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The Social Network per Tarantino è "a mani basse" il miglior film degli anni 2010
Quentin Tarantino ha rivelato lo scorso gennaio di considerare Dunkirk di Christopher Nolan il secondo miglior film degli anni 2010. Adesso è arrivato anche il suo primo posto, che come svelato da Tarantino stesso è The Social Network. In una nuova intervista a Première, il regista statunitense sostiene che il film sbaraglia tutta la concorrenza e definisce lo sceneggiatore Aaron Sorkin "il più grande dialoghista in attività" (che detto da lui non è certo un attestato di stima di poco conto).

Tarantino ha detto: "È The Social Network, senza dubbio. È il numero uno perché è il migliore, tutto qui! Schiaccia tutta la concorrenza."

Vincitore di tre Oscar nel 2010 (miglior sceneggiatura originale allo stesso Sorkin, miglior montaggio e miglior colonna sonora per Trent Reznor e Atticus Ross), nell'anno in cui trionfò alle statutte dorate Il discorso del re, The Social Network è ritenuto da molti il vincitore morale di quell'annata.

Sorkin ha dichiarato l'anno scorso che stava pensando di scriverne un sequel: "Sapevo molto di più su Facebook nel 2005 di quanto ne sappia nel 2018, ma so abbastanza per sapere che dovrebbe esserci un sequel", ha detto Sorkin ad AP Entertainment. “Sono successe tante cose molto interessanti e drammatiche da quando il film si concluse con la risoluzione della causa dei gemelli Winklevoss e Eduardo Saverin. Ho ricevuto più di una email [da Scott Rudin, il produttore], con un articolo allegato, che recitava: Non è tempo di un sequel?".

Jesse Eisenberg, che ebbe una nomination come miglior attore per la sua interpretazione del fondatore di The Facebook (come si chiamava agli albori il popolare social network), Mark Zuckerberg, ha dichiarato a IndieWire lo scorso luglio che era assolutamente disponibile a fare un sequel di The Social Network e stava solo aspettando che arrivasse una telefonata che sbloccasse la situazione. 

Questo attestato di stima di Tarantino al film di David Fincher arriva poi nelle stesse ore in cui Mark Zuckerberg, a proposito della guerriglia tra Trump e Twitter, dichiara che i social non devono essere arbitri di verità, né tantomeno possono arrogarsi la facoltà di distinguere il vero dal falso.

Un sequel non potrebbe che indagare queste zone d'ombra che negli ultimi anni, alla luce delle controverse prese di posizioni di Zuckerberg sulla privacy individuale, che tanti grattacapi e indignazioni gli hanno procurato preso l'opinione pubblica internazionale, si sono amplificate a dismisura. 

Fonte: Première (via Indiewire)
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