Spider-Man sul grande schermo: dalla trilogia di Sam Raimi all'era di Tom Holland
13/12/2021
«Chi sono? Sicuri di volerlo sapere? La storia della mia vita non è per i deboli di cuore. Se qualcuno ha detto che era una bella favoletta, se qualcuno vi ha raccontato che ero solo un tizio normale senza una preoccupazione al mondo, quel qualcuno ha mentito».



È il 2002, il Marvel Cinematic Universe è probabilmente solo un progetto ancora sbiadito nella Casa delle Idee, e anche i film con protagonisti i supereroi non sono molti, se si fa eccezione per i Superman con protagonista Christopher Reeve e i due Batman di Tim Burton. Ed è proprio il regista di Burbank, vista la qualità dei suoi cinecomic, una delle idee per poter dirigere un film su Spider-Man  (dopo i primi tre trascurabili tentativi degli anni ‘70) da parte della Sony (che nel frattempo ha acquisito i diritti sul personaggio), ma non fu l’unica opzione presa in considerazione, anzi, la più concreta prima della scelta di Sam Raimi era un regista in piena rampa di lancio alla fine degli anni novanta: David Fincher. Lo stesso regista di Se7en e Fight Club lo ha confermato successivamente, rivelando che il suo interessa non fosse tanto sull’origine del personaggio, quanto sulla sua relazione con Gwen Stacy e che nel suo film avrebbe poi voluto mostrare la morte di quest’ultima, avvenuta dopo essere stata lanciata da un ponte da Goblin. Fu proprio Spidey, in realtà, a ucciderla, bloccandola con la ragnatela: una sequenza (notevole) mostrata anche in The Amazing Spider-Man 2, quando la ragnatela assume la forma di una mano per cercare di impedire che Gwen (Emma Stone) precipiti, non riuscendo però a prenderla in tempo.



La scelta di Marc Webb (e di Fincher), se si pensa ai fumetti, è comunque più corretta di quella di Sam Raimi, che ha deciso di puntare tutto su Mary Jane (Kirsten Dunst), lasciando al personaggio di Gwen solo un’apparizione nel terzo (e più debole) capitolo della sua trilogia, con il volto di Bryce Dallas Howard. Che sia Gwen, che sia MJ (Mary Jane o Michelle Jones, come Zendaya negli ultimi tre film), di fatto la relazione sentimentale è sempre centrale, ed è la voice over di Tobey Maguire a ribadirlo, proprio all’inizio di Spider-Man: «Ve l'assicuro: questa, come qualsiasi storia che valga il racconto, è a proposito di una ragazza». Aderente o meno ai fumetti di Stan Lee e Steve Ditko, tutti i film con protagonista l’Uomo-Ragno sono incentrati sulla relazione con una ragazza, vero motore dell’intreccio: è per far colpo su MJ che Peter decide di uscire la sera in cui morirà suo zio Ben, è sempre per lei e per paura di perderla che in Spider-Man 2 entra in crisi decidendo anche di gettare la maschera (pur solo temporaneamente), e se Gwen è protagonista nel cuore di Peter Parker in The Amazing Spider-Man e nel suo sequel, in Spider-Man: Far From Home la gita scolastica è l’occasione giusta per far nascere l’amore tra Peter e MJ, partendo dalle note di Stella Stai in viaggio verso Venezia.

«Goblin, che te ne pare? L’ho inventato da me! Oggi questi mostri devono avere un nome»

