Lynsey (Jennifer Lawrence), giovane soldato, fatica a ritrovare un equilibrio a New Orleans dopo essere tornata dall'Afghanistan. Inoltre, in battaglia la ragazza ha subito una lesione cerebrale con cui dover fare i conti.

Lila Neugebauer, pluripremiata drammaturga e regista teatrale, si affaccia al mondo del cinema con una piccola produzione di grande sensibilità, firmata A24, incentrata sul processo di guarigione da shock post-traumatico. Al centro del delicato quadro ripreso dalla Neugebauer si trova Lynsey, una giovane donna, costretta a fare i conti con la propria riabilitazione, fisica ed emotiva. Un processo lungo e faticoso che il film riesce consapevolmente ad accompagnare passo dopo passo, uniformandosi, in questo modo, alla sensibilità della protagonista, pesantemente alienata e dissociata dal clima di quiete surreale che la accoglie una volta ritornata a casa. Il suo dramma individuale trova il corrispettivo controcampo emotivo in quello del meccanico James Aucoin, anch'esso segnato a vita da un incidente (questa volta stradale) avvenuto sul ponte di Causeway. E non è un caso che il titolo del film riprenda il nome di un ponte, uno strumento in grado di unire, di mettere in contatto le persone. È quel ponte, luogo di ricordi traumatici, ad essere il “palcoscenico emotivo” attorno a cui viene costruito il film della Neugebauer, drammaturgicamente e scenicamente affine, nella sua essenzialità, al teatro di parola. Proprio questa sua costruzione scarna e priva di climax rappresenta il punto di forza di un film che si inserisce nel solco di un ciclo produttivo, formato piattaforma, che punta visivamente, sulla semplicità stilistica e, tematicamente, su personaggi la cui sensibilità si esalta nel rapporto con l’altro (basti pensare a C’mon C’mon, produzione A24 dell’anno precedente). D’altro canto, questa dinamica produttiva, ormai quasi seriale, rischia di far perdere quel carattere di originalità alla singola opera. Causeway ne paga il prezzo ma riesce ugualmente a svincolarsi dall’anonimato grazie ad una regia che si affida alla bravura dei propri interpreti, in primis, di un’inedita Jennifer Lawrence, capace di ridurre all’osso il proprio spettro di emozioni dimostrando, di contro, una tutt’altro che scontata intensità emotiva. Presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma e distribuito in piattaforma da Apple TV+.
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