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Mostra del cinema di Venezia 2020: le trame dei film di Orizzonti
Riceviamo e pubblichiamo dalla Biennale di Venezia le trame dei film che verranno presentati in concorso nella sezione Orizzonti alla 77esima edizione della Mostra del cinema, in programma al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre prossimi. Alleghiamo anche, per ogni titolo, cast, credits produttivi, durate e biografie dei rispettivi registi, come già fatto qui per i film del Concorso ufficiale. Tra i cortometraggi in concorso di Orizzonti anche Being My Mom, esordio alla regia di Jasmine Trinca con Alba Rohrwacher e Maayane Conti, mentre fuori concorso figurano Sì di Luca Ferri e The Return of Tragedy di Bertrand Mandico. 

MILA (APPLES) – FILM DI APERTURA

di CHRISTOS NIKOU, Grecia, Polonia, Slovenia / 90'
Boo Productions / Lava Films / Perfo Production

con Aris Servetalis, Sofia Georgovasili

Variazione sul tema di un misterioso malessere che colpisce la popolazione, privandola in questo caso della memoria. Aris, solitario trentenne, è una vittima dell’improvvisa ondata di perdita di memoria che ha colpito la sua città, e viene costretto a sottoporsi a un nuovo trattamento per curare questa amnesia.

CHRISTOS NIKOU (Atene, Grecia, 1984) è un regista e sceneggiatore greco alla sua opera prima. Nel 2012 il suo KM viene nominato miglior cortometraggio allo Stockholm Film Festival. Nel 2013 riceve una nomination come Migliore Live Action sotto i 15’ al Palm Springs International ShortFest, risultando vincitore nello stesso anno del premio come Migliore cortometraggio al Motovun Film Festival, in Croazia. 



LA TROISIÈME GUERRE
di GIOVANNI ALOI, Francia / 92'
Capricci Production / Bien ou Bien Productions

con Anthony Bajon, Karim Leklou, Leïla Bekhti

Il film è lo studio psicologico della pressione a cui è sottoposto un giovane militare, assegnato alla sorveglianza antiterroristica nelle strade della capitale francese. Parigi. Leo ha appena terminato i corsi e sta per cominciare il suo primo incarico nella sorveglianza antiterroristica. Si ritrova tra le strade della capitale senza sapere bene cosa fare e resta appostato per un’eventuale minaccia. È in questo momento che viene inviato a mantenere l’ordine per una manifestazione contro il governo. Mentre rimane incastrato nel mezzo della folla in collera, trova per caso un cellulare abbandonato e si convince che sia di uno spacciatore. L’instabilità emotiva torna a tormentarlo e la paranoia prende il sopravvento.

GIOVANNI ALOI (Milano, Italia, 1984) è un regista e sceneggiatore italiano alla sua opera prima – realizzata in Francia – dopo essere stato in concorso a Venezia nel 2015 con il suo cortometraggio E.T.E.R.N.I.T. in Orizzonti.



MEEL PATTHAR (MILESTONE)
di IVAN AYR, India / 98'
Jabberwockee Talkies

con Suvinder Vicky, Lakshvir Saran

Dall’India, il ritorno del regista del film Soni che nel 2018 fece molto parlare di sé a Venezia Orizzonti per il ritratto di una donna poliziotto che reagisce ai soprusi e alle violenze, cui sono sottoposte le donne nella società indiana. Anche questa storia di un camionista che ha perso la giovane moglie ha una forte componente sociale. Non appena il camionista Ghabil raggiunge i 500.000 km di percorso, un record per la compagnia, un’improvviso dolore alla schiena lo colpisce. Tornato a casa, trova una lettera davanti alla porta. Questo fatto lo riporta al suo paese, dove deve risarcire un parente di sua moglie, morta giovane. Vessato dalle autorità del paese, ha solo 30 giorni per trovare una soluzione al risarcimento.

