Toni Servillo: le migliori interpretazioni e dove trovarle in streaming 
25/01/2021

Il 26 novembre 2020 Toni Servillo si è aggiudicato il settimo posto nella classifica dei migliori attori mondiali del XXI secolo stilata dal New York Times: volto iconico del cinema contemporaneo, Servillo nasce sul palcoscenico come regista e attore teatrale e, quando approda sul grande schermo, dà corpo a un vasto campionario di protagonisti che lo rendono uno degli interpreti più apprezzati e popolari dell’ultimo ventennio. Ecco alcuni dei ruoli che lo hanno reso celebre e che potete trovare in streaming:

Le conseguenze dell’amore, Paolo Sorrentino (Netflix)

Nella seconda collaborazione con Sorrentino (dopo L’uomo in più), Servillo è Titta Di Girolamo, un uomo silenzioso e discreto che alberga da anni presso un lussuoso albergo svizzero, galleggiando in uno stato di apatico disinteresse nei confronti di tutto ciò che il suo sguardo incontra. Il suo personaggio è però portatore di un segreto (una somma di segreti) inconfessabile, che un montaggio in cui coabitano lentezza e velocità svela progressivamente. La conoscenza della cameriera Sofia urta la sua ciclica abitudinarietà (una vita tenuta in scacco dalla mafia, il riciclo di denaro, la dipendenza dall’eroina, l’insonnia e l’assenza di contatti con una famiglia distante), ma ogni possibile deviazione esistenziale è destinata a cementificarsi per sempre nella sequenza finale.



Gomorra, Matteo Garrone (Netflix)

Accanto ai tanti non attori dell’universo corale della camorra ispirato al romanzo di Roberto Saviano, Servillo interpreta Franco, un imprenditore spregiudicato in giacca e cravatta che smaltisce illegalmente rifiuti tossici e che vorrebbe insegnare al giovane neolaureato Roberto il proprio lavoro. Il ragazzo, che si accorge di non voler divenire uno dei tanti eredi di un sistema inumano che si ramifica capillarmente e che inghiotte in una spirale di cieca violenza chiunque gli si avvicini, riesce a sottrarsi dalla realtà inquadrata e, uscendo fuori campo, abbandona Franco – e il mondo che rappresenta – in mezzo alla strada. 

Il divo, Paolo Sorrentino (Netflix)

Quando diventa Giulio Andreotti, uno dei personaggi chiave della scena politica e mediatica italiana degli ultimi anni, Servillo si ingobbisce e si accartoccia su se stesso. La sua maschera è grinzosa, gli occhiali sono spessi e le orecchie vistose. La voce è nasale, il capo è chinato e le dita comunicano in codice: il divo, come un vampiro immerso nell’oscurità, è un Moloch luciferino che non si lascia esplorare, un essere umano solitario e misterioso la cui enigmaticità verbale e caratteriale simboleggia la natura impenetrabile del potere che rappresenta. David di Donatello e Nastro d’Argento come migliore attore a Servillo nel 2009.






Una vita tranquilla, Claudio Cupellini (Amazon Prime Video)

Rosario, il cuoco di un ristorante in Germania, è sposato con una donna tedesca e ha un figlio piccolo. La sua vita tranquilla, tuttavia, così come l’ordinarietà identitaria e situazionale, è solo apparente: il protagonista è in realtà Antonio Di Martino, un latitante fuggito dall’Italia che si è ricreato una nuova vita. L’arrivo del figlio Diego (Marco D’Amore) rimette in gioco l’esistenza del padre e il peso di un passato nascosto – la camorra, le fughe e gli omicidi – è pronto a ripresentarsi in nuove forme. Marc’Aurelio d'Argento per il migliore attore a Toni Servillo, che riesce a indossare una freddezza formale tradita dalla gestualità e dall’espressività di una crescente inquietudine interiore.

Bella addormentata, Marco Bellocchio (Amazon Prime Video)

In un film che tratteggia le psicologie di un insieme di personaggi le cui storie sono accomunate dal tema dell’eutanasia, Servillo è il senatore del Pdl Uliano Beffardi, un uomo di potere che vuole dimettersi perché si sottrae alla volontà del partito di approvare il disegno di legge che impone il mantenimento in vita dei soggetti non autosufficienti. Durante il suo viaggio a Roma, Uliano cerca continuamente di parlare con la figlia, che non gli risponde mai al telefono: lei, che lo ha allontanato da quando il collegamento della vita della madre alle macchine è stato staccato, riesce a vedere diversamente l’ultima immagine dei genitori solo grazie all’amore, che le permette di nobilitare e risignificare la scelta paterna.






La grande bellezza, Paolo Sorrentino (Netflix) 

Nel film Oscar al miglior film straniero del 2014, Servillo è Jep Gambardella, il re dei mondani alla ricerca di bagliori di bellezza e sacralità in una Roma disperata e profanata. Tassello di un mondo patinato e vuoto che non gli dice nulla e da cui prova a disancorarsi, il protagonista vaga nella propria odissea esistenziale con malinconico disincanto e partecipa a feste a cui tutti si agganciano come i vagoni di trenini smarriti che non vanno da nessuna parte. La salvezza dall’inadeguatezza e dalla causticità del presente sembra profilarsi in un aldilà che solo un viaggio immaginario nel passato rende possibile.

La ragazza nella nebbia, Donato Carrisi (Netflix)

Qui, Servillo è Vogel, il vanesio ispettore nato dalla penna di Carrisi che arriva in un piccolo paesino di montagna per indagare sulla scomparsa di Anna Lou, una sedicenne dai capelli rossi. L’etica professionale dell’uomo si basa su un uso astuto e disonesto dei media: Vogel guadagna tempo, crea spettacoli per la televisione, prende accordi segreti con i giornalisti e trucca le prove per incastrare chi sembra rispecchiare il profilo del colpevole. L’uomo abituato a creare notizia è però destinato a diventare notizia, perché il presunto accusato del caso riesce a farlo cadere nella trappola della sua stessa vanità.

Lasciati andare, Francesco Amato (Netflix)

Elia Venezia, capelli e barba bianca alla Freud, è uno psicoanalista pigro che mantiene le distanze con il mondo e che non ascolta i propri pazienti. Quando le analisi mediche rivelano che deve mettersi in forma con dieta e palestra, l’uomo conosce Claudia, una personal trainer spagnola esuberante che sbriciola giorno dopo giorno il suo ordine e rimescola i pezzi della sua vita: se il meccanismo narrativo comico messo in atto è quello dell’omologazione degli opposti, il film inquadra come sia soprattutto Elia a vivere un percorso di trasformazione interiore (una forma di divertente psicoanalisi involontaria), contaminato dal brio, dalla spensieratezza e dalla leggerezza della giovane donna.



Sara Colombini

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