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Ethan Coen alla Festa di Roma 2019 parla di cinema e chirurgia e svela un progetto mai realizzato con Brad Pitt

Ethan Coen è stato protagonista del primo Incontro Ravvicinato alla Festa del Cinema di Roma 2019, in cui ha scelto di affrontare l’inusuale tema della chirurgia al cinema attraverso una selezione di clip. Tra i film scelti anche due realizzati insieme al fratello Joel. Ecco un riassunto dei temi tratti nel corso dell’evento, divisi per film e tematiche.

1. Jim lo sfregiato (Hollow Triump, Steve Sekely, 1948)

In questo film il protagonista si fa una cicatrice come l’uomo di cui vuole prendere il posto e il doppio che intende creare ha un piccolo dettaglio che però non combacia con l’originale: sono identici in tutto, ma lui ha un taglio sulla guancia sinistra, mentre colui che deve essere sostituito ce l’ha sulla guancia destra. Si fa una cicatrice sul lato sbagliato perché il negativo che gli hanno dato era ovviamente invertito. Spesso nei noir c’è il tema del prendere l’identità di qualcun altro, è qualcosa che ricorre sempre.

2. Un medico, un uomo (The Doctor, Randa Haines, 1991)

Non ho visto molti noir, ma ho visto quasi tutti i film messicani noir degli anni ’40 e ’50. Sono molto urbani come i noir hollywoodiani che conosco, ma tutto è diverso: in alcuni di questi la musica è fantastica e sono girati molto bene, mentre altri, come quelli francesi, li conosco molto meno. Questo film degli anni ’90 con William Hurt, comunque, è fatto davvero benissimo. Ma non chiedetemi perché ho scelto di parlare di chirurgia, è semplicemente un tema che trovo affascinane. Sia come trucchetto cinematografico, sia per vedere negli anni come tale pratica si è evoluta.

3. Operazione Diabolica (Seconds, John Frankenheimer, 1966)

Rock Hudson in questo film mi ha sorpreso molto. Non era Laurence Olivier, era più un ragazzone carino, ma era molto bravo in questo film che è estremamente serio pur nell’idea presuntuosa del cambio d’identità. Hudson in questo film è frustrato e alienato, paga tantissimi soldi a un'azienda per essere trasferito a Malibu e cambiare identità. Oggi sarebbe totalmente impossibile fare un film così, è talmente serio e sciocco allo stesso tempo che le persone non ci crederebbero. In generale oggi uno studio non farebbe un piccolo film con un paio di personaggi, il cinema è cambiato moltissimo. Tutti i film di oggi sono un po’ parchi a tema, come ha detto Scorsese a proposito della Marvel.

4. Audition (Takashi Miike, 1999)

Miike è un grande e uno dei piaceri di vedere film da paesi così lontani è vedere attori che non vedi di solito. Il tizio che viene torturato non è un chirurgo, non ha la laurea, ma è un vedovo di mezz’età che organizza provini per film che non esistono perché vuole risposarsi. Un po’ uno spunto alla MeToo, considerando le conseguenze che subisce poi! Non so se a Hollywood farebbero girare una scena di tortura come quella che abbiamo appena mostrato, non vado a vedere gli horror americani di oggi, ma credo che in generale siano grafici in maniera sciocca. Io e Joel scriviamo sceneggiature che saranno molto simili al film che faremo e a me e lui non è mai capitato di ricevere censure dai produttori. L’unica censura è il montaggio, quella che fai a te stesso continuamente. Io e Joel scriviamo insieme, è un costante andare avanti e indietro. Blood Simple l’abbiamo tagliato un po’ per il restauro in HD, è stata un censura che ci siamo fatti da soli in quel caso.

5. Corpi da reato (The Heat, Paul Feig, 2013)

Sandra Bullock nel film è una stronza che vede qualcosa su Internet e crede di saper fare una tracheotomia, molto in linea con le molte schifezze che si vedono oggi su Internet. Questo film è una commedia hollywoodiana come tante ma è molto divertente, Hollywood non è certo una parolaccia dopotutto (nella scena mostrata, estremamente sanguinolenta, c'è anche un asiatico che scruta ciò che sta accadendo in maniera un po' obliqua, in linea al modo in cui i Coen di solito usano gli asiatici nei loro film, ndr).

6. L’uomo che non c’era (The Man Who Wasn't There, Joel e Ethan Coen, 2001)

A me e Joel piacciono le vecchie forme, le cose vecchio stile. Abbiamo girato in bianco e nero per cercare un feeling da b-movie, con una persona a fare da protagonista che ha la sensazione di non appartenere a questo mondo. Il b/n è un funzionale a questa sensazione e immediatamente ti fa sentire in un altro mondo. Non ci siamo mai preoccupati se questo film e in generale i nostri film fossero una commedia o una tragedia, si è legittimati a ridere anche nei momenti più tragici in fondo.

7. Prima ti sposo, poi ti rovino (Intolerable Cruelty, Joel e Ethan Coen, 2003)

Se tutto è ben riflettuto e funziona non c’è dramma, ma se le cose vanno storte in virtù della stupidità dei protagonisti c’è evoluzione nel racconto. Nei nostri film non c’è tanta improvvisazione, cambiamo soltanto di poco alcune battute se durante le prove sentiamo che non vanno benissimo per un attore, ma si tratta di accorgimenti minimi. Mike Leigh lo fa invece tantissimo ed è fantastico, tante persone sono in grado di farlo in maniera straordinaria ma di certo non noi.

8. Il film mai realizzato

Si doveva intitolare Verso il mare bianco. Era ambientato a Tokyo durante la Seconda Guerra Mondiale e doveva essere praticamente un film muto. Avevamo anche già scritturato Brad Pitt come protagonista ma non riusciti a farlo. Un vero peccato. Era basato su un romanzo di James Dickey e parlava di un B-52 che si abbatteva su Tokyo. Ci abbiamo lavorato molto in fase di pre-produzione, ma poi è saltato. Avendo per protagonista un personaggio americano in Giappone quest'uomo non parlava quasi con nessuno, ma poi finiva in prigione e non riusciva a sopravvivere. Forse è anche per questo che non siamo riusciti a farlo!

9. Il poster in ufficio di Lancillotto e Ginevra di Robert Bresson

I suoi film li segui in maniera molto meticolosa, c’è un grande piacere nel vederli, anche se questo assunto contraddice ciò che dicevo prima sullla necessità per me e e Joel di avere protagonisti stupidi nei nostri film. Nei film di Bresson ci sono attori-non attori così interessanti, anche un asino può esserlo.

In coda all'Incontro, il moderatore e direttore della Festa Antonio Monda ha mostrato a Ethan Coen una sequenza da lui scelta a tema cinema e chirurgia, tratta da La fuga (Dark Passage, 1947) di Delmor Daves. A seguire, prima di salutare il pubblico, il regista e sceneggiatore ha svelato qual è il film della sua carriera cui tiene di più: "Sono molto contento di essere riuscito a realizzare A Serious Man, un film così profondamente legato alla mia infanzia"

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