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Netflix: i titoli dello Studio Ghibli proposti a febbraio
Dal 1 febbraio Netflix ha aperto le porte allo Studio Ghibli, noto studio di animazione giapponese conosciuto per aver prodotto le opere di Hayao Miyazaki e Isao Takahata. Ecco qui una panoramica dei titoli che delizieranno i nostri occhi da cinefili in questo mese.

Il castello nel cielo (1986) di Hayao Miyazaki: il regista si ispira a I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift che contiene un riferimento al regno celeste di Laputa. Già in questo lungometraggio (secondo del regista giapponese e primo dalla fondazione dello Studio Ghibli) troviamo alcune tematiche che saranno rincorrenti nelle opere di Miyazaki: la passione per il volo e quella per i macchinari steampunk.


Il mio vicino Totoro (1988) di Hayao Miyazaki: film che insegna ai bambini ad affrontare a testa alta l’ineluttabilità della sofferenza, facendo leva sulla propria immaginazione. Il protagonista del film è diventato la mascotte dello studio Ghibli.


Kiki – Consegne a domicilio (1989) di Hayao Miyazaki: racconto di formazione spensierato in cui Kiki deve superare le difficoltà di vivere lontana da casa. In questo film troviamo un Miyazaki più tradizionalista del solito: l’elemento magico è infatti lasciato sullo sfondo per dare spazio a problematiche più legate alla quotidianità.


Pioggia di ricordi (1991) di Isao Takahata: film originale e unico che si eleva grazie a un tatto intimista raro nel mondo dell’animazione. Takahata gestisce magistralmente tempi drammatici e comici, andando a tratteggiare la psiche di un personaggio che è decisamente inusuale per un prodotto animato: le sue avventure sono infatti lente e riflessive, ma comunque imprevedibili e fresche.


Porco rosso (1992) di Hayao Miyazaki: racconto che palesa la passione del regista nipponico per il volo. Accuratissima ricostruzione storica dell’Italia degli anni ’20, con una Milano fascista da pellicola neorealista. Leggero e avvincente racconto avventuroso attraverso il quale ci vengono veicolati importanti messaggi pacifisti e antifascisti. «Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale».


Si sente il mare (1993) di Tomomi Mochizuki: opera gradevole e fluida che pecca purtroppo in fase di sceneggiatura. Troppe le tematiche accennate, orfane però di un vero e proprio approfondimento.


I racconti di terramare (2006) di Goro Miyazaki: il figlio di Hayao ci propone una classica fiaba popolata da maghi, draghi e principi. Sono altresì presenti riflessioni sullo schiavismo e sull’ineluttabilità della morte, tematiche che donano oscuri risvolti al film.


Simone Manciulli
Maximal Interjector
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