni episodio è curato nei dettagli e richiama queste serie tv che han fatto la storia del piccolo schermo. E che per Wanda ricoprono un ruolo fondamentale. Ma non è tutto.



Sit-com e tv non sono mai esistite senza una piccola interruzione pubblcitaria, e WandaVision non fa eccezione, ma anche in questo trova il suo spazio di genialità: ogni spot mostrato (uno per episodio, o quasi) sembrava semplicemente un gioco, una caccia all’easter-egg per appassionati, dato che dietro a quanto mostrato si nasconde sempre un dettaglio che fa riferimento all’universo Marvel. Hydra, Stark Industries, Nexus, Lagos: sono solo alcuni dei marchi dei prodotti mostrati durante le interruzioni, che se mostrati nel giusto ordine mostrano quale sia a tutti gli effetti la storia di Wanda, il suo passato, il suo presente e, forse, il futuro (sia suo, che del MCU). Pochi secondi per episodio, a costituire una delle trovate più interessanti di una serie brillante, divertente e allo stesso tempo inquietante, in cui Elizabeth Olsen giganteggia nel ruolo della protagonista.



Non mancano naturalmente le citazioni, anche se bisogna sottolineare come si tratti di una produzione incastonata perfettamente nella timeline del Marvel Cinematic Universe e che, quindi, chi non avesse visto tutti i film (quantomeno da Avengers: Age of Ultron) rischia di perdere alcuni passaggi e di non comprendere in toto quanto stia accadendo. Tuttavia, la visione d’insieme risulta abbastanza chiara anche ai non appassionati, ed è un merito degli sceneggiatori, capaci di muoversi agilmente tra la commedia e il dramma, alternando episodi più spensierati (soprattutto i primi) ad alltri più intensi e inquietanti, come Interrompiamo questo programma, dove il riferimento a The Truman Show è abbastanza evidente. 



E ora? Come con The Mandalorian per Star Wars, anche la galassia Marvel può ricominciare con nuova linfa vitale (il 19 marzo sulla piattaforma streaming arriverà The Falcon and the Winter Soldier, attendendo Loki, l’11 giugno), grazie a una produzione che ha regalato nuovi spunti, un nuovo modo di raccontare le vicende dei supereroi e ha aperto quantomeno alcuni interrogativi sul futuro, tra cui spicca: è possibile un multiverso? Apparentemente la risposta è sì, almeno per quanto mostrato in alcuni episodi, ma WandaVision insegna che nulla è come sembra. A conti fatti, WandaVision è un percorso nell'elaborazione del lutto, tra (auto)analisi e terapia d'urto, tra mentori e menzogne, doppi e rinascite, e una fase 4 che non avrebbe potuto aprirsi in maniera migliore. Ora quindi non resta che attendere. Fiduciosi.

Lorenzo Bianchi

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