Pianosequenza
Durata
123
Formato
Regista
Paolo (Daniele Savoca) è uno scrittore sognatore che una sera, dopo un litigio con la fidanzata Maria (Giorgia Cardaci), esce di casa, inoltrandosi nel mondo della notte, conoscendo persone e mostrando la città, in piano-sequenza, senza fermarsi mai.
Se girare dei piani-sequenza è complesso, riuscire a non staccare la macchina da presa per tutta la durata di un lungometraggio è impresa ardua: o si ha talento, o sarebbe meglio non addentrarsi in un territorio simile, così scivoloso e colmo di trappole, che se non fronteggiato a dovere corre anche il rischio di sembrare un vano tentativo di gonfiare il petto. Louis Nero incappa però nel tranello e più che un lungometraggio regala allo spettatore una soap opera di terz'ordine stiracchiata e prolissa, al limite del nonsense. Pretenzioso e arrogante, fallimentare e finanche sconcertante, Pianosequenza è una pellicola amatoriale sia nella regia (non ci sono stacchi, in apparenza, ma il regista “bara” utilizzando riprese accelerate) che nell'infima recitazione, dove un uomo travestito da coniglio che gira per le strade, di notte, declamando versi poetici e filosofici raggiunge l'apice del grottesco, per tacere degli irritanti e morbosi dialoghi proposti per tutto il resto della pellicola.
Se girare dei piani-sequenza è complesso, riuscire a non staccare la macchina da presa per tutta la durata di un lungometraggio è impresa ardua: o si ha talento, o sarebbe meglio non addentrarsi in un territorio simile, così scivoloso e colmo di trappole, che se non fronteggiato a dovere corre anche il rischio di sembrare un vano tentativo di gonfiare il petto. Louis Nero incappa però nel tranello e più che un lungometraggio regala allo spettatore una soap opera di terz'ordine stiracchiata e prolissa, al limite del nonsense. Pretenzioso e arrogante, fallimentare e finanche sconcertante, Pianosequenza è una pellicola amatoriale sia nella regia (non ci sono stacchi, in apparenza, ma il regista “bara” utilizzando riprese accelerate) che nell'infima recitazione, dove un uomo travestito da coniglio che gira per le strade, di notte, declamando versi poetici e filosofici raggiunge l'apice del grottesco, per tacere degli irritanti e morbosi dialoghi proposti per tutto il resto della pellicola.