 
Tra i registi interessati a una trasposizione cinematografica di Spider-Man ci fu anche James Cameron, che aveva già scritto una sceneggiatura con antagonisti Electro e Uomo Sabbia e che, pare, avesse anche preso in considerazione Leonardo DiCaprio come protagonista. David Koepp, sceneggiatore della trilogia di Raimi, non scartò totalmente le idee di Cameron, ma decise comunque di modificare i villains dei diversi film: Goblin (Willem Dafoe), Doc Ock (Alfred Molina) e infine Uomo Sabbia (Thomas Haden Church) e Venom (Topher Grace) nel terzo capitolo. Su quest’ultimo, in particolare, non sono mancate le polemiche, perché Raimi avrebbe voluto solamente l’Uomo Sabbia e la possibilità di poter sviluppare il Goblin di Harry Osborn (James Franco), ma l’insistenza dei fan, con conseguente pressione della Sony, hanno obbligato il regista a inserire anche Venom, sprecando di fatto un’occasione: l’incipit e la storia dell’Uomo Sabbia erano molto promettenti. Se Goblin è un villain abbastanza classico, Doctor Octopus è invece il degno antagonista del miglior film su Spider-Man che sia mai stato realizzato: con una regia capace di spaziare tra horror e comic movie, Raimi dipinge un avversario tormentato (come Peter, del resto), scisso tra l’essere un mostro e i valori che invece lo hanno ispirato per tutta la vita e che lo porteranno alla redenzione. Inoltre, sembra che Raimi volesse proseguire anche con un quarto film, e non è un caso che in Spider-Man 2 e in Spider-Man 3 il professore cui Peter si rivolge spesso sia il dottor Connors, docente universitario cui manca un braccio: Lizard era già nei piani del regista. Ci penserà Marc Webb a inserirlo, quando nel 2012 realizza The Amazing Spider-Man, reboot con protagonista Andrew Garfield: è proprio Lizard il villain di un film tutt’altro che memorabile, primo capitolo di un progetto che doveva essere una trilogia e che, invece, si è fermato al secondo film.



Se The Amazing Spider-Man 2 è più convincente, comunque, lo deve proprio ai suoi villain, Electro e Goblin: il primo desideroso di vendetta verso un mondo incapace di considerarlo, il secondo con il desiderio di distruggere la Oscorp, che lo ha eliminato poco dopo la morte di suo padre. A farci le spese, come già detto, Gwen. Il finale lasciava aperta la possibilità di un terzo capitolo in cui Peter avrebbe dovuto vedersela con i Sinistri Sei: sono mostrati i tentacoli di Octopus, le ali di Vulture e l’armatura di Rhino (poi indossata da Paul Giamatti) ed è probabile che la squadra si sarebbe completata con Goblin, Mysterio e Kraven. Un film previsto per il 2016, quando, a tutti gli effetti, Spidey è tornato nelle sale, questa volta non più sotto il controllo della Sony, ma a casa sua: non il Queens, la Marvel, chiamato in causa in Captain America: Civil War. Interessante notare come si ripeta quanto già avvenuto per Lizard: anche in questo caso i cattivi che compaiono sono Vulture (in Spider-Man: Homecoming), interpretato da Michael Keaton, e Mysterio (Spider-Man: Far From Home), con il volto di Jake Gyllenhaal: in particolare quest’ultimo è un personaggio interessante, che permette a Jon Watts di calare il film in una contemporaneità fatta di illusione, apparenze, mondo virtuale e desiderio delle masse di creare qualcosa in cui poter credere. Il terzo capitolo con protagonista Tom Holland, Spider Man: No Way Home, vede il ritorno di tutti (o quasi) i villains dei film precedenti – un multiverso già esplorato con il notevole film animato Spider-Man: Un nuovo universo – ideale chiusura di un percorso che, secondo le parole di Amy Pascal, potrebbe proseguire con una nuova trilogia.

«Mi fido del mio barbiere»

Social

ISCRIVITI alla newsletter

Resta aggiornato su tutti i nostri webinar e ricevi ogni venerdì newsletter editoriali esclusive!

  • © Tutti i diritti riservati
  • longtake® è di Lachi S.r.l. P.IVA 08843780969 
  • Condizioni d’uso
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy

Corsi

Sei un appassionato di cinema?
Non perderti i nostri corsi lorem ipsum dolor


Sei un’azienda, un museo o una scuola?
Abbiamo studiato per te lorem ipsum dolor

Con il tuo account puoi:

Votare i tuoi film preferiti

Commentare i film

Proporre una recensione

Acquistare i nostri corsi

Guardare i webinar gratuiti

Personalizzare la tua navigazione

Filtri - Cerca un Film

Attori
Registi
Genere
Paese
Anno
Cancella
Applica