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Batman 80: ecco la top 5 delle trasposizioni cinematografiche

Ideato nel 1939 da Bob Kane, Batman in questi 80 anni è stato protagonista di diverse trasposizioni, a partire dalla serie (con film spin-off) andata in onda dal 1966 con protagonista Adam West, arrivando ad interessare grandi registi come Tim Burton e Christopher Nolan.

Per celebrare gli 80 anni del Cavaliere Oscuro, ecco la classifica delle cinque migliori trasposizioni!

5) Batman

Spin off di una fortunata serie tv, Batman è a tutti gli effetti il primo vero lungometraggio sul cavaliere oscuro, seguito solo nel 1989 dall'omonimo film di Tim Burton. La pellicola, farsesca ed esilarante, vive di bizzarri guizzi pop, colori sgargianti e personaggi con cui è impossibile non empatizzare. Certo, molti passaggi narrativi sono deboli e gli effetti piuttosto grossolani, ma resta un prodotto godibile e squisitamente vintage.

4) Il cavaliere oscuro – Il ritorno

 

Chiosa della trilogia dell'Uomo Pipistrello firmata da Christopher Nolan, Il cavaliere oscuro-Il ritorno è un'inversione di marcia verso il basso rispetto al suo predecessore del 2008. La presenza di Bane è sprecata, con il personaggio (originariamente affascinante e letale) limitato da una fisicità ingombrante che pare essere l'unica sua risorsa e totalmente scempiato, nell'edizione italiana, dal ridicolo doppiaggio rantolante di Filippo Timi. L'azione non manca e un paio di notevolissime sequenze vanno menzionate (l'assalto all'aereo e l'attentato sul campo da football, in primis), ma il valore filosofico della riflessione sull'ambiguità presente ne Il cavaliere oscuro viene presto stemperato in un mare magnum di intrighi e doppi giochi.

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3) Batman

Il fascino oscuro di Batman e la presenza cartoonesca del Joker si alternano efficacemente nelle atmosfere di un film che, a seconda dei momenti, è ora dark, ora psichedelico e vagamente allucinato. Il desiderio del Joker di modellare il mondo intero sulla base della propria deformità assomiglia all'ombra ridanciana degli Stati Uniti che si allunga sul mondo con la sua omologazione consumista. Non a caso, infatti, il Joker sceglie lo spot TV per comunicare alla città il proprio progetto. Curiosamente, per il ruolo di Bruce Wayne, Burton chiama Michael Keaton (già interprete di Beetlejuice – Spiritello Porcello), attore dai tratti apparentemente troppo anonimi, lontano anni luce dallo stereotipo dell'eroe granitico e tormentato: proprio grazie a questo contrasto, però, la doppia anima del protagonista è resa perfettamente.

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2) Batman – Il ritorno

Per il secondo capitolo della saga di Gotham City, Tim Burton sceglie di omaggiare esplicitamente l'espressionismo tedesco, attraverso le scenografie cupe e oblique firmate da Bo Welch. Il travestimento del Pinguino, inoltre, ricorda quello del Dottor Caligari, mentre il personaggio di Max Schreck, alleato dei cattivi, cita direttamente il protagonista del Nosferatu – Il vampiro di F.W.Murnau (1922). Ancora più oscuro, se possibile, del capitolo precedente, Batman – Il ritorno è un'affascinante celebrazione della diversità burtonesca. Il Pinguino è un cattivo che fa più tristezza che paura, condannato all'infelicità dal suo corpo deforme, ma in fondo bisognoso solo d'amore: da segnalare l'incantevole incipit in cui viene abbandonato ancora in fasce al suo (tragico) destino.

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1) Il cavaliere oscuro

Con un deciso balzo di qualità rispetto alla piattezza del primo episodio (Batman Begins del 2005), Christopher Nolan applica liberamente talento e forza bruta di effetti speciali a una vicenda drammaticamente coinvolgente e dal ritmo serrato, priva di cali nonostante la lunga durata (165 minuti). Una spietata e mai banale riflessione tra il bene e il male che restituisce all'Uomo Pipistrello tutta l'oscura ambiguità che lo identifica: il protagonista abbraccia in toto la sua natura di antieroe tormentato, accettando la parte (negativa) che Gotham ha voluto dargli. Batman sceglie infatti di girare il volto di Due Facce dal “lato cattivo” a quello “buono”: questo è il viso che vuole far ricordare agli abitanti della sua città, il viso dell'“eroe” Harvey Dent. Complesso, stratificato, straordinario nello spessore psicologico dato ai personaggi, Il cavaliere oscuro è anche una memorabile pellicola d'azione e una vetta nella storia dei cinecomic.

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