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Alice in Wonderland: attraverso il grande schermo
Il 25 febbraio 2010, a Londra, Tim Burton presentava il suo Alice in Wonderland, con Mia Wasikowska nel ruolo di Alice, Johnny Depp come Cappellaio Matto, Helena Bonham Carter nei panni della Regina di Cuori e Anne Hathaway in quelli della Regina Bianca, mentre Alan Rickman è il Brucaliffo. Il film di Burton è tra le ultime trasposizioni del romanzo di Lewis Carroll, e il 10° anniversario è l'occasione giusta per ripercorrerne la storia: 

1) Alice in Wonderland (Cecil M. Hepworth, Percy Stow, 1903)


2) Alice in Wonderland (W. W. Young, 1915)

Non mancano le scelte brillanti e le innovazioni visive, ma la mano di un regista degno di tale nome si sente solo in parte. Indubbiamente, però, si tratta di un prodotto godibile da cui prenderanno spunto gli adattamenti successivi del noto testo letterario.

3) Alice in Wonderland (Bud Pollard, 1931)

Si tratta del primo film sonoro su Alice, con protagonista Ruth Gilbert

4) Alice nel paese delle meraviglie (Norman Z. McLeod, 1933)


5) Alice nel paese delle meraviglie (Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske, 1951)

uno dei classici Disney (il 13esimo, in ordine cronologico) più affascinanti, misteriosi e indecifrabili. Intriso di una velata fascinazione nei confronti dell'ignoto, e di un'evidente dipendenza dalla dimensione onirica di sogni che potrebbero tramutarsi in incubi, il film colpisce e coinvolge anche grazie alla presenza di una serie di indimenticabili personaggi di contorno: lo Stregatto, un Cappellaio Matto, i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, il Brucaliffo, un'isterica regina di Cuori pronta a mozzarle il capo, e molti altri. Immersi nell'oscurità, contribuiscono a rendere vivi i toni oscuri e fumosi della vicenda, generando allegorie e allusioni (al consumo di droghe, in primis) a universi formalmente estranei alla tradizione Disney e fiabesca in generale. Memorabili le sequenze alla tavola del Cappellaio Matto, quella del processo nel tribunale fagocitato dalla Regina di Cuori, e lo sfogo di Alice nelle tenebre, circondata da ibridi tra oggetti e animali («Io mi so dar ottimi consigli»).

6) Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie (William Sterling, 1972)


7) Qualcosa di Alice (Jan Švankmajer, 1988)

Tutti i temi più cari al regista si susseguono uno dopo l'altro (il soppruso e la repressione; l'inanimato che prende vita e si fa metafora della vita stessa), e il mondo di Carroll diviene immediatamente l'universo sovversivo di Švankmajer. Qualcosa di Alice è un film che canta la lunga vita dell'oggetto inanimato e l'ostilità di un mondo che si oppone al potere antropocentrico del racconto. In quest'incubo sulle trasformazioni anarchiche e regressive del reale, il regista ceco combina tecniche di stop-motion a recitazione in carne e ossa, e progetta ogni immagine all'altezza della sua piccola protagonista.

8) Alice nel paese delle meraviglie (Nick Willing, 1999)


9) Alice in Wonderland (Tim Burton, 2010)

Tim Burton mette le mani sui celeberrimi romanzi di Lewis Carroll tentando un adattamento cinematografico rivisitato: l'Alice giovane donna, anziché bambina, apre la strada a nuove domande sull'identità e la crescita, oltre che a un sottile gioco romantico tra lei e il Cappellaio Matto. Mescolando computer graphic, motion capture e live action, Burton fa un onesto, ma non sempre funzionante, tentativo di restituire l'allucinata visionarietà del Paese delle Meraviglie.

10) Alice attraverso lo specchio (James Bobin, 2016)

Danny Elfman risuona come una eco lontana e impercettibile, Johnny Depp è intrappolato in un ruolo che lo ha reso l’ombra di se stesso, ma va detto che è tutto il team a essere fuori forma (con una nota di merito, comunque, a Colleen Atwood, come sempre abilissima con i costumi). Una discreta confezione, purtroppo semivuota: questo nuovo capitolo ambientato nel Paese delle Meraviglie risulta tanto intrigante a livello estetico quanto banale e didascalico nell’offrire riflessioni sul tempo e sul passato.
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