I migliori documentari sul mondo dello sport disponibili in streaming
24/11/2020

Lo sport è un potente veicolo di messaggi positivi, capace di rendere il pubblico un protagonista attivo e partecipe. Praticare sport, assistere a manifestazioni sportive e supportare la propria squadra del cuore sono attività che garantiscono sempre un flusso di emozioni elettrizzanti, che ci fa sentire parte di un gruppo, di una grande comunità e ci permette di accantonare i problemi che ci affliggono. Proprio per questo motivo vogliamo consigliarvi una lista di 11 tra i migliori documentari sullo sport disponibili sulle diverse piattaforme streaming.



1. Mi chiamo Francesco Totti (NOWTv/Amazon Prime Video)

Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020, Mi chiamo Francesco Totti è il risultato di un appassionante viaggio alla scoperta della carriera di una leggenda del calcio e, a partire dal giorno del suo addio alla Roma, il doc è il pretesto per fare un tuffo nel passato. Il regista Alex Infascelli alza l’asticella scegliendo proprio Francesco Totti come narratore di sé stesso, un “regista aggiunto” che accompagna lo spettatore, mostrandosi bonario e ironico all’interno di un intimo racconto che svela tutta l’umanità di un campione. Perché, come canta De Gregori, “un campione si vede dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”. 



2) Icarus (Netflix)

Il documentario diretto da Bryan Fogel e prodotto da Dan Cogan, vincitore del premio Oscar come miglior documentario nel 2018, è il tentativo di raccontare uno dei lati più oscuri dello sport: il doping. Bryan, appassionato ciclista, vuole dimostrare come un semplice sportivo amatoriale possa riuscire a sottoporsi a un programma di doping e successivamente risultare negativo al test. Si infligge questo estenuante trattamento, tra pillole e aghi, affinché possa migliorare le sue prestazioni. Il sorprendente documentario prende una piega ben diversa rispetto alle intenzioni iniziali: Bryan viene infatti supervisionato dal Dr. Grigory Rodchenkov, direttore del centro anti-doping di Mosca, che nel corso del documentario verrà implicato nella falsificazione dei test degli sportivi olimpici. Grigory accetterà l’ospitalità di Bryan recandosi, dunque, a Los Angeles, allo scopo di svelare tutta la verità sul caso.



3) Rising Phoenix – La storia delle Paralimpiadi (Netflix)

Al centro di questo documentario l’incredibile forza di (super)eroi che attraverso lo sport hanno trovato l’entusiasmo e la forza per fronteggiare le proprie disabilità. Il titolo prende spunto dallo splendido intervento di Bebe Vio: “My name is Phoenix Rising, because the Phoenix can live and die, and burn and live again”. È commovente assistere alle struggenti storie di questi atleti, esaltati dal sostegno e dalla partecipazione, sempre maggiore, del pubblico che riempie gli stadi per assistere a una manifestazione sportiva, emozionante tanto quanto le altre. Il documentario, prodotto da Netflix, è ben strutturato a tal punto da garantire un’esperienza caratterizzata da un alto livello d’intrattenimento, e al contempo, densa di una componente riflessiva. Risulta, quindi, un ottimo prodotto per diffondere una sana cultura sportiva, grazie anche all’incredibile storia del fondatore dei giochi paralimpici, il Dottor Ludwig Guttmann: neurochirurgo di origini ebraiche che fuggì dalla Germania nazista e inaugurò a Londra i primi giochi per persone affette da disabilità.



4) Free Solo (Disney+)

Il documentario vincitore del premio Oscar 2019, diretto da Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi, ripercorre le imprese sconvolgenti di Alex Honnold, intenzionato a scalare a mani nude la parete rocciosa El Capitan, alta ben 2307 metri. Una visione adrenalinica che mostra l’enorme preparazione fisica e mentale cui l’uomo si sottopone, alternata a interviste utili a svelare i lati più intimi di Alex e “dimostrandone”, infine, alcuni tratti quasi sovrumani, come se non fosse biologicamente nato per provare paura.



