Captain America: Civil War
Captain America: Civil War
Durata
146
Formato
Regista
Dopo l’ennesimo incidente internazionale nel quale sono rimasti coinvolti gli Avengers, le pressioni politiche chiedono a gran voce un sistema di responsabilità e un consiglio d’amministrazione che decida quando richiedere l'intervento del team. Questa nuova dinamica divide i supereroi: c’è chi accetta il compromesso (Iron Man) e chi non vuole saperne (Captain America).
Posizionato cronologicamente subito dopo Avengers: Age of Ultron (2015), Captain America: Civil War prende ispirazione dalla celebre graphic novel di Mark Millar e Steve McNiven, uno dei fumetti americani più rivoluzionari e importanti del nuovo millennio. I fratelli Russo, che già con Captain America: The Winter Soldier (2014) avevano dimostrato buona mano per il genere, proseguono il proprio lavoro egregiamente: a differenza del fracassone e già citato Avengers: Age of Ultron di Joss Whedon, qui i due registi giocano maggiormente sull’ironia e riescono nel non semplice tentativo di non tediare lo spettatore nonostante svariati dialoghi incentrati sul voler approfondire la psicologia dei personaggi. Seppur preponderante dal lato introspettivo (al centro ci sono le debolezze e l’umanità dei supereroi), la pellicola resta comunque ben bilanciata e arricchita da sequenze d’azione (soprattutto quella collettiva con lo scontro tra le due fazioni in aeroporto) girate con attenzione e valorizzate da ottimi tempi di montaggio. La durata resta comunque eccessiva – 146 minuti sono troppi anche per un blockbuster con così tanta carne al fuoco – ma si sente più nella prima parte che nella seconda, con quest’ultima dotata di un climax crescente davvero notevole e trascinante. Non un’opera rivoluzionaria, ma un kolossal che fa bene il suo dovere e si posiziona tra i migliori prodotti del Marvel Cinematic Universe, anche grazie al carisma dei personaggi secondari (da Ant-Man a Visione). La chicca resta l’apparizione del nuovo Spider-Man, interpretato dall’imberbe Tom Holland, ironico e divertente persino nel citare il “vecchissimo” (almeno per lui) L'Impero colpisce ancora (1980).
Posizionato cronologicamente subito dopo Avengers: Age of Ultron (2015), Captain America: Civil War prende ispirazione dalla celebre graphic novel di Mark Millar e Steve McNiven, uno dei fumetti americani più rivoluzionari e importanti del nuovo millennio. I fratelli Russo, che già con Captain America: The Winter Soldier (2014) avevano dimostrato buona mano per il genere, proseguono il proprio lavoro egregiamente: a differenza del fracassone e già citato Avengers: Age of Ultron di Joss Whedon, qui i due registi giocano maggiormente sull’ironia e riescono nel non semplice tentativo di non tediare lo spettatore nonostante svariati dialoghi incentrati sul voler approfondire la psicologia dei personaggi. Seppur preponderante dal lato introspettivo (al centro ci sono le debolezze e l’umanità dei supereroi), la pellicola resta comunque ben bilanciata e arricchita da sequenze d’azione (soprattutto quella collettiva con lo scontro tra le due fazioni in aeroporto) girate con attenzione e valorizzate da ottimi tempi di montaggio. La durata resta comunque eccessiva – 146 minuti sono troppi anche per un blockbuster con così tanta carne al fuoco – ma si sente più nella prima parte che nella seconda, con quest’ultima dotata di un climax crescente davvero notevole e trascinante. Non un’opera rivoluzionaria, ma un kolossal che fa bene il suo dovere e si posiziona tra i migliori prodotti del Marvel Cinematic Universe, anche grazie al carisma dei personaggi secondari (da Ant-Man a Visione). La chicca resta l’apparizione del nuovo Spider-Man, interpretato dall’imberbe Tom Holland, ironico e divertente persino nel citare il “vecchissimo” (almeno per lui) L'Impero colpisce ancora (1980).