IVAN AYR (Abohar, India, 1983) è un regista, sceneggiatore, produttore indiano. Esordisce nel 2014 con il suo primo cortometraggio Lost & Found. Nel 2015 con il corto Quest for a different outcome vince il premio della giuria al San José International Short Film Festival. Nel 2018 il suo primo lungometraggio Soni è presentato a Venezia, in Orizzonti, con notevole successo critico.

DASHTE KHAMOUSH (THE WASTELAND)
di AHMAD BAHRAMI, Iran / 102'
Saeed Bashiri 

con Ali Bagheri, Farrokh Nemati, Majid Farhang, Mahdieh Nassaj, Touraj Alvand

Il primo dei due film iraniani di Orizzonti è girato in bianco e nero, ambientato in una fabbrica di mattoni in rovina nel mezzo del deserto, con un padrone che non paga, una capo squadra sottomesso, e un gruppo di lavoratori divisi da questioni etniche e religiose. Questa fabbrica artigianale di mattoni è un’importante fonte di reddito locale che mantiene diverse famiglie di varie etnie. Qui vi lavora il quarantennte Lotfollah, caposquadra sottomesso e forse l’unico ponte di comunicazione tra gli operai e il loro titolare, che si mostra come l’unico risolutore loro problemi, ma che poi difficilmente si dimostra generoso con loro. 

AHMAD BAHRAMI (Iran, 1972) è un regista iraniano. Dopo aver partecipato nel 2010 al Abbas Kiarostami’s Filmaking Workshop in Iran, esordisce nel 2017 con il lungometraggio Panah: ambientato nel cuore del deserto iraniano, la vita di un piccolo villaggio dipende unicamente dagli sforzi del protagonista, un ragazzino giudizioso e pronto ad aiutare il prossimo, ma ora più che mai pieno di dubbi e domande per il suo futuro.



THE MAN WHO SOLD HIS SKIN
di KAOUTHER BEN HANIA, Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia / 140'
Tanit Films / Cinetelefilms / Twenty Twenty Vision / Kwassa Films

con Yahya Mahayni, Dea Liane, Monica Bellucci, Koen de Bouw, Darina Al Joundi

Il film è ispirato a un autentico fatto di cronaca di qualche anno fa. La denuncia dell’ipocrisia del mondo dell’arte contemporanea fa da sfondo alla vicenda melodrammatica della ricerca di un amore perduto. Libano, il giovane Sam Ali è scappato dalla guerra in Siria. Rifugiato clandestinamente a Beirut, non è in grado di procurarsi il visto per l’Europa per ricongiungersi all’amata Abeer. Il suo destino cambia incontrando l’artista statunitense Jeffrey Godefrei, che gli propone uno strano accordo.

KAOUTHER BEN HANIA (Sidi Bouzid, Tunisia, 1977) è una regista e sceneggiatrice tunisina. Il suo documentario Les imams vont à l'école (2010) viene presentato al Festival di Dubai. Il suo primo lungometraggio di finzione Le challat de Tunis (2013) apre la sezione ACID a Cannes. Nel 2015 è Venezia con Zaineb Hates the Snow, progetto del Final Cut in Venice del Venice Production Bridge. Il film viene poi presentato a Locarno. Nel 2017 Aala Kaf Ifrit (La bella e le bestie) viene presentato a Cannes, nella sezione Un Certain Regard. Nel 2018 è nella Giuria Opera prima a Venezia. 



I PREDATORI
di PIETRO CASTELLITTO, Italia / 109'
Fandango / Rai Cinema

con Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli

Un racconto corale nell’ambiente odierno della destra romana. Una storia di attriti tra due famiglie opposte e nemiche. 

PIETRO CASTELLITTO (Roma, Italia, 1991) è un attore e regista italiano. Comincia come attore, nel 2004, nel film Non ti muovere del padre Sergio. Nel 2010 recita in La bellezza del somaro e nel 2012 interpreta Pietro, figlio della protagonista (Penélope Cruz) in Venuto al mondo. Nel 2018 vince il premio Guglielmo Biraghi ai Nastri d’argento per l’interpretazione di Secco nel film La profezia dell’armadillo. I predatori è il suo primo lungometraggio e lavoro come regista. 



