L’inizio del 2016 non promette affatto bene: a sconvolgere migliaia di fan (e non solo) in tutto il mondo, arriva la tragica notizia della scomparsa di David Bowie, autore, cantante e attore tra i più significativi del XX e XXI secolo. Artista a tutto tondo, icona indimenticabile e camaleontica le cui influenze culturali hanno stravolto e trasformato il mondo della musica, Bowie lottava da più di un anno contro il cancro, ma la sua vitalità sembrava senza limiti: nato l’8 gennaio 1947, era uscito con l’album Blackstar proprio il giorno del suo sessantanovesimo compleanno, spiazzando con un’opera, fin dal titolo, sottilmente evocativa di un passato oscuro e travagliato, sorta di personalissimo (e straordinario) requiem artistico ed esistenziale.

Memorabili le sue apparizioni cinematografiche: da Miriam si sveglia a mezzanotte (1983), opera d’esordio del regista Tony Scott, a Furyo (1983) di Nagisa Oshima, in cui sconvolse per l’ambiguità del rapporto con il comprimario Ryuichi Sakamoto, proseguendo con il cult Labyrinth – Dove tutto è possibile (1986) e passando per lo scorsesiano L’ultima tentazione di Cristo (1988), nel quale incarnava un fulmineo e umanissimo Ponzio Pilato.

And the stars look very different today.
Ciao, David.