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«Prima è cambiato il clima»: prime impressioni su Snowpiercer

Degli agenti chimici, dispersi nell'aria per combattere l'effetto serra, hanno fatto sprofondare la terra in una nuova Era glaciale. Nel pianeta, divenuto inabitabile e inospitale, è ormai rimasto soltanto un treno che solca i binari senza possedere una destinazione, alimentato attraverso un apparente motore perpetuo. Il treno è un microcosmo della società umana, diviso in classi sociali: i più poveri sono stipati nelle ultime carrozze; i più ricchi nei lussuosi vagoni anteriori.


Sono queste le coordinate principali dell'universo di Snowpiercer che, a partire da questa settimana, si è espanso e si estende tra graphic novel, cinema e serie tv.


Il risultato più alto e di maggior successo è stato sicuramente raggiunto nel 2013 con il film di Bong Joon-ho, apprezzato da critica e pubblico per la sua intelligenza, la riflessione non banale sulla condizione umana e la capacità di non perdersi in futili divagazioni distopiche, sfoggiando una stupefacente padronanza del mezzo tecnico.


Come porsi, quindi, verso la serie tv che ha debuttato quest'oggi su Netflix? Abbiamo riordinato un po' di informazioni per voi, a partire dalla timeline di questo universo congelato, passando per il coinvolgimento di Bong Joon-ho in questo nuovo progetto e arrivando a capire se valga la pena dare una chance a questo show!


La storia di Snowpiercer comincia in Francia nel 1982 con la pubblicazione della graphic novel Le Transperceneige, creata da Jacques Lob e Jean-Marc Rochette. Il primo volume era ambientato in un momento indeterminato dopo la catastrofe che ha portato a una seconda era glaciale e costretto gli ultimi superstiti a chiudersi in un treno.


Da allora, però, la storia è stata ampliata con prequel e deviazioni dall'arco narrativo principale, quindi proviamo a fare un po' di ordine nella linea temporale, cominciando proprio dalla trilogia di fumetti prequel che narra le vicende accadute a cavallo dell'evento scatenante ed è formata da tre volumi intitolati, rispettivamente, ExtinctionApocalypse e Annihilation: in attesa che tutti e tre raggiungano gli scaffali delle librerie, si sa soltanto che i volumi aiuteranno a chiarire le modalità con cui è stata prima causata e poi affrontata la catastrofe.


La serie Netflix si inserisce dopo l'ultima di queste tre graphic novel, circa sette anni dopo l'inizio dell'estinzione. Partendo da tematiche simili a quelle trattate dal lungometraggio - non va dimenticato che Bong Joon-ho è produttore esecutivo - lo show seguirà lo scorrere della vita sul treno, evidenziando le differenze fra classi agiate nei primi vagoni e classi povere negli ultimi, grazie a un doppio punto di vista: i protagonisti saranno Jennifer Connelly nei panni di Melanie Cavill, "voce" degli annunci del treno e passeggera di prima classe, e Daveed Diggs nel ruolo di Andre Layton, un ex investigatore di omocidi, ora prigioniero nelle gabbie in fondo al convoglio.


Il film di Bong Joon-ho, invece, si inserisce a metà tra il primo volume del 1982 e i due sequel The Explorers (1999) e Terminus (2000) - ma, allo stesso tempo, narra una storia completamente nuova. È lo stesso regista a dichiarare che, nel processo di adattamento, ha dovuto apportare alcune modifiche: "Dovevo raccontare una storia lunga in un film di due ore quindi, invece di tagliare scene del fumetto, ho riscritto completamente la storia in modo che si adattasse alla cornice di tempo che avevo a disposizione".
Il suo protagonista è Curtis Everett (Chris Evans), leader della ribellione e passeggero della "coda" da circa 18 anni. Al suo fianco troviamo Gilliam (John Hurt) ed Edgar (Jamie Bell), ma anche Namgoong Minsoo (interpretato dall'amato attore "feticcio" Song Kang-ho) e Mason (Tilda Swinton), braccio destro di Wilford (Ed Harris), il creatore e responsabile del motore perpetuo del convoglio.
Con il suo debutto cinematografico in lingua inglese Bong Joon-ho ha riunito un cast di star per raccontare una storia spiazzante, a tratti perfino feroce, che accumula sul suo cammino stimoli molteplici e li sa tenere insieme per mezzo di una regia senza schematismi. 


E la serie com'è? Nella versione televisiva si riparte dal principio, un nuovo inizio, un reboot.


Prima è cambiato il clima: questo il titolo dell’episodio pilota di Snowpiercer e queste sono anche le prime parole pronunciate, mentre un fiore animato sulle rotaie viene mostrato mentre, lentamente, brucia.
Incipit notevole che porta a scoprire come la serie voglia chiaramente immergersi nel presente: è a causa del riscaldamento globale che l’ecosistema è andato in crisi, portando l’uomo a scegliere di congelare artificialmente la Terra per risolvere il problema, arrivando a ibernare anche il nucleo. Specchio di quanto avvenuto in Matrix, in cui Zion, al centro della Terra, è l’unico luogo caldo dopo che l’umanità aveva spento il sole per non dare energia alle macchine. L’animazione prosegue fino all’arrivo sul treno, e alla prima rivolta: lo scenario dipinto nel film di Bong Joon-ho ritorna prepotente e riconoscibile, fin dai dialoghi che fanno emergere anche la tematica dell’estinzione, evidente da quel «sono l’ultimo australiano rimasto».


Il treno del signor Wilford è mostrato in maniera più dettagliata rispetto al film, sfruttando i tempi concessi da una serie tv che in 10 episodi da 50 minuti può permettersi una descrizione maggiormente precisa degli spazi e un approfondimento maggiore dei personaggi: almeno, è ciò che ci si augura. Eppure il motore della trama non tarda ad arrivare, aggiungendo al thriller anche una tonalità crime: se nelle ultime classi si pensa a fare la rivoluzione, nelle prime avvengono dei delitti dei quali non si riesce a trovare il colpevole.
Qui entra in gioco Andre Layton (Daveed Diggs), che prima di salire sul treno faceva parte della squadra omicidi e a cui Melanie Cavill (Jennifer Connelly), “la voce del treno”, si rivolge per scovare il killer. Il treno di Wilford diventa quindi la scena del crimine, in cui gli equilibri pensati dalla mente glaciale dell’inventore vengono scossi dalla morte di alcuni passeggeri: dall’indagine superficiale di Layton, che inizia a girare per le varie classi, emergono in maniera ancora più decisa le differenze sociali, ma anche i sogni delle insegnanti e dei bambini per un futuro che, come sa chi ha visto il film, non sarà così roseo.

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