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VENEZIA 76: La risata dolorosa del JOKER di Joaquin Phoenix e Todd Phillips

Put on a happy face

Si è da poco conclusa la conferenza stampa di Joker, film evento in concorso alla 76. Mostra del Cinema di Venezia.

Diretto da Todd Phillips e con protagonista assoluto un superlativo Joaquin Phoenix – l'interpretazione gli varrà, finalmente, l'ambita (e meritata) statuetta d'oro? –, il film è stato accolto dall'entusiastico applauso di pubblico e critica.

Presenti entrambi al Lido (con loro anche Zazie Beetz, grande assente Robert De Niro), regista e attore hanno raccontato la propria esperienza nell'approcciarsi a quello che, indiscutibilmente, rappresenta uno dei villain più amati e affascinanti del mondo dei fumetti (così come del piccolo e grande schermo) e come abbiano lavorato per trasformarlo in un personaggio del tutto inedito.

LA GENESI DELL'OPERA E DEL NUOVO JOKER

Todd Phillips

Tra le mie più grandi fonti di ispirazione per la realizzazione di Joker c'è sicuramente il cinema americano degli anni '70. Taxi Driver è il mio film preferito: ci sono dei passaggi che lo omaggiano, certo, ma non volevo fossero palesi. Ovviamente sono stato molto influenzato anche da Jerry Robinson (disegnatore storico di Batman, n.d.r.) e dal film The man who laughs (Paul Leni, 1928, n.d.r.).

Per quanto riguarda il rapporto con la DC, non credo possa venire a crearsi un regime di concorrenza: questo film è qualcosa di molto diverso rispetto agli altri lungometraggi sui supereroi. È un'opera indubbiamente difficile e altrettanto difficile è stato convincere la casa di produzione a realizzarlo.

In merito alla creazione del personaggio di Arthur/Joker, io e Joaquin abbiamo lavorato a lungo insieme ancora prima che prendesse il via la produzione: fianco a fianco ne abbiamo definito l'outifit, la voce, la risata. Siamo scesi davvero in profondità nell'analisi della sua psicologia, motivo per cui la sua definizione si è trasformata in un'operazione in fieri: ogni giorno ci saltava alla mente qualche nuovo spunto. Il suo obiettivo non è vedere la città in fiamme: Arthur è un personaggio alla ricerca della propria identità, è davvero convinto di essere venuto al mondo per far ridere le persone.

Creare una storia ex novo è qualcosa di estremamente stimolante: non avevamo alcun vincolo, potevamo dare vita a qualcosa di folle ogni giorno.

Joaquin Phoenix

Volevo che il personaggio fosse esclusivamente nostro. Per questo motivo non mi sono ispirato ad alcuna interpretazione precedente: è qualcosa di completamente nuovo. Per calarmi nei panni di Arthur/Joker per prima cosa ho letto un libro che analizzava tutte le personalità possibili: il mio obiettivo non era far coincidere Arthur con una di queste in maniera specifica e vincolante, anzi, non volevo assolutamente che uno psichiatra potesse ricondurre il personaggio ad alcuna categoria. 

Il riso è un elemento importantissimo nella definizione di Joker: è qualcosa di doloroso, è una parte oscura di lui che cerca costantemente di emergere. Tutti noi abbiamo bene in mente la risata del personaggio: anche in questo caso volevamo generare qualcosa di nuovo e personale. Inizialmente ho creduto di non esserne capace: ho fatto diverse prove da solo e poi ho fatto un’audizione con Todd. Non volevo assolutamente che risultasse ridicola.

GOTHAM CITY

Nella definizione dell'ambientazione un ruolo fondamentale è stato ricoperto da Emma Tillinger Koskoff, produttrice anche di Scorsese.

Emma Tillinger Koskoff

La Gotham di Joker è una città contemporanea: Todd voleva a tutti i costi girare a New York, carpirne il caos, le vibrazioni e l'eccitazione e trasferire tutte queste cose nel film.

Todd Phillips

L'apporto di Emma è stato importantissimo: grazie al suo legame con Scorsese abbiamo avuto la possibilità di girare in alcune aree di New York altrimenti inaccessibili, ad esempio la metropolitana. È stato davvero fondamentale per riuscire a definire e sfruttare al meglio le location.

 

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