MAINSTREAM
di GIA COPPOLA, USA / 94'
Automatik / American Zoetrope / Artemis / Assemble

con Andrew Garfield, Maya Hawke, Nat Wolff, Jason Schwartzman

Il ritorno a Venezia come regista di Gia Coppola, dopo l’esordio con Palo Alto del 2013. Con Mainstream – interpretato anche da Andrew Garfield – la Coppola si misura con la deriva incontrollata generata dall’influenza dei social media sulla vita dei giovani di oggi, mettendo in scena un eccentrico triangolo amoroso e il successo di un influencer che sfugge al controllo del suo autore.

GIA COPPOLA (Los Angeles, USA, 1987) è una regista e attrice statunitense. Ha diretto una serie di cortometraggi e videoclip musicali. Nel 2013 il suo lungometraggio Palo Alto viene presentato in anteprima a Venezia 70, in Orizzonti.



GUERRA E PACE
di MASSIMO D'ANOLFI, MARTINA PARENTI, Italia, Svizzera / 94'
Montmorency Film / lomotion 

Dopo quattro anni, tornano a Venezia con un nuovo lavoro i documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, anche questo suddiviso in capitoli, stavolta quattro. Il film racconta l’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra, dal loro primo incontro nel lontano 1911 in occasione dell’invasione italiana in Libia, fino ai giorni nostri. Dalle sequenze filmate dai pionieri del cinema fino alle odierne riprese.

MASSIMO D'ANOLFI (Pescara, Italia, 1974) e MARTINA PARENTI (Milano, Italia, 1972) sono registi, sceneggiatori e produttori. Nel 2011 il loro lungometraggio Il castello vince il premio AVANTI! e il premio Speciale della Giuria al Festival di Torino. Sempre nel 2011 Il castello vince il premio come Miglior documentario internazionale a Docville e nel 2012 viene nominato al David di Donatello come Miglior documentario di lungometraggio. Nel 2013 il lungometraggio Materia oscura vince il premio Diritti Umani al Buenos Aires International Festival of Independent Cinema. Nel 2016 il suo lungometraggio Spira Mirabilis vince presentato a Venezia 73 in Concorso.



LAHI, HAYOP (GENUS PAN)
di LAV DIAZ, Filippine / 150'
sine olivia pilipinas 

con Bart Guingona, DMs Boongaling, Nanding Josef, Hazel Orencio, Joel Saracho, Noel Sto. Domingo

A distanza di quattro anni dal Leone d’oro vinto nel 2016 con The Woman who Left, torna a Venezia Lav Diaz con con un’altra storia di emarginati, in un bianco e nero contrastato, una riflessione sul concetto di uomo e di umanità. 

LAV DIAZ (Cotabato, Mindanao, Filippine, 1958) è regista, sceneggiatore e direttore della fotografia, uno dei più influenti autori del cinema filippino. Nel 2007 il suo lungometraggio Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto ottiene il premio Menzione speciale - Orizzonti a Venezia 64 e l’anno successivo con Melancholia vince il premio Orizzonti come Miglior film. Nel 2014 il lungometraggio From what is before si aggiudica a Locarno il Pardo d’Oro. Nel 2016 è in concorso a Berlino con Hele sa hiwagang hapis, con cui si aggiudica il premio Alfred Bauer. Nel 2016 vince il Leone d’Oro a Venezia, con The Woman Who Left. 



ZANKA CONTACT
di ISMAËL EL IRAKI, Francia, Marocco, Belgio / 125'
Barney Production / Mont Fleuri Production 

con Khansa Batma, Ahmed Hammoud, Saïd Bey, Abderrahmane Oubihem, Mourad Zaoui

Da Casablanca al Marocco, la fuga impossibile di Larsen, ex musicista rock e tossicodipendente, e Rajae, una bellissima prostituta con una voce formidabile. Lui compone i testi e lei dà loro vita con il suo canto. Una coppia affiatata e passionale che ha un solo obiettivo: esprimersi attraverso la musica.

