Noi non siamo come James Bond
Durata
73
Formato
Regista
Con il pretesto di riuscire a contattare telefonicamente Sean Connery, coronando così il sogno di una vita, Mario Balsamo e Guido Gabrielli, entrambi vittime di un'esperienza con la malattia che li ha profondamente segnati, compiono un sentito bilancio esistenziale filtrato attraverso il lungo e sincero rapporto di amicizia che li lega.
Il progetto (la cui idea nacque nel lontano 1985), proponendosi come uno spaccato iperrealistico in cui non sono esclusi accenni a un sentimento di disillusione nei confronti della vita e a un confronto con l'atavica paura della morte, ha un'apprezzabile sincerità di fondo che in più di un'occasione, però, sembra strizzare l'occhio a una finzione cinematografica studiata a tavolino. Con lucidità e disincanto, mentre discutono delle loro avventure passate, del loro futuro, delle ansie e delle preoccupazioni durante le azioni di tutti i giorni, Mario Balsamo e Guido Gabrielli contrappongono la loro esperienza segnata dalla reciproca solidarietà all'immaginario superomistico di un mito inarrivabile, modello di vita con cui confrontarsi e prototipo idealizzato di come dovesse essere realmente il mondo. Purtroppo, l'interessante spunto di partenza si riduce ben presto a un racconto autoreferenziale che divaga sul nulla, dimenticandosi il focus dell'operazione. Da segnalare la presenza di Daniela Bianchi, indimenticabile bond-girl in Dalla Russia con amore (1963) che, a distanza di anni, non risparmia qualche frecciatina al grande Sean Connery. Premio speciale della giuria al Torino Film Festival.
Il progetto (la cui idea nacque nel lontano 1985), proponendosi come uno spaccato iperrealistico in cui non sono esclusi accenni a un sentimento di disillusione nei confronti della vita e a un confronto con l'atavica paura della morte, ha un'apprezzabile sincerità di fondo che in più di un'occasione, però, sembra strizzare l'occhio a una finzione cinematografica studiata a tavolino. Con lucidità e disincanto, mentre discutono delle loro avventure passate, del loro futuro, delle ansie e delle preoccupazioni durante le azioni di tutti i giorni, Mario Balsamo e Guido Gabrielli contrappongono la loro esperienza segnata dalla reciproca solidarietà all'immaginario superomistico di un mito inarrivabile, modello di vita con cui confrontarsi e prototipo idealizzato di come dovesse essere realmente il mondo. Purtroppo, l'interessante spunto di partenza si riduce ben presto a un racconto autoreferenziale che divaga sul nulla, dimenticandosi il focus dell'operazione. Da segnalare la presenza di Daniela Bianchi, indimenticabile bond-girl in Dalla Russia con amore (1963) che, a distanza di anni, non risparmia qualche frecciatina al grande Sean Connery. Premio speciale della giuria al Torino Film Festival.