Inauguration of the Pleasure Dome
Inauguration of the Pleasure Dome
Durata
38
Formato
Regista
Creature mitologiche, figure storiche e personaggi biblici si ritrovano in un lussurioso e inquietante luogo di piacere al di là dello spazio e del tempo.
Ispirato dal poemetto incompleto Kubla Khan (1816) di Samuel Taylor Coleridge, opera realizzata dopo una visione indotta dall'oppio che narra della costruzione di un palazzo del piacere a Xanadu, il film riflette il profondo interesse di Kenneth Anger per la filosofia religiosa del celeberrimo occultista britannico Aleister Crowley. Un'orgia di immagini simboliche, allegorie e riferimenti esoterici che testimonia la potenza dell'immaginazione nel concepire quadri che si susseguono, si intersecano e si sovrappongono senza un preciso collegamento tra loro. Dietro al trucco barocco che copre i corpi, il gender dei personaggi si confonde, l'identità sessuale sfuma in una libertà espressiva che sfocia nel trip psichedelico. Una delle più importanti opere queer che, in un'ottica del tutto personale, taglia trasversalmente la storia della Settima arte, con riferimenti agli albori del cinema (il film muto italiano L'Inferno del 1911), al melò, al fantasy. Il fertile sperimentalismo trova un inaspettato rigore nella perfetta armonia tra musica (la Messa glagolitica del compositore ceco Leóš JanáÄek) e le immagini. Esistono altre due versioni: una del 1966 e una del 1978 (la cosiddetta "Eldorado version", presentata al Boston Film Festival) in cui il delirio visivo kitsch ben si sposa alla melanconica colonna sonora degli Electric Light Orchestra, che conferisce all'opera una valenza crepuscolare.
Ispirato dal poemetto incompleto Kubla Khan (1816) di Samuel Taylor Coleridge, opera realizzata dopo una visione indotta dall'oppio che narra della costruzione di un palazzo del piacere a Xanadu, il film riflette il profondo interesse di Kenneth Anger per la filosofia religiosa del celeberrimo occultista britannico Aleister Crowley. Un'orgia di immagini simboliche, allegorie e riferimenti esoterici che testimonia la potenza dell'immaginazione nel concepire quadri che si susseguono, si intersecano e si sovrappongono senza un preciso collegamento tra loro. Dietro al trucco barocco che copre i corpi, il gender dei personaggi si confonde, l'identità sessuale sfuma in una libertà espressiva che sfocia nel trip psichedelico. Una delle più importanti opere queer che, in un'ottica del tutto personale, taglia trasversalmente la storia della Settima arte, con riferimenti agli albori del cinema (il film muto italiano L'Inferno del 1911), al melò, al fantasy. Il fertile sperimentalismo trova un inaspettato rigore nella perfetta armonia tra musica (la Messa glagolitica del compositore ceco Leóš JanáÄek) e le immagini. Esistono altre due versioni: una del 1966 e una del 1978 (la cosiddetta "Eldorado version", presentata al Boston Film Festival) in cui il delirio visivo kitsch ben si sposa alla melanconica colonna sonora degli Electric Light Orchestra, che conferisce all'opera una valenza crepuscolare.