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5 sguardi sull'ignoto

Il nuovo decennio è appena iniziato e già si trova a fare i conti con speranze e timori figlie del mito dei ruggenti anni ‘20: periodo storico che è riuscito a ritagliarsi nell’immaginario collettivo un’iconografia legata a uno stile di vita sfarzoso e mondano che, dietro questa patina idilliaca, già celava le prime avvisaglie di un imminente tracollo. Ritrovandoci quindi a osservare un futuro incerto, possiamo forse scorgere una certa familiarità in alcuni sguardi che hanno segnato la storia del cinema.

L’arrivo di Claudia Cardinale alla stazione di Flagstone in C’era una volta il West ben rappresenta quelli che sono i sogni e le paure di Jill, ex prostituta proveniente da New Orleans e in cerca di una nuova vita nel selvaggio West. Jill si affaccia timorosa dalla carrozza, ma lo sguardo che volge verso il suo imminente futuro trabocca di fiducia poiché gli spettri del passato sono ormai alle spalle. Purtroppo le prime incertezze non tardano ad adombrare gli occhi della donna: il marito infatti non arriverà mai a prenderla alla stazione, cattivo presagio che anticipa la tragedia che di lì a poco avrebbe mandato in frantumi i sogni di Jill. 


Gelida indifferenza e alterigia invece è ciò che traspare dallo sguardo di Kate Winslet quando i suoi occhi fanno capolino da sotto la tésa lilla del suo elegante cappello e si soffermano a contemplare, per la prima volta, il Titanic. Al più grande transatlantico mai costruito la ragazza risponde con uno sminuente “non sembra più grande del Mauritania”; reazione che non tradisce alcun timore o insicurezza verso quello che, all’epoca, era il simbolo del futuro e del progresso. Il tragico epilogo di Leo e Kate ci suggerisce però di non prendere troppo sottogamba questa traversata e di tenere gli occhi ben aperti nel caso dovessimo scorgere un iceberg all’orizzonte.


Per chi invece si è messo alle spalle il decennio appena trascorso e ha deciso di lanciarsi, mosso da ardente fiducia, verso una nuova avventura sarà semplice immedesimarsi in quei passeggeri che, abbandonato il vecchio continente, salparono alla volta di quella che un tempo era nota come la terra delle opportunità. Uomini e donne che, dopo aver stipato tutta la propria esistenza all’interno di una o due valige, scelsero di giocare a dadi con la sorte nella speranza di veder realizzati i propri sogni. In piedi, come sentinelle, essi scrutavano il fosco orizzonte in attesa di scorgere un lembo di terra; e se avevi l’accortezza di osservare bene i loro sguardi: “tu potevi guardarli negli occhi, e se guardavi bene, già la vedevi, l'America”. [cit. La leggenda del pianista sull’oceano]


Le malinconiche note di The Sound of Silence ci fanno invece vestire i panni di Dustin Hoffman e Katharine Ross in uno dei finali più iconici della Nuova Hollywood, tanto da diventare il manifesto dell’incertezza che sarebbe stata la grande ombra di un’intera generazione. Il film è Il Laureato. Sono passati più di 50 anni, ma quegli sguardi vacui e persi nel vuoto restano più attuali che mai.


L’augurio è che gli incubi derivanti dalla paura verso l’ignoto non vi facciano sobbalzare nel cuore della notte proprio come accade a Jameson Parker in Prince of Darkness. Il suo sguardo carico di terrore è frutto di un’epifania appena raggiunta: l’essere stato un’inconsapevole pedina all’interno di un’ineluttabile partita in cui bene e male sono interscambiabili. Vi consiglio quindi di stare alla larga da quello specchio e ricordate: “quando guardi a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro”. [cit. Friedrich Nietzsche]

Simone Manciulli

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