Prima di Christopher Nolan e Christian Bale, prima di Tim Burton e Michael Keaton, prima della serie animata di Paul Dini, solamente dopo Bob Kane: ecco il Batman di Adam West, apparso sul piccolo schermo nel gennaio del 1966 e in pochissimo tempo diventato appuntamento fisso nelle case statunitensi il martedì e il mercoledì sera, trasformandosi, negli anni, in serie cult. Non è solo cronologicamente distante dalle ultime opere sul cavaliere di Gotham: già a un fugace e distratto primo sguardo, è evidente come Burton costituisca un punto di rottura fondamentale e, soprattutto, risulta comprensibile (benché a posteriori abbia avuto ragione il regista di Burbank) perché i fan fossero dubbiosi riguardo a un costume totalmente nero, in linea con la poetica del regista.

Quello di Adam West è infatti un Cavaliere ben poco oscuro, pop più che dark, che raramente agisce dopo il calar del sole e che mai si sognerebbe di porsi al di sopra della legge: già nel 5° episodio, il primo in cui appare il Joker (Cesar Romero), quando si accorge di aver parcheggiato in divieto di sosta l’eroe decide di spostare l’auto. Vestito di grigio chiaro e con mantello azzurro sgargiante, accompagnato da un Robin (Burt Ward) in calzamaglia trasparente, Batman sfreccia a bordo della sua Batmobile in stile Lincoln Futura o del Bat-cottero per proteggere la città dai criminali, affrontati in scazzottate con tanto di colpi onomatopeici: i celeberrimi “powâ€, “sbamâ€, “slamâ€, “bang†sferrati a ritmo di musica. I due vivono con Alfred (Alan Napier) e zia Harriet (Madge Blake), che non conosce la loro vera identità e a cui è spesso necessario raccontare delle bugie prima di rispondere al telefono rosso, alzare il capo della statua e avventurarsi nella Batcaverna.

I criminali costituiscono comunque uno dei punti di forza della serie, spesso presentati singolarmente come avversari e raramente in team, cosa che invece accadrà nel lungometraggio dello stesso anno, una sorta di puntata allungata dalla qualità comunque buona. Il Joker di Cesar Romero ha naturalmente il carisma del leader dei villains di Gotham, ma è chiaramente ben lungi dall’essere spaventoso come quelli di Jack Nicholson, Heath Ledger e dell’ultimo Jared Leto. Burgess Meredith è Pinguino, Frank Gorshin l’enigmista, Julie Newmar (per le prime 2 stagioni)/Eartha Kitt (per la 3° stagione) sono Catwoman, George Sanders, Otto Preminger e addirittura Eli Wallach interpretano Mr. Freeze, Testa d’Uovo, inventato appositamente per la serie, è Vincent Price mentre Due Facce (che doveva essere interpretato da Clint Eastwood) non viene inserito in quanto ritenuto eccessivamente violento e aggressivo.

Una serie che riproduce fedelmente le tavole dei comic di Bob Kane, intrisa di codice Hays (“Robin, non buttare quella grata dal cornicione, potrebbe passare qualcuno sottoâ€) e all’insegna del buon umore e del politically correct, lontana anni luce dalle tinte oscure cui Batman ci ha abituati dal 1989 in poi. Fa sorridere e costituisce intrattenimento leggero, con una voice over didascalica e sempre pronta a ridestare l’attenzione degli spettatori, con uno stile che spesso portava ad avventure divise in due episodi, dove al termine della prima puntata Batman e Robin, sempre insieme, rischiavano la vita o di essere smascherati, con il consiglio di tornare sullo stesso “bat canale†la sera successiva per completare la “bat avventuraâ€. L’attesa, comunque, era solo di 24 ore, in quanto l’appuntamento era due volte la settimana in due giorni consecutivi. Senza contare che, 50 anni fa, l’hype per le serie tv non era lontanamente paragonabile a quello attuale.

Altra caratteristica peculiare della serie era l’arrampicata sul tetto. Presente in quasi tutte le puntate, in 14 episodi, il Dinamico Duo si è trovato di fronte un personaggio famoso del mondo del cinema, della radio o della televisione, uscito casualmente dalla finestra, acuendo l’effetto comico della scena: Jerry Lewis, Andy Devine, Ted Cassidy nei panni di Lurch della serie La Famiglia Addams, Sammy Davis Jr. e Bruce Lee sono solo alcune delle star che hanno voluto partecipare alle simpatiche gag.

Per chi ha amato i fumetti dalle prime tavole di Kane, la serie tv non sarà altro che una fedele, benché più edulcorata, versione. Per chi conosce il Cavaliere Oscuro da Burton o Nolan risulterà un po’ strano vedere un Batman così gentile e ben educato: segno di un’epoca, una serie tv che rispecchia gli Stati Uniti degli anni ‘60 e che, a 50 anni dalla sua nascita, può e deve far ancora parlare di sé.