ISMAËL EL IRAKI (1983) è un regista e sceneggiatore marocchino esordiente nel lungometraggio, residente a Parigi. Nel 2009, il suo cortometraggio H’rash vince la Menzione speciale al Clermont-Ferrand International Short Film Festival. 

LA NUIT DES ROIS
di PHILIPPE LACÔTE, Costa d’Avorio, Francia, Canada / 92'
Wassakara Productions / Banshee Films / Péripheria 

con Koné Bakary, Steve Tientcheu, Rasmané Ouédraogo, Issaka Sawadogo, Digbeu Jean Cyrille, Abdoul Karim Konaté.

Il film aveva partecipato al Gap Financing Film Market di Venezia lo scorso anno. Costa d’Avorio. Un giovane uomo è mandato a “La Maca”, una prigione nel cuore della foresta, controllata dagli stessi prigionieri. Il film inizia come un prison movie, ma subito si trasforma in un grande omaggio a tutta la tradizione orale dell’intrattenimento africano: griot, teatro, canti rituali, danza e magia. Si tratta dell’unico film dell’Africa sub-sahariana di quest’anno. 

PHILIPPE LACÔTE (Abidjan, Costa d’Avorio, 1969) è un regista, produttore, sceneggiatore franco-ivoriano. Nel 2014 il suo film Run è nella sezione Un Certain Regard a Cannes. La nuit des rois partecipa al Venice Gap-Financing Film Market di Venezia nel 2019.



THE FURNACE
di RODERICK MACKAY, Australia / 116'
Southern Light Films / The Koop 

con Ahmed Malek, David Wenham.

Australia Occidentale, 1897. Una sorta di western che racconta dell'epoca in cui i britannici 'trapiantarono' cammellieri afghani, indiani e persiani nell’outback australiano. Un giovane cammelliere che ha fraternizzato con gli aborigeni intraprende un viaggio rischioso con un avventuriero che ha rubato due lingotti d'oro della Corona, per fonderli presso la fornace del titolo

RODERICK MACKAY (Perth, Australia, 1986) è un regista e sceneggiatore australiano. Nel 2014 il suo corto Factory 293 vince il premio per il montaggio ai West Australian Screen Awards.



JENAYAT-E BI DEGHAT (CARELESS CRIME)
di SHAHRAM MOKRI, Iran / 139'
Karnameh Institute of Arts and Culture 

con Babak Karimi, Razieh Mansouri, Abolfazl Kahani, Mohammad Sareban, Adel Yaraghi, Mahmoud Behraznia

Terzo film di un regista tra i più dotati e interessanti della nuova generazione di cineasti iraniani, il cui film d’esordio Fish and Cat fece impressione a Venezia nel 2013 vincendo un premio per il miglior contenuto innovativo. Iran, oggi. Quattro individui danno fuoco ad un cinema e questo gesto riporta alla memoria ciò che accadde quarant’anni prima. Iran, fine anni Settanta, scoppia la rivoluzione contro il regime dello Scià, alcuni rivoluzionari appiccano incendi alle sale cinematografiche, come protesta contro la cultura occidentale. La situazione precipita quando perdono la vita circa 400 persone intrappolate in un cinema in fiamme. 

SHAHRAM  MOKRI (1978) è un regista e sceneggiatore iraniano. La sua carriera spazia tra vari generi cinematografici, inclusi serie tv e documentari. Nel 2013 il lungometraggio Mahi Va Gorbeh vince il Premio Speciale Orizzonti per il contenuto innovativo a Venezia 70 e nel 2014 si aggiudica anche i premi Youth Jury, FIPRESCI e Grand Prix al festival di Friburgo. Nel 2018 Invasion è al Festival di Berlino.



GAZA MON AMOUR
di TARZAN NASSER, ARAB NASSER, Palestina, Francia, Germania, Portogallo, Qatar / 87'
Les Films du Tambour / Riva Filmproduktion / Ukbar Filmes / Made in Palestine Project

con Salim Daw, Hiam Abbass, Maisa Abd Elhadi, George Iskandar, Hitham Al Omai.

