Forever Young
Durata
95
Formato
Regista
I danni della mezza età nell’Italia dei “rottamatori”. Giorgio (Fabrizio Bentivoglio) combatte la paura di invecchiare frequentando ragazze giovanissime; il dj Diego (Lillo) deve fare i conti con i colleghi ventenni e il loro enorme seguito social; Franco (Teo Teocoli) è ossessionato dalla forma fisica; Angela (Sabrina Ferilli), dopo il divorzio, si ritrova coinvolta in una relazione con un diciannovenne.
Scegliendo un argomento di scottante attualità e per certi versi anche drammaticità, Fausto Brizzi (anche sceneggiatore insieme a Marco Martani ed Edoardo Falcone) mette insieme una commedia corale che ha l’ambizione di raccontare i plurimi risvolti della crisi di mezza età. C’è chi si butta sulle ragazzine, chi tenta disperatamente di cancellare i segni del tempo, chi è in lotta con la generazione dei “millennials”, quelli nati negli anni Duemila, scafatissimi sul web ma poco esperti della vita vera. Il tema è sugoso: peccato che Brizzi scelga la strada più facile, rifiutando ogni approfondimento, evitando accuratamente la (doverosa) amarezza che il fenomeno richiede e persino astenendosi dall’affondare con un graffio ironico consistente. Rimane una visione gradevole, ma estremamente superficiale e un’occasione perduta per formulare una riflessione di qualche peso su un fenomeno sociale che avrebbe potuto offrire spunti assai interessanti. Cameo di Nino Frassica, ma il migliore in campo è il settantenne Teocoli.
Scegliendo un argomento di scottante attualità e per certi versi anche drammaticità, Fausto Brizzi (anche sceneggiatore insieme a Marco Martani ed Edoardo Falcone) mette insieme una commedia corale che ha l’ambizione di raccontare i plurimi risvolti della crisi di mezza età. C’è chi si butta sulle ragazzine, chi tenta disperatamente di cancellare i segni del tempo, chi è in lotta con la generazione dei “millennials”, quelli nati negli anni Duemila, scafatissimi sul web ma poco esperti della vita vera. Il tema è sugoso: peccato che Brizzi scelga la strada più facile, rifiutando ogni approfondimento, evitando accuratamente la (doverosa) amarezza che il fenomeno richiede e persino astenendosi dall’affondare con un graffio ironico consistente. Rimane una visione gradevole, ma estremamente superficiale e un’occasione perduta per formulare una riflessione di qualche peso su un fenomeno sociale che avrebbe potuto offrire spunti assai interessanti. Cameo di Nino Frassica, ma il migliore in campo è il settantenne Teocoli.