5) Home Game (Netflix)

Un esilarante prodotto d’intrattenimento che ci porta alla scoperta degli sport più antichi della storia, praticati ancora oggi in vari paesi del mondo che non rinunciano a portare avanti le proprie tradizioni. Avevate mai sentito parlare del calcio storico fiorentino? Probabilmente questa fusione tra calcio e rugby, senza esclusione di colpi, potrebbe esservi già nota, essendo una manifestazione praticata nella bella città di Firenze. Ma quando si inizia a parlare di Kok Boru, un gioco equestre, simile al polo, in cui viene usata una capra morta come palla, allora sì che il tasso di assurdità e bizzarria supera decisamente il livello di guardia…



6) 1 (Amazon Prime Video)

La formula 1 raccontata dalle più grandi personalità del mondo automobilistico, con immagini d’archivio strabilianti che palesano tutta la loro potenza espressiva. Lo spettatore si ritrova a palpitare di fronte ai numerosi casi di incidenti disastrosi, causa della morte di molti piloti (a partire da Jim Clark fino alla perdita del leggendario Ayrton Senna), che confermano come la questione della sicurezza sia diminuita, sempre più, nel corso della storia di questo sport. La folle passione dei piloti, il vero motore di tutto in quanto a spinta motivazionale, è ciò che contraddistingue dal primo all’ultimo questi eroi automobilistici che voglio spingersi, costantemente, oltre i propri limiti.



7) Conor McGregor: Notorious (Netflix)

Il documentario segue da vicino le gesta atletiche dell’esuberante lottatore irlandese di MMA, Conor McGregor, pronto a entrare di diritto nella storia di questo sport. Conor lascia il lavoro per dedicarsi pienamente al suo sogno: diventare campione mondiale di UFC. Le sedute di costante e intenso allenamento, la sua personalità fuori dagli schemi e la sua mentalità sempre incredibilmente positiva sono le caratteristiche di Conor che inevitabilmente catturano e coinvolgono lo spettatore, esaltato dalle sensazionali e sanguinolente sequenze degli incontri sul ring. 



8) The Last Dance (Netflix)

I Chicago Bulls scendono in campo nella loro ultima danza storica, prima dello smantellamento, nel 1998 per fare ciò per cui sono nati: vincere. La brillante e popolarissima serie, fresca di un grande successo di pubblico e streaming a inizio 2020, utilizza proprio l’anno chiave del ’98 come strada maestra di una narrazione fatta di salti temporali, imprese sportive e storie di vita. Nell’arco di dieci episodi si alternano interviste e materiali d’archivio inediti tenuti in cassaforte, per tantissimo tempo, dallo stesso Jordan. Giocatori, dirigenti sportivi, giornalisti e familiari si specchiano nel riflesso della telecamera per rivelare fatti privati e pubblici e il flusso degli eventi, mostrato attraverso un montaggio frenetico, è ricco di spunti etici, morali, sportivi e filosofici, in grado di elevare a potenza l’esperienza spettatoriale. 



9) Kilian Jornet, Path to Everest (Amazon Prime Video)

Nel 2017, il catalano Kilian Jornet raggiunge un record strabiliante: scala l’Everest senza ossigeno e in una sola volta. La montagna più alta del mondo è la conclusione del suo progetto “Summits of My Life”, che consisteva nello scalare le vette più ambite e rinomate della terra: Monte Bianco, Cervino, Monte Elbrus, Aconcagua, Monte McKinley, Everest. Dunque non resta altro che ammirare paesaggi mozzafiato e assistere a questa incredibile ascesa dell’uomo sul tetto (e sui tetti) del mondo. “Quando la montagna e l’uomo si incontrano, accadono grandi cose”.



10) Cheerleader (Netflix)

Cheerleader è una docuserie, ideata da Greg Whiteley, in cui lo spettatore si immerge nel competitivo mondo del cheerleading dei college statunitensi. In particolare, le vicende vedono protagonisti gli atleti del Navarro College di Corsicana, in Texas. Guidato da Monica Aldama, il team ha vinto ben 14 campionati nazionali dal 2000. I virtuosi ginnasti, sia uomini che donne, mostrano come dietro ai loro visi sempre sorridenti si celi un vero e proprio sport che richiede dedizione e sacrificio. Smontando, così, tutti gli stereotipi del caso.



11) Grand Canyon: viaggio estremo (Disney+)

Il regista Pete McBride e lo scrittore Kevin Fedarko decidono di attraversare a piedi il Grand Canyon, percorrendo così 750 miglia, equivalenti a 1200 km di camminata. Un’esperienza estrema con il fine ultimo di dimostrare quanto il cambiamento climatico e l’intervento dell’uomo stiano rovinando il suggestivo paesaggio del Grand Canyon, mettendo anche a dura prova la vita di alcune comunità indigene. La troupe, lungo il percorso, si ritroverà a fronteggiare notevoli difficoltà: la mancanza d’acqua, il freddo, il caldo torrido, l’assenza di un sentiero battuto…


Matteo Malaisi 

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