Alice nel paese delle meraviglie
Alice in Wonderland
1951
Disney+
Paese
Usa
Generi
Animazione, Musical, Avventura
Durata
75 min.
Formato
Colore
Registi
Clyde Geronimi
Wilfred Jackson
Hamilton Luske
Annoiata dai racconti della sorella maggiore, la piccola Alice insegue un coniglio bianco dentro una tana. È solo l'inizio di una serie di mirabolanti avventure che la vedranno protagonista, abitante temporanea di un universo grottesco e fantasmagorico.

Ispirato al romanzo Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie (1865) del matematico Lewis Carrol (combinato ad alcune integrazioni di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, il seguito pubblicato nel 1871), è uno dei classici Disney (il 13esimo, in ordine cronologico) più affascinanti, misteriosi e indecifrabili. Intriso di una velata fascinazione nei confronti dell'ignoto, e di un'evidente dipendenza dalla dimensione onirica di sogni che potrebbero tramutarsi in incubi, il film colpisce e coinvolge anche grazie alla presenza di una serie di indimenticabili personaggi di contorno: lo Stregatto, un Cappellaio Matto, i gemelli Pinco Panco e Panco Pinco, il Brucaliffo, un'isterica regina di Cuori pronta a mozzarle il capo, e molti altri. Immersi nell'oscurità, contribuiscono a rendere vivi i toni oscuri e fumosi della vicenda, generando allegorie e allusioni (al consumo di droghe, in primis) a universi formalmente estranei alla tradizione Disney e fiabesca in generale. Memorabili le sequenze alla tavola del Cappellaio Matto, quella del processo nel tribunale fagocitato dalla Regina di Cuori, e lo sfogo di Alice nelle tenebre, circondata da ibridi tra oggetti e animali («Io mi so dar ottimi consigli»). Il film, forse più apprezzato dai grandi che dai piccini, è diventato di culto nel corso degli anni: ai tempi dell'uscita in sala nel mercato nordamericano non riuscì nemmeno a coprire il budget di tre milioni di dollari. Candidato all'Oscar per la partitura musicale di Oliver Wallace, e in gara per il Leone d'oro alla 12esima edizione della Mostra di Venezia (il premio lo avrebbe vinto Rashōmon di Akira Kurosawa).
Maximal Interjector
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