"Black Mirror": non convince "Metalhead", thriller post apocalittico in bianco e nero
03/01/2018

Il viaggio nella nuova stagione di Black Mirror sta volgendo al termine e con Metalhead si tocca uno dei punti più bassi della produzione, nonostante le premesse fossero buone e l’impatto visivo iniziale fosse più che suggestivo, presentato in un intrigante bianco e nero. Purtroppo, i limiti di regia e di sceneggiatura vengono a galla presto, senza contare il fatto che, come già evidenziato per Crocodile, si fatica a comprendere la ragione di inserire questo episodio – un thriller, semplicemente – nella cornice di una serie come questa.


In uno scenario post apocalittico, una donna (Maxine Peake) è costretta alla fuga rincorsa da un robot dalle sembianze di un cane, un automa spietato che ha già ucciso i suoi compagni di missione.


Questa la sinossi, questa la trama di un episodio che gioca le sue carte sul filo della tensione, in un crescendo che sembra non avere mai via di uscita, ma che stenta comunque a convincere in uno sguardo d’insieme, considerando anche che il ritmo narrativo non decolla mai come ci si aspetterebbe.



Tra le note positive c’è sicuramente il bianco e nero che accoglie lo spettatore, una soluzione estetica intrigante che lascerebbe presagire una cura fotografica di ottimo livello ma che, tuttavia, si limita solamente a qualche guizzo sporadico. Dopotutto il curriculum del regista, David Slade, non è certo dei migliori e con questo episodio conferma ancora una volta i suoi limiti, nonostante un tentativo di camuffarli dietro una confezione godibile alla vista: l’eccessivo utilizzo del ralenti e alcune sequenze velocizzate sono tra i difetti maggiori di una regia mai del tutto convincente. Ottima, invece, la prova di Maxine Peake, capace di tenere sulle spalle tutti i 40 minuti (questo l’episodio più breve della stagione) e di regalare allo spettatore la tensione necessaria per proseguire nella visione. La perplessità maggiore, comunque, riguarda l’inserimento di Metalhead nella stagione: manca il coinvolgimento, manca la tensione interiore, manca quel senso di smarrimento di fronte ad un futuro incerto e dominato dalla tecnologia. Manca Black Mirror, insomma. Sembra infatti di assistere a una sorta di versione in bianco e nero e sul piccolo schermo di Mad Max The Last of Us, e se è possibile definirlo intrattenimento, è evidente come manchi totalmente dello spirito che aveva caratterizzato le stagioni precedenti di questa serie. Questo, probabilmente, è il difetto più grande.


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