Bowfinger

Bobby Bowfinger (Steve Martin) è un produttore cinematografico che, dopo una vita di sacrifici, decide di girare un film. Trova l'accordo con una casa di produzione, ma la condizione è che nel film partecipi anche la star Kit Ramsey (Eddie Murphy). Al rifiuto dell'attore, Bobby decide di riprenderlo di nascosto.

Il soggetto è sicuramente tra le doti migliori di una commedia leggera e piacevole, ma non certo originale. L'opera è infatti un insieme discretamente orchestrato di gag e di malintesi, anche se non sempre agli intenti seguono risultati ben riusciti e in più di un'occasione Martin, anche sceneggiatore, sembra aver perso la volontà di fare satira mordace su Hollywood per concentrarsi su una comicità da botteghino. L'alchimia tra Eddie Murphy (ancora una volta interprete di più ruoli) e lo stesso Steve Martin non manca, ma la struttura ripetitiva alla lunga finisce per annoiare e destrutturare il ritmo. Liberamente ispirato a Il bacio di Mary Pickford, curioso lavoro del 1927 del russo Sergei Komarov che “pedinò” la diva del muto e il marito Douglas Fairbanks durante una loro tournée sovietica.