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Terni Pop Film Fest, le interviste al cast di Non è vero ma ci credo e al giovane attore Moisé Curia

Terni, 29 settembre. Prosegue l’avventura del Terni Pop Film Fest – Festival del Cinema Popolare che ieri ha ospitato un cast d’eccezione per l’anteprima di Non è vero ma ci credo – opera prima di Stefano Anselmi che uscirà nelle sale il 4 ottobre con Notorius Pictures.

Il film, scritto e interpretato da Nunzio e Paolo (gli ex veejay della storica emittente romana Magic TV finalmente insieme al cinema), è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico ternano. “Nel nostro film non ci sono schermaglie tra carnivori e vegani – ci raccontano i due attori nel capoluogo umbro – ma una truffa in cui tutti i personaggio sono coinvolti e noi stessi raggiriamo un po’ tutti a fin di bene. Il nostro film è una fiaba in chiave di commedia, in cui anche i cattivi diventano buoni, un’operazione per tutti i gusti. Non è una cinepanettone né una commedia acida e impegnata, che oggi va molto di moda”.

“Col nostro film – proseguono Nunzio e Paolo nella nostra intervista – si trascorre un’ora e mezza scacciapensieri, con la serenità di un bambino, all’insegna dell’amore per gli animali e del cambiare in meglio di persone un po’ losche. La commedia francese ci piace molto e ci ispiriamo ad essa, non a caso il critico culinario è francese. Nessun personaggio domina sugli altri, in ogni caso, siamo un ensemble in cui sono tutti protagonisti, una famiglia che funziona. Poi nel film ci divertiamo ad essere molto borderline, quasi come fossimo degli alieni dentro un cartone animato. Stiamo anche pensando a un sequel, se questo andrà bene: è vero, ma non ci credo!”. 

Oltre alla presenza di Loredana CannataMicol AzzurroElisa Di Eusanio e Giulia Di Quilio, a sovrastare la scena per la prima parte della serata è stato il grande attore romano Maurizio Mattioli che ha ricevuto anche il Premio alla Carriera. “Sono un po’ imbarazzato ma molto felice” – ha esordito l’artista rivolgendosi alla platea – “ricevere un premio è sempre una gioia, vedere che il pubblico, nonostante il passare degli anni, continui sempre ad apprezzarti e a rivolgerti un pensiero è davvero una grande emozione”. In privato, Mattioli ci ha invece parlato del suo rapporto col cinema comico italiano di oggi: “Oggi mancano un po’ gli autori. Gli Scola, i Maccari, gli Age & Scarpelli e i Suso Cecchi D’Amico non ci sono più, L’armata Brancaleone e Straziami, ma di baci saziami oggi non li farebbe né saprebbe fare nessuno. Adesso, poi, che se ne è andato pure Carlo (Vanzina, ndr), che ha rappresentato come nessuno i sentimenti e le nostre esistenze degli ultimi trent’anni e mi mancherà per tutta la vita…Nunzio e Paolo però mi hanno convinto per come mi hanno presentato il progetto, per il loro garbo e la loro precisione”.  

Al Festival del Cinema Popolare è passata anche Micol Azzurro che ci ha tenuto a spiegare come questo sia un film sulla condivisione: “Si tratta di una commedia in cui cerchiamo di far capire come il senso della parola condividere possa essere applicato anche fra persone con abitudini alimentari diverse”. Per Loredana Cannata – vegana e attivista convinta tanto nella ita quanto nel film – è stata una “meravigliosa occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti degli animali, troppo spesso ignorati”.

Un omaggio “pop” al cinema di ieri e di oggi quindi, ma come sempre con uno sguardo vigile sul “pop” di domani – proprio come vuole la linea editoriale dei due direttori artistici Simone Isola e Antonio Valerio Spera. Per questo, oltre a Maurizio Mattioli, nel corso della serata è stato assegnato anche un altro importante premio ad un giovanissimo e talentuosissimo attore, Moisè Curia a cui è stato assegnato il Premio Volto Popolare del futuro. Curia, infatti, a breve uscirà nelle sale con la nuova commedia di Alessio Maria Federici Uno di famiglia (nelle sale dal 25 ottobre con Warner).

Abbiamo avuto modo di intervistare proprio il giovane interprete, che ci ha parlato delle sue passioni e della sua idea di cinema popolare. “Tra i miei film italiani preferiti degli ultimi tempi ci sono Non essere cattivo e lo straordinario film su Cucchi con Alessandro Borghi, che tutti dovrebbero andare a vedere, Sulla mia pelle. Dei film popolari amo per esempio Il corvo, calato in una società anni ’90 in cui secondo me si dovrebbe ritornare, sotto tanti aspetti. Amo anche Gran Torino di Eastwood e i film d’autore a tematica sociale, perché più un film racconta una tematica sociale più appartiene al popolo e può incidere sulle sue vite, lasciare una traccia a distanza. Lavorare ne La buca con Daniele Ciprì e Sergio Castellitto è stato molto bello e con Sergio, un attore così bravo dal quale rubi solo guardandolo, stiamo lavorando nuovamente a una serie tv che uscirà l’anno prossimo su Rai 1, si chiama Pezzi unici”. 

“Ciprì è come un pittore che dipinge su una tela, ma anche lavorare coi fratelli Taviani a Meraviglioso Boccaccio è stato bellissimo – continua Moisé – La perdita di Vittorio ha lasciato un vuoto enorme, il loro stile è quasi passato di moda, non si coltiva più. Quando eravamo sul set Vittorio era come il nostro nonno, era il fratello buono, Paolo era molto più schivo. Vittorio quando qualcosa non andava ti veniva a chiedere con estremo rispetto e altrettanta maestria quello che secondo lui era da migliorare e ti aiutava a trovare il suo modo e la sua strada, rispettandoti. Di recente ho interpretato la parte del protagonista nel nuovo film di Beppe Gaudino, un film forte, con un tema scomodo, che farà discutere. Le tematiche forti, come la pedofilia in questo caso, oggi hanno bisogno di essere smosse”. 

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