Il film affronta le condizioni di vita e il desiderio di fuga di un giovane palestinese con i toni leggeri della commedia sociale. Gaza oggi, Il sessantenne Issa è segretamente innamorato di Siham, una donna che lavora come sarta al mercato. Determinato a dichiararsi, Issa scopre una statua di Apollo incastrata nelle sue reti da pesca e decide di portarla a casa. La situazione si complica quando Hamas scopre l’esistenza di questo tesoro. Riuscirà il protagonista a dichiarare il suo amore?

TARZAN NASSER, ARAB NASSER (Gaza, Palestine, 1988) sono registi, sceneggiatori e scenografi palestinesi. Nel 2013 il cortometraggio Condom Lead è a Cannes, come nel 2015 il lungometraggio Degradé, nella Semaine de la Critique. Sempre nello stesso anno, Degradé è nominato anche per il premio Discovery al Toronto International Film Festival e vince il premio per la Miglior fotografia all’ International Film Festival di Atene.



SELVA TRÁGICA
di YULENE OLAIZOLA, Messico, Francia, Colombia / 96'
Malacosa Cine / Manny Films / Varios Lobos / Contravía Films

con Indira Andrewin, Gilberto Barraza, Mariano Tun Xool, Lázaro Gabino Rodríguez, Eligio Meléndez.

Quarto lungometraggio della giovane regista messicana Yulene Olaizola, che si è fatta conoscere a apprezzare in vari festival internazionali con i suoi film precedenti. Confine tra Messico e Belize, 1920. Nel cuore della giungla maya, dove non esiste la legalità e prevalgono i miti sul piano sociale, un gruppo raccoglitori di caucciù messicani incontrano Agnes, una giovane, bella e misteriosa donna beliziana. La sua presenza crea tensioni tra gli uomini, alimentando le loro fantasie e i loro desideri. Sfortunatamente il loro destino li attende dietro l’angolo, incosapevoli di aver risvegliato l’ancestrale figura leggendaria di Xtabay. 

YULENE OLAIZOLA (Città del Messico, Messico, 1983) è una regista e produttrice messicana. Il suo primo lungometraggio Intimidades de Shakespeare y Víctor Hugo è vincitore nel 2008 del premio Miglior film al Buenos Aires International Festival of Independent Cinema e vincitore dei premi: Don Quixote, FIPRESCI e del Premio Speciale della Giuria al Fribourg International Film Festival. Nel 2009 riceve un Premio Ariel per la miglior opera prima. Nel 2012 il lungometraggio Fogo viene nominato per il premio C.I.C.A.E. al festival di Cannes. 



NOWHERE SPECIAL
di UBERTO PASOLINI, Italia, Romania, UK / 96'
PICOMEDIA / Nowhere Special / Digital Cube

con James Norton, Daniel Lamont

Dopo il successo di Still Life, Uberto Pasolini  ha impiegato ben sette anni per realizzare il suo nuovo film, ispirato a una storia vera e interpretato da James Norton nei panni di un padre che deve trovare una nuova famiglia per figlio di tre anni, quando scopre di avere pochi mesi di vita. Ispirato ad una storia vera, una storia incentrata sulla profonda relazione tra padre e figlio. Una vita semplice, dai toni dolci amari, fatta di piccoli rituali quotidiani. 

UBERTO PASOLINI (Roma, Italia, 1957) è un regista, produttore cinematografico e sceneggiatore italiano. Nel 1998 il lungometraggio da lui prodotto, Full Monty, vince il premio BAFTA come Miglior Film e viene nominato agli Oscar per la Miglior Fotografia. Nel 2008 il suo lungometraggio Machan – La vera storia di una falsa squadra è presentato in anteprima a Venezia 65. Nel 2013 è Still Life ad essere presentato a Venezia 70, dove si aggiudica il premio di Venezia Orizzonti alla miglior regia.



LISTEN
di ANA ROCHA DE SOUSA, UK, Portogallo / 73'
Pinball London Ltd / Bando a Parte
con Lúcia Moniz, Sophia Myles, Ruben Garcia, Maisie Sly, Kiran Sonia Sawar, James Felner

Il dramma di due genitori immigrati portoghesi a Londra che si vedono sottrarre i due figli dall’assistenza sociale perche accusati di non poter provvedere al loro sostentamento, e fanno di tutto per poterli recuperare con l’aiuto di un’avvocatessa che si occupa di diritti umani.

