Michele (Adriano Giannini) e Lorenzo (Emanuele Bosi), fratelli che vivono insieme alle porte di Roma, scoprono che la loro casa è stata venduta dal padre Dario (Emilio Bonucci), che non vedono da dodici anni. Seguendo confuse informazioni, lo raggiungono in Marocco per riprendersi il posto dove hanno sempre vissuto: il viaggio permetterà loro di riscoprire legami affettivi ormai dimenticati.



Incerto esordio al lungometraggio del regista Claudio Giovannesi, anche sceneggiatore con Francesco Apice, Matteo Berdini e Filippo Gravino. Partendo dal suo documentario Appunti per un film in Marocco (2006), il regista esplora le tematiche degli italiani che decidono di trovare rifugio in paesi esotici, di una generazione di figli che ne hanno in qualche modo pagato le conseguenze e di una dimensione, quella del Marocco, che sì fa proscenio dei rapporti tra i protagonisti, diventando essa stessa narrazione. Nettamente percepibile l'onestà di intenti, ma il tutto risulta innervato di fastidiosa retorica (lo schematico confronto tra due mondi, la fuga, il fallimento, la negazione di responsabilità), con una macchina da presa stonata nel rivelare l'urgenza dell'atto filmico. Un'occasione sprecata. Colonna sonora firmata dallo stesso Giovannesi con Enrico Melozzi.
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