La tomba dell'onore
Jingi no hakaba
1975
Paese
Giappone
Generi
Gangster, Azione
Durata
94 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Kinji Fukasaku
Attori
Tetsuya Watari
Tatsuo Umemiya
Yumi Takigawa
Eiji Gō
Noboru Andō
Nella Tokyo del dopoguerra in via di ricostruzione, il potere è nelle mani della criminalità organizzata, divisa fra clan in lotta fra loro. In spregio a qualsiasi codice etico e regola di condotta, lo spietato e amorale Rikio Ishikawa (Tetsuya Watari) dei Kawada compie una serie di gravi azioni contro il suo clan e quelli avversari. Esiliato e abbandonato quasi da tutti, Rikio Ishikawa comincia a fare un pericoloso uso di droghe. Tratto dall'omonimo romanzo di Goro Fujita e ispirato alla vita dello yakuza realmente esistito Rikio Ishikawa, La tomba dell'onore è l'apoteosi dello yakuza-eiga nichilista e furibondo di Kinji Fukasaku, poliedrico regista di culto che all'alba degli anni Settanta ha rivoluzionato il genere gangsteristico firmando pellicole di crudo realismo e densa ambiguità morale, pellicole che hanno avuto larga influenza sul cinema di importanti autori statunitensi quali William Friedkin e Quentin Tarantino. Solo contro tutti, il tragico Rikio Ishikawa, interpretato con intensa aderenza da Tetsuya Watari, già protagonista del celebre Tokyo Drifter (1966) di Seijun Suzuki, è un completo antieroe che incarna lo spirito di un paese umiliato e devastato, il Giappone occupato del dopoguerra, che sotto il manto di una democratizzazione forzata nasconde umilianti cicatrici e ferite ancora aperte. Spazzata via qualsiasi traccia di romanticismo, Fukasaku mette in scena una situazione sempre sul punto di esplodere, che procede per accumulo ed erompe sistematicamente in fragorosi squarci di violenza. Calatosi all'interno di un inestricabile caos strutturale dove non trovano più posto né ordine né gerarchie, che si tratti di risse o mercati neri, feste o sparatorie, Fukasaku filma tutto allo stesso modo, restituendo alla pellicola una vorace furia iconoclasta che si avvinghia alla condotta autodistruttiva del protagonista e termina con un vertiginoso salto nel vuoto che è un autentico grido di libertà. Potentissimo. Takashi Miike ne ha diretto un ispirato remake nel 2002.
Maximal Interjector
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