ANA ROCHA DE SOUSA (Lisbona, Portogallo, 1978) è una regista esordiente portoghese che viene dal London Film Institut di Londra. Comincia la sua carriera come attrice in diverse serie tv per poi approfondire professionalmente la regia. Esordisce nel 2009 con il cortometraggio Jantamos Cedo, facendosi conoscere nel 2013 con No Mar. I lavori di Rocha de Sousa si focalizzano sulle difficoltà e i timori dell’essere genitori e suoi risvolti più intimi degli esseri umani.



BU ZHI BU XIU (THE BEST IS YET TO COME)
di WANG JING, Cina / 114'
MOMO Pictures / FABULA Entertainment

con Ke Bai, Miao Miao, Zhang Songwen, Yang Song

Jia Zhang-ke è il produttore di questo primo film di Jing Wang. Ispirandosi ai modelli del cinema americano sul giornalismo d’inchiesta, ricostruisce l’autentica vicenda di un giovane  cronista, poi divenuto famoso per aver denunciato l’ingiustizia di una legge del governo che proibiva di assumere individui che avevano contratto l’epatite B, condannandoli alla disoccupazione o all’illegalità.

Pechino, inizi anni 2000. Ispirato a una storia vera. Han Dong è un operaio che sogna di diventare giornalista e di trasferirsi a Pechino. Per caso Huang Jiang, giornalista di professione, gli raccomanda un tirocinio presso una testata. La situazione precipita quando si trova di fronte a una serie di difficoltà: un potenziale licenziamento, uno stage non pagato, il crollo nervoso della sua fidanzata e uno sfratto. Riuscirà il protagonista a compire la scelta giusta? Una denuncia contro una vecchia legge del governo cinese, che impediva ai malati di epatite B di poter lavorare.

WANG JING (1984) laureato presso la Beijing Film Academy di Pechino, nel 2010 inizia la sua carriera come assistente alla regia nello staff del regista Jia Zhangke. Realizza una serie di cortometraggi, quali Mr. Tree, The Conformist, Mountains May Depart. The Best Is Yet To Come è il suo primo lungometraggio. 



ZHELTAYA KOSHKA (YELLOW CAT)
di ADILKHAN YERZHANOV, Kazakistan, Francia / 90'
ZERDE FILMS / Assel Sadvakasova / Short Brothers LLC / Arizona Productions

con Azamat Nigmanov, Kamila Nugmanova, Sanjar Madi, Yerzhan Zhamankulov, Yerken Gubashev, Nurbek Mukushev

Il prolifico regista kazako Adilkhan Yerzhanov si è fatto conoscere nel circuito dei festival internazionali grazie ai suoi primi 8 film, due dei quali in Un Certain Regard di Cannes, nessuno dei quali si è mai visto in Italia. Qui, un ragazzo scappato da un paese dove è ricercato per un piccolo crimine, si rifà una vita lontano da casa. Vuole far sapere a tutti che sa imitare perfettamente il personaggio di Alain Delon in Le Samurai. Ma forse neanche lui ha visto fino in fondo quel film. Conosce una giovane prostituta con la quale vuole aprire un cinema. Una storia che omaggia la Nouvelle Vague francese, reinventando la comicità da slapstick, con un tocco western delle steppe kazake.

ADILKHAN YERZHANOV (Djekazgan, Kazakhstan, 1982) è regista e sceneggiatore kazako. Ha diretto numerosi corti e lungometraggi. Nel 2014 vince la Gold Plaque quale Menzione speciale per l’originalità con Ukkili kamshat. Nel 2014 il film Laskovoe bezrazlichie mira è in Un Certain Regard al Festival di Cannes. Nel 2019 il suo lungometraggio A Dark-Dark Man vince il premio Asia Pacific Screen come migliore realizzazione nella regia.

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